Non ci stancheremo mai di ripeterlo: una buona idea di business è la giusta base di partenza per una startup, ma per arrivare al successo sono molto importanti anche altri fattori. E i soldi in questa ideale classifica sono ai primi posti: nessuna idea di business è in grado di concretizzarsi senza gli investimenti necessari e nessuna startup può arrivare al successo senza i finanziamenti che le permettono di crescere.
La gestione finanziaria di una startup è uno dei compiti più importanti e allo stesso più complicati che deve affrontare uno startupper: vediamo quali sono gli errori che vengono commessi più di frequente e che possono portare una startup sulla strada del fallimento. Conoscendoli sarà più semplice evitarli e impostare una strategia finanziaria vincente nella gestione della nostra startup.
# Errore numero 1: si possono ottenere i soldi per una startup?
Non tutte le startup hanno la stessa possibilità di accedere a finanziamenti: e attenzione bene, questo non accade per la mancanza di capitali, che sono invece disponibili da varie fonti per le nuove imprese, ma per la qualità delle startup stesse.
Bisogna ricordare che un finanziatore, qualunque natura abbia, non è un benefattore: questo vuol dire che non si limita a prestare il denaro senza avere la sicurezza di un ritorno (che sia nella forma di restituzione del prestito o di guadagno derivato dall’investire su una startup).
Ci alcuni parametri che permettono di capire se una startup è finanziabile e da chi eventualmente è possibile ottenere un finanziamento. Se facciamo riferimento, per esempio, al classico finanziamento bancario, diventerà molto difficile ottenere un finanziamento se non si portano delle garanzie (personali o reali) della possibilità di restituire tale prestito: le banche e le società di finanziamento valutano la solidità patrimoniale di una startup o di uno startupper prima di concedere un finanziamento.
Con altri soggetti, possono cambiare i parametri: se ci si rivolge a un finanziatore non istituzionale, come può essere un Business Angel, probabilmente la solidità patrimoniale non sarà il primo fattore a essere valutato, ma un peso maggiore avrà la fattibilità dell’idea di business e le sue possibilità di successo, che devono essere presentati tramite un business plan accurato e dettagliato.
Allo stesso modo, per tutti quelli che sono gli strumenti di finanza agevolata, come i finanziamenti a fondo perduto, il peso maggiore è dato alle caratteristiche “tecniche” della startup, da cui può essere desunta la possibilità di successo dell’attività.
In particolare per ottenere questa tipologia di finanziamenti risultano molto importanti l’ambito di mercato in cui una startup opera: le startup innovative, che operano nel mercato della tecnologia più avanzata, sono ritenute le più interessanti e meritorie di finanziamento, perché mostrano una capacità di crescita rapida e di sviluppo, che possono giovare al mercato del lavoro nel suo complesso (producendo ricchezza e creando nuovi posti di lavoro).
Quindi, nel momento in cui si decide di creare una startup, bisogna focalizzare la propria attenzione su alcuni fattori, che possono essere molto importanti per ottenere i necessari finanziamenti: in particolare, un business plan completo e dettagliato e una buona execution, che ovviamente accompagnano un’idea di business vincente, sono i punti su cui lavorare per rendere una startup appetibile da parte di eventuali finanziatori.
# Errore numero 2: il bilancio, questo sconosciuto
Per molti startupper il bilancio è considerato un fastidioso onere, a cui è necessario adempiere in quanto obbligo di legge. Invece va modificata l’ottica con cui si considera il bilancio: infatti si tratta di uno degli strumenti più importanti che permettono di valutare la gestione finanziaria di una startup.
La redazione accurata e corretta di un bilancio e il suo esame, tramite gli appositi indici, permette infatti di determinare lo “stato di salute” di un’impresa.
Il bilancio è lo specchio finanziario dell’attività di impresa: utilizzando nel modo corretto si può capire se l’attività di una startup si sta svolgendo secondo i piani strategici di crescita oppure se ci sono delle criticità su cui è necessario intervenire per evitare che si presentino dei gravi problemi nel corso del proseguo dell’attività della startup stessa.
Studiare il bilancio permette a uno startupper di valutare le diverse necessità finanziare della società, partendo dai dati che il bilancio stesso fornisce, come la disponibilità di somme liquide, l’indebitamento verso terzi e il capitale complessivo impegnato nella startup.
E non va dimenticato un altro aspetto molto importante: l’analisi di bilancio è uno degli strumenti più utilizzato dagli eventuali finanziatori per valutare una startup e la possibilità di concedere eventuali finanziamenti e anche per questo motivo va redatto nel modo più accurato possibile.
