Oggi ho il piacere di intervistare Alessandro Arrigo co-fondatore di Startup Bakery
Startup Bakery ha come obiettivo quello di costruire startup nel settore B2B.
Adesso cercheremo di saperne di più e capire come questa startup possa supportare gli aspiranti e neo startupper.
Ciao Alessandro, benvenuto su Startup Vincente
Buongiorno a voi e grazie per l’interesse.
Alessandro, ci potresti spiegare, meglio di quanto abbia fatto io, di cosa si occupa Startup Bakery?
In realtà hai ben colto l’essenza di quello che facciamo, ovvero “costruire” startup in serie.
Si tratta esclusivamente di Software as a Service (SaaS), B2B, con elementi di Intelligenza Artificiale e che siano “sostenibili”, ovvero rispondano ad almeno uno dei Sustainable Development Goals (SDG).
Per sgombrare il campo da equivoci, è corretto dire che non siete né un acceleratore e neanche un incubatore?
Cosa vi differenzia da questi?
È corretto.
Siamo uno startup studio, ovvero un generatore di startup.
Io e il mio team “siamo” la startup che gemmiamo.
Il nostro modello di business non ci consente di sopravvivere erogando consulenza alle startup; noi prosperiamo se facciamo la exit delle startup che gemmiamo.
In questo modo vincono tutti: i nostri co-founder, gli investitori e i partner industriali che comprano le nostre iniziative.
Questi ultimi, oltre ad acquisire la startup a condizioni favorevoli, acquisiscono software e team già pronti per essere integrati nelle loro strutture.
Alessandro Arrigo
Co-Founder e CEO di Startup Bakery
Costruiamo startup innovative nel segmento B2B
Tu sei uno dei co-founder, che ruolo occupi oggi e qual era il tuo background prima di creare la tua startup?
Da un anno sono co-founder di Startup Bakery assieme ad Angelo Cavallini che ne è il COO.
In più ricopro il ruolo di CEO.
Nel 2017 ho co-fondato FinScience, in ambito fintech, AI e big data, confluita dopo nemmeno 2 anni all’interno del gruppo Datrix SpA e prima ancora ero Partner e responsabile IT di 3rdPlace, una data company che eroga consulenze in strategie digital.
Mi sono sempre occupato di tecnologia (ho anche iniziato come developer!), dati e digital, ma in realtà la mia laurea in Economia mi ha garantito un background misto, che mi è stato molto utile per comprendere le esigenze di tutti i contesti in cui ho operato.
Immagino che tu sia consapevole delle difficoltà legate alla creazione e sviluppo di una startup, cosa ti ha spinto ad iniziare questo percorso ed ancora oggi ad andare avanti?
Crearne una è divertente, ma crearne una ogni 6 mesi lo è molto di più!
Il mondo venture è pieno di soggetti che ti aiutano nel percorso “da 1 a unicorn”, ma esiste uno spazio sterminato per chi vuole fare il pezzo “da -1 a 1”.
Come imprenditore mi limito a coprire bisogni di mercato disattesi, o coperti in modo ancora poco efficiente.
Nel processo di creazione di Startup Bakery, quali sono gli step che avete seguito o che state seguendo?
Abbiamo aggregato un team misto, composto da risorse interne ed esterne.
Tutti grandi professionisti abituati a fare startup.
Abbiamo strutturato processi interni che ci consentono di replicare la gemmazione e lo sviluppo delle iniziative con efficienza sempre crescente (dal 2022 creeremo una startup ogni 4 mesi) e abbiamo chiuso con successo un round di investimento da 750k che ci consentirà di operare con l’unico obiettivo di realizzare le exit delle startup che gemmiamo.
Con il senno di poi, cosa non rifaresti, nel percorso di creazione della tua startup?
Avrei anticipato i tempi di qualche mese, ché abbiamo costituito Startup Bakery il 18 febbraio 2020, alle soglie del primo lockdown e per i primi 2 mesi abbondanti il business era praticamente fermo.
Poi per fortuna è andato tutto per il meglio e siamo ripartiti alla grande.
Nel tuo lavoro quotidiano ci sono degli strumenti o delle metriche che segui maggiormente?
Sì, sin dall’analisi delle business idea che diventeranno startup, viene assegnato un rating, che è la sintesi di decine e decine di fattori, per assegnare il quale gli Investment Manager si avvalgono anche di un nostro software proprietario di AI che unisce dati strutturati (provenienti da DB quali Crunchbase) e non strutturati (notizie, blog post, social post, ecc.).
