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Creare una startup di successo è il sogno di molti: ma, se andiamo a vedere le statistiche relative alle nuove imprese in Italia negli ultimi anni, la situazione che ci appare davanti può risultare desolante.

I numeri parlano chiaro: solo il 5% delle startup supera i primi 3 anni di vita. Una percentuale effettivamente molto bassa, che può fare paura, soprattutto se stiamo iniziando a lavorare al nostro progetto per creare una startup.

In effetti, pensare che il 95% delle startup non riesce a sopravvivere al mercato, può davvero preoccuparci: anche perchè sappiamo bene che dietro a una startup c’è un lungo lavoro di preparazione e progettazione, che impegna denaro e tempo.

E c’è un altissima possibilità che tutti questi sforzi vadano “bruciati” nel giro di un lasso di tempo molto breve: una possibilità che dobbiamo sempre tenere presente.

Ma il rischio del fallimento non deve spaventarci e bloccare ogni nostra iniziativa: piuttosto, è molto importante capire quali sono le cause che portano a questi insuccessi.

Se conosciamo queste cause che generano il fallimento, potremmo partire già attrezzati per la nostra avventura imprenditoriale, e creare la nostra startup partendo con il piede giusto.

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7 motivi che portano al fallimento di una startup

1. Non rispondere a un’esigenza del mercato

Questo è il primo fattore che influenza il successo o l’insuccesso di una startup: per quanto possiamo aver creato un prodotto perfetto, questo è totalmente inutile se non risponde ai bisogni e ai desideri dei clienti.

Il motivo è evidente: se il prodotto non serve, o, meglio, non è percepito come utile dal mercato, nessuno lo acquisterà.

Quindi potremmo avere un prodotto tecnicamente perfetto, che però non riesce a vendere.

Ovviamente è possibile evitare che la nostra società si trovi in questa situazione, intervenendo prima di creare una startup: in questo caso sono di assoluta importante le indagini di mercato e il confronto con l’offerta della concorrenza.

Sono infatti questi gli stumenti più efficaci per capire quali sono i reali bisogni del mercato, se e come sono stati soddisfatti e, quindi, se c’è spazio per la soluzione che intendiamo proporre.

Trascurare questo fattore determinante conduce quasi sicuramente al fallimento del nostro progetto di business.

2. Lanciare il prodotto nel momento sbagliato

Creare una startup di successo è anche una questione di tempismo: c’è un periodo, una finestra temporale, in cui il nostro prodotto dovrà essere lanciato sul mercato per ottenere i risultati che desideriamo.

Se partiamo troppo presto, facendoci prendere dall’entusiasmo, rischiamo di lanciare sul mercato un prodotto che non risponde completamente alle caratteristiche richieste dai clienti oppure che presenta ancora dei difetti: il risultato rischia di essere quello di una serie di feedback negativi e la grande difficoltà di recuperare i clienti persi, anche perfezionando il prodotto.

Di contro, se aspettiamo un tempo troppo lungo per lanciare il nostro prodotto, rischiamo di perdere la finestra di mercato di cui parlvamo prima: in questa situazione dobbiamo affrontare la probabilità che la nostra soluzione sia già stata superata da quelle proposte dai competitor oppure che la clientela non abbia più biosgno del prodotto o servizio che offriamo.

Analizzare il momento giusto per entrare nel mercato è una delle chiavi determinanti per creare una startup di successo.

3. Problemi all’interno del team

Dobbiamo pensare al team della nostra startup come a una squadra di calcio, di cui noi siamo l’allenatore: se i giocatori non vanno d’accordo fra loro, per qualsiasi motivo, è molto difficile che diano il massimo in campo.

Questo vuol dire che la nostra squadra è destinata alla sconfitta, pur avendo ottimi giocatori e una buona strategia.

Quindi, nel momento in cui scegliamo i membri del nostro team, dobbiamo quindi valutare non solo la professionalità, ma anche la personalità e le attitudini di ciascuno, in modo da creare un gruppo che copra tutti i ruoli necessari allo sviluppo del progetto e che lavori in modo armonico.

Ovviamente non basta scegliere le persone giuste, ma è molto importante che continuiamo a sovraintendere e a coordinare i diversi membri del team durante tutto il percorso di sviluppo del nostro progetto di business: infatti il nostro ruolo deve essere quello di avere sempre sott’occhio il quadro complessivo del progetto, oltre alle sue singole parti.