# Errore numero 3: il futuro è rosa? Non sempre
Un’attività di impresa come una startup prevede la necessità di effettuare delle previsioni su quello che sarà il suo futuro e le sue prospettive di crescita nel mercato. Ovviamente la speranza di ogni startupper è quella di una crescita rapida ed elevata, ma fra una speranza e una previsione corretta c’è un’enorme differenza.
E quello che è maggiormente importante per la gestione finanziaria di una startup è l’essere in grado di fare delle previsioni realistiche e corrette.
Forse possiamo pensare che la nostra startup ha le potenzialità per crescere del 50% in 3-5 anni: ma dobbiamo confrontare questo nostro ottimismo con quelli che sono i dati che emergono dal mercato.
La prevista crescita va contestualizzata: cioè le possibilità della startup vanno messe a confronto con il mercato, con i suoi andamenti storici e con le possibilità dei concorrenti. Si tratta di un’analisi non semplice, per cui diventano strumenti indispensabili il business plan e il bilancio.
Il business plan è lo strumento basilare su cui basare delle previsioni di crescita perché deve comprendere sia un’attenta analisi del mercato e delle sue possibili evoluzioni, sia la strategia imprenditoriale della startup.
E il bilancio permette di valutare le performance della startup negli anni precedenti: solo dal confronto e dall’elaborazione di questi dati è possibile ottenere delle previsioni di crescita che siano effettivamente affidabili. Partendo da dati sicuri ci possiamo avvicinare a quello che potrebbe essere uno sviluppo ragionevole, ma senza questi dati alla base ogni previsione rischia di essere semplicemente “campata in aria”.
Errore numero 4: i soldi non piovono dal cielo
Lo abbiamo già detto, ma è importante ribadirlo: senza soldi anche la più innovativa idea di business non può essere concretizzata. In pochi casi per una startup sarà possibile autofinanziare i suoi progetti, utilizzando fondi propri oppure conferimenti di capitale dei soci, mentre nella maggior parte dei casi sarà necessario ricorrere a finanziamenti “esterni” alla società. Ma dobbiamo ricordare che non esiste un singolo tipo di finanziamento.
Solo per citare i più importanti e utilizzati, possiamo ricordare i finanziamenti bancari, gli apporti di capitale da parte di business angel e venture capital, quelli riservati solamente alle imprese (come l’anticipo sulle fatture) e tutti quelli che rientrano nella galassia della finanza agevolata.
Ciascuno di questi strumenti ha i suoi vantaggi e i svantaggi e può essere utilizzato al meglio in determinati ambiti e in determinate fasi della vita di una startup: non conoscere in modo approfondito il funzionamento di questi diversi strumenti può esporre al rischio di non riuscire a utilizzarli nel modo corretto.
E la conseguenza può essere quella di non avere il denaro necessario per lo sviluppo della startup, oppure di averlo ma a un costo insostenibile per la startup stessa. Anche in questo campo, la conoscenza è potere.
# Errore numero 5: fare tutto da soli? Non si può!
Sappiamo già che la scelta di un team vincente è un’operazione della massima importanza nello sviluppo di una startup: vi sono alcune figure che non possono mancare all’interno di un team e quella dell’esperto di finanza e di amministrazione è una di queste.
Si tratta di una figura importante, al pari del responsabile del marketing o del commerciale, perché ha le competenze per gestire nel modo corretto tutti gli aspetti che riguardano l’ambito finanziario (fra cui ricordiamo il bilancio e l’approvvigionamento dei finanziamenti) e non possiamo pensare di rinunciare a questa figura.
Forse potremmo pensare che l’esperto di finanza e amministrazione sia superfluo in una startup: in fondo si tratta di creare e distribuire un nuovo prodotto o servizio sul mercato.
Ma una società ha bisogno di essere amministrata nel modo corretto per poter funzionare al meglio, e si tratta di un compito molto impegnativo: pensare di “risparmiare” non assumendo una figura in questo ambito è un errore, che rischiamo di pagare in seguito a caro prezzo.
Allo stesso modo è necessario un consulente finanziario. Con i consigli giusti la nostra startup potrà usufruire di benefici, incentivi e regimi fiscali agevolati, utilizzando tutte le “occasioni” che il sistema finanziario e normativo offre per migliorare le sue perfomance e risparmiare sulle spese.
La gestione finanziaria di una startup non è un’”impresa semplice”: ma seguirla con la dovuta attenzione permette a una startup di sfruttare ogni possibilità di crescita. Lo sviluppo non può essere solo tecnico, ma quello amministrativo deve seguire di pari passo: questo è l’unica via per arrivare al successo.
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1 Response to "Startupper, 5 errori finanziari da evitare"
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