Poi come detto ogni nostra “ricetta” deve essere legata ad almeno un SDI (Sustainable Development Indicators).
Infine abbiamo impostato altre soglie di validazione “lean” che tutte le nostre iniziative devono superare per proseguire nel loro percorso.
Qual è il business model di Startup Bakery?
Analizzare i business pain di mercato (meglio se provenienti già da partner industriali), risolvere i pain creando una startup da zero (CEO, team, software, ecc.), sviluppare la startup e dimostrarne la traction, cedere la startup al partner industriale per farla scalare.
Ripetere da capo.
Ti va di raccontarci come siete riusciti a validare la vostra idea?
Applichiamo a noi stessi la metodologia Lean che utilizziamo sulle nostre startup. In questo primo anno abbiamo raccolto 750k da investitori che hanno creduto alla nostra vision e al modello proposto.
Abbiamo poi gemmato una prima iniziativa (Donux.com), validando il fatto che eravamo in grado di trovare persone in gamba da avviare al percorso imprenditoriale e oggi stiamo ripetendo il percorso con la prima startup di prodotto (Veterly.com) di cui stiamo validando anche la strategia commerciale.
Ma la validazione finale sarà per noi quando riusciremo a cedere la prima startup.
A quel punto potremo dire di aver validato l’intero processo di uno startup studio.
Invece parlando di clienti, come fate ad entrare in contatto con i vostri potenziali clienti?
I nostri clienti sono: co-founder, investitori e partner industriali.
Li troviamo oggi soprattutto grazie al networking, ma stiamo cominciando anche a impostare una strategia comunicativa volta a estendere il network iniziale.
Supponiamo che io abbia un'idea su cui voglia realizzare una startup.
Posso venire a bussare direttamente alla vostra porta oppure devo prima eseguire qualche test, come per esempio la validazione della mia idea?
Qualunque aspirante imprenditore che abbia un'idea che implichi la realizzazione di un SaaS B2B teso a migliorare la società in cui viviamo è il/la benvenuto/a.
Ovviamente se l'idea è già un po' solida è meglio.
Se poi si vuole candidare anche come co-founder della stessa, sia lui/lei che la business idea entreranno nei nostri processi di analisi e validazione che sono i medesimi sia per le idee partorite all’interno dello studio che per quelle provenienti dall’esterno.
Per essere gemmata un'idea deve essere infatti non solo convincente di per sé ma anche più convincente delle altre già in esame.
La nostra validazione avviene quindi anche a livello di portfolio: solo quelle più promettenti ottengono un investimento.
Questo processo di selezione e competizione tra idee è basato su criteri oggettivi, è regolato da una governance e avviene in maniera collegiale per evitare i bias individuali e tutelare il più possibile gli interessi degli investitori.
In Veterly, la nostra prima startup gemmata ad ottobre 2020, abbiamo seguito proprio questo processo.
I co-founder però devono essere pronti a portare avanti un'altra business idea nel caso in cui la loro non superi determinate soglie di validazione lean.
Inoltre se fossi da solo, ci pensate voi a cercare altri co-founder?
In Startup Bakery non si è mai soli.
Nelle prime fasi di vita di una startup, il team dello studio è il team della startup.
Ci occupiamo noi di costruire attorno al CEO sia il core team che poi il vero e proprio team più allargato, concordando con i co-founder le figure più adatte per il percorso di ogni startup.
È questa la forza del nostro modello: ogni idea nasce in un ambiente che già dispone di risorse umane, finanziarie e di know how.
Utilizzare uno stack tecnologico comune su ogni SaaS ci consente di disporre agilmente di una pipeline di talenti pronta per essere ingaggiata.
A mano a mano poi che l'idea prende forma e struttura, si costruisce un team dedicato e si cercano le competenze giuste: abbiamo una funzione HR che si occupa costantemente di trovare i talenti giusti e al momento abbiamo più di una posizione aperta.
Ci sono startup successo che sono uscite da Startup Bakery?
Al momento sarebbe prematuro.
Dopotutto siamo nati a febbraio 2020 e abbiamo impiegato questo anno per assemblare un team di validi professionisti (founder, investitori e advisor che contano varie storie imprenditoriali di successo e varie exit alle spalle) e creare tutti i processi da zero.
Dopodiché abbiamo gemmato la nostra prima startup in ambito veterinario a ottobre 2020 e ne stiamo pianificando altre due.
