Oggi ho il piacere di intervistare Manuele Ceschia.
Manuele è il fondatore di AppMyNet, una startup che si occupa di gestione delle persone all'interno delle aziende.
Ciao Manuele, benvenuto su Startup Vincente
Ciao Dante, grazie.
È un piacere per me essere accolto in Startup Vincente, un nome che è anche un bellissimo augurio per la nostra realtà.
Manuele te lo auguro di cuore.
Ci potresti spiegare di cosa si occupa la tua startup?
MyNet fornisce alle aziende una soluzione per la gestione delle risorse umane attraverso una app che unisce le tematiche più strettamente legate al marketing interno e alla gestione “virtuosa” delle risorse umane all’ottimizzazione di tutti i processi legati al mondo HR e al mondo payroll, quindi la richiesta di ferie e permessi, la consegna delle buste paga eccetera.
Tu che ruoli occupi e qual era il tuo background prima di creare la tua startup?
Ho iniziato il mio percorso imprenditoriale nel mondo degli eventi per poi passare in quello del marketing.
Ho avuto modo di entrare in contatto con moltissime aziende, con alcune delle quali sono anche entrato in società: sono riuscito ad avere fino a sette società contemporaneamente!
Poi, un po’ alla volta, mi sono focalizzato soltanto su MyNet, che oggi impiega quasi la totalità del mio impegno e delle mie energie.
Manuele Ceschia
Founder e CEO di MyNet
Gestione delle Risorse Umane
Com'è nata l'idea di creare App MyNet?
L’idea di MyNet è nata per rispondere alle esigenze di un cliente dell’agenzia di marketing, che ha fatto richiesta di uno strumento specifico per la comunicazione interna, finalizzato a coinvolgere e ingaggiare i dipendenti.
Abbiamo quindi realizzato la app MyNet e c’è stato subito, e in maniera molto forte, anche l’interesse anche da parte di molte altre realtà imprenditoriali.
Abbiamo quindi sviluppato ulteriori funzionalità, in base alle richieste che ci venivano fatte, fino ad arrivare oggi ai 16 moduli che compongono MyNet.
Cosa vi differenzia dai vostri competitors, qual è il vostro vantaggio competitivo?
Noi siamo gli unici ad integrare le operazioni più standard del mondo HR al marketing interno, tant’è che la nostra app è l’unica personalizzabile, grazie all’acquisizione dell’immagine e dei colori dell’azienda cliente.
Ci differenzia dai nostri competitor anche il supporto e l’assistenza che forniamo: sia l’azienda, sia i dipendenti possono contare su un project manager dedicato, a loro disposizione.
Il fatto che si tratti sempre della stessa persona crea un meccanismo virtuoso anche per quanto riguarda il feedback da parte degli utenti.
Inoltre MyNetpropone costantemente migliorie alla piattaforma basate sui feedback forniti dai clienti e sulle loro specifiche richieste, che noi ascoltiamo sempre con attenzione cercando di realizzarle al meglio.
Manuele, ci puoi fare un esempio di utilizzo di app MyNet?
Un esempio che mi viene in mente è quello di una catena di concessionarie presente con le sue sedi in Liguria e Piemonte che utilizza MyNet per la gestione delle comunicazioni verso tutti i dipendenti, targettizzandola in base alle sedi oppure ai marchi trattati dalle singole concessionarie.
MyNet, inoltre, gestisce le timbrature dei dipendenti in ingresso e in uscita, la consegna della busta paga, tutto il piano formativo e le firme della documentazione relativa alla sicurezza e alla privacy dei collaboratori.
Questo è solo uno dei tanti esempi, perché le funzionalità di MyNet variano a seconda del settore merceologico e, soprattutto, degli obiettivi che l’azienda si pone: a volte l’obiettivo è quello di ottimizzare processi, o risolverli, mentre in altri casi l’obiettivo è quello di creare un miglior rapporto con collaboratori, colleghi e dipendenti.
Nel processo di creazione di app MyNet, quali sono gli step che hai seguito o che stai seguendo tutt’oggi?
Nel creare MyNet ho seguito praticamente tutti i processi, perché il mio ruolo è proprio quello di fare le cose per primo, in modo da capirne bene le dinamiche e definire i ruoli all’interno del team operativo.
Gli step che caratterizzano la realizzazione di MyNet sono: ascolto del cliente, ascolto dei dipendenti, test della app, messa on line, commercializzazione, ascolto dei clienti per lo sviluppo dei nuovi moduli, sviluppo di contatti all’estero per cercare dei rivenditori, aspetti di marketing e comunicazione, preparazione della documentazione.
Per fortuna io mi occupo sì di un po’ di tutto, ma non entro nei dettagli quasi di nulla, se non del marketing e del commerciale.
Insieme a me il motore trainante di MyNet è il mio socio Federico Carducci, che è una figura più tecnica, e insieme a noi c’è un team di persone sempre più numeroso con delle competenze variegate.
Con il senno di poi, cosa non rifaresti, nel percorso di creazione della tua startup?
