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Zero Concorrenti è il libro di Marco De Veglia dedicato al brand positioning.

Nel libro viene definito il concetto di brand positioning e soprattutto il suo ruolo guida nell’attività di marketing.

La necessità di identificare in modo corretto il tuo brand positioning e di “metterlo in pratica” attraverso il marketing rappresenta la chiave del successo di qualsiasi attività.

Pensa solo all’importanza di questo tipo di attività per il successo di una campagna di crowdfunding.

Il brand positioning è infatti uno degli strumenti chiave che hai a disposizione per “entrare” nella mente del pubblico e farti preferire rispetto alla concorrenza.

Il brand positioning, se effettuato nel modo corretto, permette di posizionarsi in una posizione di forza: quella di venire cercato dal cliente.

Un punto di partenza importante, che permette di superare il rischio di anonimato e appiattimento e di diventare padrone del proprio settore di mercato.

Ma quali sono le caratteristiche distintive del brand positioning secondo Zero Concorrenti?

Zero Concorrenti: la formula per il brand positioning nel marketing

# Il brand positioning e le strategie di marketing

Tieni sempre a mente un fatto importante: il brand positioning è un’attività di marketing che ha un obiettivo molto ben definito e preciso.

Si tratta di posizionare il brand della tua startup al “primo posto” nei pensieri di un potenziale cliente.

Il brand positioning fa sì chela startup spicchi rispetto alle altre, sia chiaramente distinguibile.

E, possibilmente, interpretata anche come più importante rispetto alla concorrenza.

Fare marketing per proporre la tua startup è quindi mettere in atto tutte le strategie e gli strumenti che permettono di fare brand positioning nel modo corretto ed efficace.

E una brand positioning efficace ti può essere utile in molte attività della tua startup, compreso il fundraising attraverso il crowdfunding.

L’importanza sempre maggiore del brand positioning

Ma perché il brand positioning sta acquistando negli ultimi anni un’importanza sempre maggiore?

Le ragioni sono diverse ma ne puoi individuare 4 in particolare:

il “gioco al massacro” sui prezzi: combattere una politica sul prezzo minore per una startup rischia di essere strategia perdente. Investire e fare crescere il tuo brand ti salva da questo sistema di pressione;
la necessità di un marketing mirato: la “pesca a strascico” non da risultati, devi proporre il giusto messaggio al pubblico realmente essere interessato per avere successo;
la scarsa propensione al rischio del pubblico: in un periodo di crisi, il cliente preferisce non rischiare con novità e affidarsi a brand che danno sicurezza. Quindi un brand autorevole ha maggiori chance di successo;
è una strategia poco conosciuta e ancor meno applicata: il brand positioning non è ancora entrato nelle pratiche comuni di marketing in Italia. Sfruttare questo strumento finché è poco inflazionato permette di raggiungere il cliente e colpire la sua attenzione.

Sapendo il crowdfunding cos’è e come funziona, puoi capire come questa tipologia di marketing possa essere molto utile anche per una campagna di raccolta fondi.

Il brand positioning come ricerca della posizione di “leader only”

Attualmente la strategia di brand positioning più efficace è quella che porta a creare un nuovo segmento di mercato.

Mercato caratterizzato da un pubblico con una precisa esigenza, dove il tuo brand è l’unico leader.

La posizione da raggiungere è quella di leader only.

Cioè il pubblico deve avere come principale, o meglio unico, riferimento la tua startup o il tuo prodotto per rispondere alla sua domanda.

L’attività di business online è il campo perfetto per applicare questa strategia di marketing, per diversi motivi:

l’abbattimento della barriere di accesso al mercato;
la specificità delle richieste e delle esigenze del cliente;
la possibilità di comunicare in modo immediato e utilizzando diversi canali, per raggiungere molti utenti;
la velocità di evoluzione del business e il continuo ricambio a livello di competitor.

# Brand positioning: come muoversi in concreto

Uscendo dalla teoria per passare alla pratica Zero Concorrenti individua quali sono gli step necessari per mettere in pratica una efficace strategia di brand positioning.

Il primo step è quello che prevede di individuare un quadro chiaro e definito del contesto in cui si andrà effettuare l’attività di marketing.

Questa attività preliminare è necessaria in ogni tipologia di progetto legato a una startup.

Ti basta solo pensare a come conoscere la concorrenza può aiutarti a lanciare una campagna crowdfunding di successo.

Sono 4 gli elementi principali che definiscono il contesto in cui fare brand positioning:

le caratteristiche distintive dei competitor, quali sono le loro strategie di marketing e di comunicazione;
l’opinione dei clienti sulla categoria generale delle società che operano in un determinato settore;
l’opinione che i clienti hanno, in particolare, sui competitor della tua startup;
l’opinione dei clienti sulla tua startup.

Gli step per definire il contesto

Zero Concorrenti suggerisce un percorso interessante che utilizza le varie fonti a disposizione per raccogliere informazioni utili.