Ci siamo dati circa 2 anni per selezionare un partner industriale che la acquisisca e la faccia scalare (considerate però che una startup costituita al di fuori di uno studio impiega mediamente 5 anni a fare un percorso similare - fonte: GSSN whitepaper).
Il nostro orizzonte di investimento è su più anni perciò è presto per fare bilanci.
Tuttavia sulla base dei riscontri avuti finora - a pochi giorni dalla messa online del sito di Veterly abbiamo ricevuto già numerosi preordini - siamo molto fiduciosi 🙂
Ho letto che avete chiuso un round di finanziamento di 750.000 euro grazie all’intervento di importanti società che hanno creduto nel vostro progetto.
A parte questo, come siete riusciti a finanziare il vostro progetto partendo dall’inizio della vostra avventura?
Parte di quel finanziamento è provenuto da noi stessi (circa 150k).
Per un investitore poi è più facile investire in un’iniziativa in cui vede che i primi a crederci sono i proponenti stessi.
Quindi, nonostante un 2020 piuttosto particolare, la raccolta è andata molto bene. E prosegue anche nel 2021.
Finanziariamente, come sta crescendo la vostra startup? In che percentuale sta crescendo il vs fatturato?
il capitale raccolto ci garantisce operatività sino alla prima exit prevista, è infatti su questo che si basa il nostro modello ed è l’unico modo per avere unione di intenti con i co-founder delle nostre iniziative.
Fatturiamo bene quando vendiamo bene le startup.
Secondo te qual è il segreto di una startup di successo?
Cosa fa veramente la differenza?
L’execution.
Puoi avere anche la migliore business idea del mondo, ma se non la sai mettere a terra non hai in mano nulla.
Un’ottima execution su una business idea, anche solo decente o addirittura replicata, ti permette invece di raccogliere grandi risultati.
Per noi la business idea è una commodity, quello che fa la differenza è come la si tramuta in realtà.
Quali sono le principali difficoltà per chi vuole avviare oggi una startup in Italia? Qual è il consiglio di possiamo dare?
In Italia ci sono molti “consulentifici” e pochi “makers”.
Molti imprenditori (anche in gamba) ci provano con scarsi risultati e di conseguenza gli investitori (ed i partner industriali) spesso spaventati da questa dinamica si spostano dall’early al late stage.
Chi investe in early stage, per tutela, lo fa spesso ponendo delle condizioni al ribasso.
L’unico modo di rompere su ampia scala questo circolo vizioso è tramite uno shock pubblico. In questo senso CDP è un buon, seppur timido, inizio.
Ci sono però anche in Italia alcuni soggetti e programmi seri, basta conoscerli e stare lontani dai consulentifici o da coloro che vendono corsi o master per diventare qualcuno che loro non sono mai riusciti a diventare.
Esistono delle risorse sia online che offline o delle competenze che è necessario possedere se si vuole creare una startup ?
Ci vogliono curiosità (per innovare seriamente) e struttura mentale (per evitare di defocalizzarsi).
Non conta tanto la formazione scolastica, ma la forma mentis che la stessa ti ha dato negli anni.
Poi fa tutta la differenza del mondo il circondarsi di persone che ti completino, sia come collaboratori interni che come professionisti esterni.
Non ho delle risorse precise da consigliare, a seconda del verticale della startup vanno a mio avviso seguiti quei soggetti che hanno già affrontato il medesimo percorso e ce l’hanno fatta.
Ed invece esistono dei profili che non possono mancare all’interno di una startup digitale?
Sì, almeno un visionario e un direttore d’orchestra.
Le competenze si trovano, sia internamente che esternamente alla startup, ma se non tracci un percorso chiaro (vision) e non le coordini al meglio lungo il cammino (direttore d’orchestra), non vai molto lontano (oppure spendi molto più del dovuto per arrivarci).
Alla luce della tua esperienza, se tu domani mattina avessi una nuova idea su cui decidi di costruire una startup, quali sono le 3 cose che faresti per prime?
Le prime due cose avvengono pre-costituzione e sono funzionali alla terza.
Alessandro se qualcuno dei nostri amici volesse contattarti, come può farlo?
Il modo più sicuro e rapido è tramite l’apposita pagina del nostro sito web, in quanto i messaggi vengono controllati da più persone nel team.
Ok Alessandro, grazie per le tue risposte.
Per adesso ti saluto e spero di risentirti più avanti con un aggiornamento su come procede il vostro viaggio.
Certamente, sarà un piacere. Grazie mille a te e a tutto il team di Startup Vincente per l’ospitalità. A presto!
Approfondimenti
- Startup Bakery (Sito Web)
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