Allenatore, o anche direttore di orchestra: è questo il ruolo, di massima responsabilità, che dobbiamo imparare a interpretare nel modo migliore nel momento in cui decidiamo di creare una startup di successo.

4. Mancanza di un modello di business scalabile

Prima di tutto dobbiamo ricordare quello che si intende quando si parla di business model scalabile: scalabile è un business che è in grado di crescere e aumentare le sue dimensioni (clienti e volumi di affari) in modo esponenziale, senza la necessità di impiegare risorse in modo proporzionale.

Quindi una startup deve essere in grado di sfruttare le economie di scala.

Se il nostro progetto di business non presenta da subito questa caratteristica (che è anche una di quelle proprie per poter definire un’impresa una startup), non ha senso andare avanti: infatti, tutto il tempo, gli sforzi e gli investimenti fatti non potranno portare alla crescita e al guadagno necessario per creare una startup di successo.

5. Ignorare i propri competitors

In molti casi gli startupper sono così concentrati sullo sviluppo della loro idea di business da “isolarsi” dalla realtà: questo, nel mondo imprenditoriale, vuol dire ignorare la concorrenza.

In realtà lo studio dei nostri competitors deve essere un’attività continua: sia nel momento in cui si decide di creare una startup, sia nelle sue diverse fasi di sviluppo.

Non possiamo mai permetterci di ignorare quello che stanno facendo i nostri concorrenti.

Lo studio della concorrenza riveste una grande importanza sia all’inizio del progetto (permette di valutare la possibilità di realizzare concretamente un’idea di business), sia durante tutta l’attività di una startup.

Studiando i competitors possiamo capire quali sono le tendenze del mercato, quali sono i possibili sbocchi e parti di mercato in cui inserirsi e, soprattutto, quali sono gli errori che dobbiamo assolutamente evitare.

Chiudersi in una “torre d’avorio”, convinti che il nostro progetto sia il migliore possibile e concentrarsi solo su questo ignorando il resto può condurci a un solo traguardo: il fallimento.

6. Nessun finanziamento o investitore interessato

La mancanza di capitali decreta la fine di buona parte della startup: dobbiamo considerare che, salvo rari casi, è molto difficile pensare a creare una startup che finanzi con capitale proprio o dei soci un intero progetto di business.

I progetti più ambiziosi richiedono molto capitale e non riuscire a reperirlo è uno dei problemi più complessi che uno startupper deve affrontare: per questo è molto importante conoscere tutti gli strumenti e le opzioni disponibili per finanziare una startup.

Se i finanziamenti di tipo classico (come banche o società finanziarie) sono troppo costosi, si può espandere la propria ricerca su un nuovo tipo di finanziatore, che può anche collaborare a creare e far crescere la startup (come avviene per esempio con i Business Angel).

E non bisogna mai trascurare tutte le possibilità che permettono di raccogliere fondi a costi contenuti, come può accadere con i bandi di finanziamento pubblici o di soggetti privati.

Raccogliere i capitali necessari alla nostra startup può non sembrare facile, ma si tratta di un passo determinante non solo per la sua creazione ma anche per lo sviluppo futuro: dobbiamo impegnarci al massimo in questo campo, cercando tutte le soluzioni possibili e creando un network di contatti che permetta al nostro progetto di essere scoperto e conosciuto dalle persone giuste, quelle davvero interessate a investire nella nostra attività.

7. Mancato cambiamento di rotta al momento opportuno

Molto spesso, nei primi anni di vita di una startup, arriva un momento in cui una decisione o un prodotto non portano ai risultati sperati: se ci si “fossilizza” su un’idea non vincente e si resta saldi sulle proprie posizioni, il rischio è quello di buttare via soldi e fatica inutilmente.

Tutto questo porta poi a creare un pessimo clima all’interno dell’azienda, causato soprattutto dalla frustrazione che deriva dal mancato progresso: in questo caso è necessario cambiare rotta, per quanto possa essere difficile, perchè altrimenti la nave della nostra startup è destina a scontrarsi con un enorme iceberg che la porterà ad affondare.

Creare una startup di successo vuol dire perseverare, ma essere anche flessibili e soprattutto essere in grado di riconoscere i propri errori: solo in questo modo potremmo sfruttare le occasioni che il mercato ci offre, guidando la nostra startup lontano dai pericoli verso un porto sicuro.

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