In sintesi, gli step che devi seguire sono questi:

individuare le caratteristiche e gli attributi della categoria in cui la tua startup opera, in ordine di importanza;
individuare quali sono i brand più noti all’interno della categoria;
individuare degli accoppiamenti fra i brand più noti e gli attributi della categoria;
individuare eventuali attributi “liberi” e importanti all’interno della categoria, con cui la tua startup potrebbe essere accoppiata.

Ma se non riesci a reperire tutte le informazioni che ti servono per definire il contesto?

Una soluzione può essere quella di trattare il problema come se operassi in un mercato non strutturato.

Cioè quello in cui è presente la concorrenza, ma non ci sono dei brand particolarmente forti cui fare riferimento.

Operare in un mercato non strutturato

In questo caso devi cercare prima di tutto di capire se il settore che ti interessa ospita dei brand importanti.

Gli step successivi dipendono dalla risposta che dai alla prima domanda:

1. ci sono alcuni brand che individui come importanti, tieni a mente quali sono e quali caratteristiche hanno: ti serviranno nel seguito della valutazione;
2. non ci sono brand importanti: puoi considerare il mercato come “vergine” e il tuo obiettivo è di individuare quelle “promesse” che i potenziali clienti ritengono rilevanti. Lo puoi fare perché hai già provveduto a studiare il mercato e le necessità della clientela;
3. metti in ordine di importanza, dal punto di vista dei clienti, queste promesse: dovresti distinguere tra caratteristiche trasversali, tipiche di tutti i competitor, e caratteristiche che hanno la potenzialità di essere differenziali.
4. le caratteristiche trasversali sono poco importanti per il marketing: non risultano distintive agli occhi del cliente, che le da per scontate;
5. le caratteristiche potenzialmente differenziali sono quelle su cui devi lavorare a livello di marketing: è possibile che alcuni competitor le abbia, ma offrono ancora uno spazio ampio per conquistare l’attenzione del cliente e per caratterizzare la tua proposta;
6. torna ai brand importanti che hai individuato all’inizio e controlla se questi sono collegati in qualche modo alle caratteristiche differenziali. Se questo non avviene, prova a capire come hanno fatto questi brand ad affermarsi.

I risultati della definizione del contesto

Si tratta di un lavoro preparatorio sicuramente complesso e lungo ma che ti porta a scoprire una serie di informazioni molto importanti:

hai individuato gli eventuali brand forti con cui la tua startup deve competere nel suo settore di mercato;
hai capito da dove deriva la forza di questi brand, quali sono le loro caratteristiche distintive;
in caso manchino dei brand forti, hai individuato un mercato “vergine” in cui la tua startup ha spazio per affermarsi;
hai individuato quali sono le caratteristiche distintive su cui fare leva per riuscire ad affermare il brand della tua startup.

# Zero Concorrenti: l’individuazione dell’idea differenziante

Dopo aver definito il contesto in cui andare a fare brand positioning, devi passare alla fase successiva.

Cioè all’individuazione dell’idea differenziante, che è in grado di distinguere la tua startup rispetto alla concorrenza

Puoi individuare ben tre diverse tipologie di idea differenziante:

l’idea differenziante “chiave”, che rappresenta la soluzione alla maggior parte delle situazioni e che viene definita “lo specialista”;
due varianti di idea differenziante “chiave”, che in alcuni casi specifici possono offrire soluzioni migliori, dette “il numero uno” e “l’ingrediente magico”.

Idea differenziante chiave: “lo specialista”

Quando si parla di un’idea differenziante che ha le caratteristiche dello “specialista”, si fa riferimento a uno specifico tipo di azienda, che opera in un ambito molto ristretto.

Ed è specializzata nella realizzazione di un singolo prodotto, o tipologia dello stesso.

Se la tua startup ha queste caratteristiche agli occhi del cliente la tua startup appare superiore a quelle generaliste, proprio perché specializzata.

Ma questa idea differenziante non funziona se la tua startup opera in un mercato dalle dimensioni troppo limitate.

Il rischio è quello di non avere abbastanza clienti per coprire le spese, ottenere un guadagno e sviluppare la società.

Se la startup si trova in questa situazione, la soluzione ottimale è quella di avere un brand positioning il più ampio possibile, in modo da attirare più clienti.

Per diventare “lo specialista” nel tuo settore, devi quella di “concentrare” il prodotto o la soluzione offerta dalla tua startup.

Fare quindi in modo che il pubblico percepisca la tua maggiore competenza rispetto alla concorrenza.

La forza di questa idea differenziante è quella di comunicare in modo diretto e chiaro un’immagine precisa al pubblico.

Idea differenziante alternativa: “il numero uno”

Se vuoi puntare sull’idea differenziante “il numero uno” devi valutare, in base a parametri oggettivi, se la tua startup è il numero uno del suo settore.

E se nel settore dove la startup è attiva non ci sono i parametri adatti a individuare oggettivamente un “numero uno”?

Puoi individuare facilmente dei parametri su cui basare il posizionamento all’interno del settore di riferimento.

E se questi parametri possono essere accoppiati con la tua startup, puoi dichiarare di essere “il numero uno”.

Il limite di questa idea differenziante è dato dal fatto che funziona solo in quei mercati dove l’attività di brand awareness è poco sfruttata.