Ad oggi non mi sono ancora reso conto di eventuali errori né ho avuto ancora dei reali dubbi, né riscontrato problematiche che non siano, di fatto, fisiologiche.
Rifarei tutto.
Se proprio devo trovare qualche problematica mi viene in mente lo sviluppo di due moduli richiesti da un cliente.
Li abbiamo realizzati senza pensarci troppo sopra, ma per rendere queste funzionalità interessanti anche per altre aziende abbiamo dovuto investire moltissimo in termini di pensiero e di sviluppo tecnologico e, magari, avremmo potuto farne a meno.
Quali sono i ruoli coperti dal team?
Il team ha al suo interno una figura amministrativa, un innovation manager, un digital writer, un direttore commerciale Italia e un direttore commerciale estero, un CTO, che è il mio socio Federico, e una responsabile del customer success, impegnata nell’offrire supporto ai clienti.
Nel tuo lavoro quotidiano ci sono delle metriche o kpi che segui maggiormente?
Cerco di impostarmi delle metriche, degli obiettivi o dei to do che vorrei chiudere nell’arco della giornata o della settimana.
Spesso, però, la mia routine giornaliera viene scandita da urgenze o problematiche da gestire, che quindi fanno passare un po’ in secondo piano tutto quello che ho pianificato.
Questo è probabilmente una conseguenza del mio ruolo in questo momento, che è anche quello di andare in soccorso degli altri quando si trovano ad affrontare delle problematiche con il loro lavoro quotidiano.
Qual è il business model su cui si regge app MyNet?
Il modello di business di MyNet è un SAS – Software as a Service.
Le aziende quindi pagano un piccolo setup iniziale e una fee mensile a dipendente, che varia in base al numero dei dipendenti e al numero dei moduli utilizzati.
Ti andrebbe di spiegarci come avete validato la tua idea di business?
L’idea di business di MyNet è stata validata dai primi clienti che hanno richiesto il servizio, che hanno anche generato un passaparola positivo e che ci siamo impegnati davvero molto ad ascoltare.
È stato infatti grazie ai loro feedback che abbiamo capito quali fossero le loro reali esigenze, che cosa i nostri competitor non facevano, a quale target commerciale rivolgerci e quali funzionalità sviluppare per essere ancora più competitivi.
Invece parlando di soldi, come siete riusciti a finanziarla fino ad ora e come pensate di finanziare i vostri progetti di crescita?
Inizialmente ci siamo autofinanziati, ma fin da subito abbiamo avuto il supporto dei clienti che hanno pagato per avere il servizio.
Quando si è trattato di fare gli investimenti più significativi a livello tecnologico abbiamo sfruttato due bandi europei, che abbiamo avuto la fortuna e la capacità di vincere.
Il credito d’imposta ci ha poi permesso di ammortizzare gli investimenti con un ritorno in termini di saving sulle tasse degli anni successivi.
Parliamo di un investimento di circa 450.000 euro.
Ora che ci stiamo affacciando a nuovi grandi investimenti, non più dal punto di vista tecnologico, bensì commerciale, finalizzati ad accelerare lo sviluppo e la diffusione di MyNet, siamo alle porte di un round Family&Friends, con il quale andremo a coinvolgere gli operatori del settore che possano portarci quello che in gergo tecnico si chiama “smartmoney”, cioè il denaro, ma anche tutta una serie di competenze, relazioni e contatti che MyNet è interessata ad ingaggiare.
Quali sono le principali difficoltà per chi vuole avviare oggi una startup in Italia? Qual è il consiglio di possiamo dare?
Il mio consiglio è sicuramente quello di non mollare mai e, allo stesso tempo, di avere pazienza.
Spesso la voglia di crescere troppo velocemente anche belle idee e bei team nelle condizioni di non riuscire a sviluppare il progetto.
Questo perché magari vengono fatte scelte e investimenti importanti, senza prima analizzare bene le conseguenze.
Scelte e investimenti vanno misurati e ponderati con attenzione: è fondamentale.
Capisco però anche che questo non sia molto facile da fare. Sicuramente molte realtà patiscono anche le scarse competenze imprenditoriali.
Quando abbiamo creato MyNet, arrivavamo da esperienze imprenditoriali precedenti, già consolidate: sapevamo come gestire l’aspetto della finanza agevolata, quello amministrativo e quello degli investimenti.
Avevamo anche una rodata rete di fornitori ai quali appoggiarci.
Per ogni startup, sapere a chi affidarsi a volte è determinante!
Ad esempio, conosco diverse startup che si sono affidate all’agenzia di marketing sbagliata e hanno bruciato gran parte del loro budget senza raccogliere poi nessun ritorno, ma non per via del prodotto o perché il mercato non fosse pronto, ma perché la strategia di marketing era completamente sbagliata o fuori focus.
Esistono delle risorse sia online che offline che ti senti di consigliare a chi sta per creare una startup digitale oggi in Italia ?