E quindi il pubblico non ha un brand di riferimento.

Quindi, se puoi basarti su anche solo qualche parametro rilevante per dichiarare di essere il numero uno, devi farlo ripetendo in modo  continuo questo messaggio.

Affermarsi come “numero uno” davanti al pubblico, con sicurezza, fa sì che il pubblico inizia davvero a percepire la tua startup come la leader in un determinato settore.

Idea differenziante alternativa: “l’ingrediente magico”

Il concetto di “ingrediente magico” è molto utile perché può essere utilizzato in 2 modi diversi:

come idea differenziale alternativa, su cui basare il brand positioning;
per supportare una diversa idea differenziante, come “lo specialista” o “numero uno”.

Come idea differenziante l’ingrediente magico funziona soprattutto nel caso di prodotti particolarmente complessi.

Si tratta comunque di un qualcosa che non deve essere spiegato nei dettagli ma deve essere “comunicato”.

Quindi non devi andare a stimolare la parte razionale del cliente, quanto la parte emotiva, che è quella che deve essere raggiunta e colpita dal messaggio.

Non è nemmeno necessario che l’ingrediente magico sia un’esclusiva della soluzione proposta dalla tua startup.

Devi piuttosto convincere il pubblico che il tuo è l’unico vero “ingrediente magico”.

# Testare la validità dell'idea differenziante

Fino a questo momento hai definito un contesto e definito quelle che sono le caratteristiche della tua idea differenziante.

Ora è il momento di mettere alla prova questa idea differenziante.

Sono 2 diversi test che Zero Concorrenti suggerisce: se l’idea differenziante non li supera, probabilmente è debole e poco efficace e non vale la pena di investire su di essa.

Il test del contrario

Questo test consiste nel valutare se c’è qualche competitor che ha un brand positioning opposto al tuo.

Se non trovi nessun competitor con questa caratteristica, c’è un problema con la tua idea differenziante.

Per riuscire a essere vincente il tuo brand positioning deve avere una forza contraria.

Solo in questo modo infatti può distinguersi dalla concorrenza e diventare leader in un nuova categoria.

Per essere sicuro che la tua idea differenziante passi questo test, devi trovare qualcuno che, nel settore di attività della tua startup, dica l’esatto contrario.

Il test dei limiti

Devi dare dei limiti al tuo brand positioning: limiti che possono essere semplicemente il riconoscimento di qualcosa che la tua soluzione non offre.

Riconoscere dei limiti ti da un duplice vantaggio nei confronti del pubblico:

che percepisce il tuo brand come onesto, perché in grado di ammettere dei limiti, e quindi affidabile anche quando afferma di avere delle qualità;
che tende a pensare che la tua soluzione abbia le qualità che si attribuisce, visto che ha già ammesso di avere delle mancanze.

Per superare questo test devi essere quindi in grado di individuare i limiti della tua idea differenziante.

# Scrivere il brand positioning statement

A questo punto sei arrivato ad aver contestualizzato, definito e validato la tua idea differenziante.

Ora devi scrivere il brand positioning statement: devi mettere “nero su bianco”, con poche frasi chiare, quello che il tuo brand deve comunicare al pubblico.

Proprio come faresti in un pitch per presentare il tuo progetto.

Ricorda che ci sono alcuni obiettivi imprescindibili da raggiungere attraverso il  brand positioning statement:

la comunicazione chiara del nome del brand;
l’indicazione della categoria o del mercato in cui il brand opera;
la comunicazione chiara dell’idea differenziante.

La formula che Zero Concorrenti suggerisce si basa sull’indicazione degli elementi visti prima, mettendo a confronto l’idea differenziante con le proposte dei concorrenti.

Il brand proposition statement deve riuscire a fare risaltare i vantaggi della proposta della tua startup rispetto all’offerta dei concorrenti.

Attenzione a non essere eccessivamente prolisso nel brand positioning statement: in questo caso paga la capacità di sintesi e di colpire a livello emozionale il pubblico.

Differente è invece è il payoff, che puoi utilizzare per completare il tuo marchio e il tuo brand: è frase, semplice ed efficace, che serve a dare supporto proprio al brand.

Il payoff non è strettamente necessario, anche se utile, e può essere  modificato nel corso del tempo, per adattarsi a  cambiamenti del prodotto della tua startup.

# Conclusioni

Hai visto come Zero Concorrenti definisce il brand positioning e lo indica come lo strumento principale di cui avvalersi per superare la concorrenza sul mercato.

Hai compreso la funzione della definizione del contesto, dell’idea differenziante, della validazione della suddetta idea, per arrivare a un brand positioning statement completo ed efficace.

Brand positioning statement che deve avere delle precise caratteristiche, proprio come una presentazione, per essere davvero efficace.

Un processo fatto di diversi passaggi importanti e imprescindibili, proprio come quelli che servono per capire come aprire un crowdfunding con successo.

Cosa pensi della tecnica del brand positioning e delle diverse tipologie di idea differenziante? Sono davvero uno strumento utile per una startup?

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