Ci sono moltissime risorse che possono aiutare chi si sta cimentando nella creazione di una startup digitale: podcast, imprenditori che condividono informazioni, canali social, bellissime stanze su clubhouse, corsi.
Online è possibile trovare contenuti molto verticali: l’importante è capire quali ha davvero senso seguire.
Un’altra cosa fondamentale da fare è verificare con attenzione se ci sono dei competitor o altre aziende che operano nello stesso settore, oppure anche in settori differenti, e tenere monitoratele loro attività, sia per quanto riguarda il marketing, sia per quanto riguarda lo sviluppo del prodotto.
Ad esempio, io mi sono specializzato nel mondo delle HR Tech e ho avuto la fortuna di entrare a far parte di una associazione che mi ha messo in contatto con altri player, con i quali ho condiviso informazioni e ho creato anche ottimi rapporti di amicizia e instaurato rapporti con aziende che mai avrei potuto immaginare di conoscere.
Quali sono le competenze necessarie che un founder deve possedere per poter pensare di gettarsi nella mischia e creare una propria startup ?
Uno startupper deve innanzitutto essere un leader, perché deve circondarsi di persone che contribuiscano alla creazione di valore.
Inizialmente non lo fai con il denaro, perché non ce l’hai, ma lo fai con le giuste leve, con il coinvolgimento, cercando di trovare la soddisfazione di entrambi in una collaborazione che io chiamo “win-win”.
Il successo di uno startupper dipende anche molto dalla sua tenacia e dalla caparbietà nel cercare di raggiungere gli obiettivi, con un approccio che, secondo me, deve essere molto etico.
Uno startupper al giorno d’oggi non può permettersi di essere un capo che dà ordini, ma deve essere un leader che dà l’esempio.
Parlando di persone, esistono dei profili all’interno del team che non possono mancare in una startup digitale?
In una startup digitale in questo momento, dal mio punto di vista, hanno molta più valenza le figure che si occupano degli aspetti del marketing e del commerciale.
Questo perché progetti anche molto validi, se non riescono ad emergere e ad avere una diffusione a distanza di mesi o addirittura di anni, possono essere etichettati come fallimentari, anche se magari potevano raggiungere degli obiettivi molto più alti.
Secondo te qual è invece il segreto di una startup di successo?
Cosa fa veramente la differenza?
Secondo me si ottiene il successo quando si riesce a trovare un filone di diffusione che sia continuo, in crescita e gestibile.
Quando vedete che il numero dei contatti cresce e che sono i vostri stessi clienti, tramite il passaparola, a portarvi degli altri clienti, in quel momento secondo me è arrivato il momento di spingere e di provare ad ottenere quello che in realtà tutte le startup vorrebbero: cioè il successo, il ritorno commerciale.
Se tu domani mattina avessi una nuova idea su cui costruirci su una startup, quali sono le 3 cose che faresti subito?
In questo momento me ne prenderei nota, ma sicuramente non inizierei una nuova avventura.
Siamo infatti in una fase di forte impegno su MyNet, che richiede il 100% del nostro sforzo in termini di nuovi contatti commerciali, di soddisfazione dei nostri attuali clienti, di miglioramento del prodotto e del servizio e di internazionalizzazione.
Se invece dovessi leggere questa domanda in un momento più calmo rispetto all’attuale, per prima cosa andrei a presentare la mia idea di business a persone del settore delle quali nutro stima e fiducia, chiedendo una loro opinione e quali criticità riscontrino, per poi farmi un’idea più chiara di quello che potrebbe essere il mio business.
Come secondo step andrei poi a definire delle possibili fette di mercato nelle quali inserirmi, identificando a quali clienti potrei rivolgermi e analizzando quanti insieme a me stanno vendendo qualcosa di simile o alternativo.
Fatti questi due passaggi e verificato che ci siano delle effettive possibilità di business procederei cercando di avviare la startup e quindi, a seconda dell’ambito nel quale questa si inserisce, mi ci butterei anima e corpo lavorandoci tantissimo.
Nelle fase inziale di una startup, infatti, il founder deve lavorarci molto di più di 10 ore al giorno,anche di notte mentre dorme!
Io ricordo che in un periodo non molto lontano nel tempo andavo a dormire con un blocchetto di appunti sul comodino e la mattina appena mi svegliavo avevo sempre degli appunti o delle note che avevo generato nel sonno.
Ok Manuele, grazie per le tue risposte.
Per adesso ti saluto e spero di risentirti più avanti con un aggiornamento su come procede il vostro viaggio?
Assolutamente!
Alla fine dell’anno mi farebbe piacere raccontarvi se saremo riusciti a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi in termini di utenti sulla piattaforma e numero di clienti e come ci saremo riusciti: magari potremo essere d’aiuto a chi dovrà impostare per la propria startup ad una strategia dello stesso tipo.
Approfondimenti
- App MyNet (Sito Web)
- Manuele Ceschia (Linkedin)
- Federico Carducci (Linkedin)
- Giulia Di Sopra (Linkedin)
- Tommaso Ponti (Linkedin)
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