Corsi e ricorsi storici. Avevo sentito parlare qualche mese di Momo e già allora questo progetto stuzzicava molto la mia fantasia.
Poi uno startupper mi consiglia di contattare Morpheos perché hanno un bel progetto che stanno sviluppando e quindi ecco che oggi abbiamo come ospite Luca Bonaccorsi di Morpheos che è la società che sta sviluppando il progetto Momo appunto.
Adesso cercheremo di saperne un po’ di più sulla startup che sta dietro a questo progetto.
Prima di tutto, grazie Luca per aver accettato il mio invito
Grazie a te e a “Startup Vincente” per l’opportunità fornita
Ci diresti, per chi non lo sa ancora, cos’è Morpheos e tu di cosa ti occupi precisamente?
Il motto di Morpheos è “Ci sono idee che nascono di notte, si chiamano sogni” e credo che questa frase possa riassumere al meglio la sua natura.
In questo senso io amo definire me e i miei colleghi come “sognatori”.
Tornando sulla Terra, Morpheos è una startup innovativa nata dalla volontà con alcuni ex colleghi di lavoro di provare a fare qualcosa di realmente innovativo e “intelligente”.
Se abbiamo le carte in tavola per emergere con idee realmente intelligenti? Io ci credo.
In Morpheos sono il Responsabile dello Sviluppo, quindi mi occupo di architetture, pattern e ho a che fare con tutte quelle sigle che annoierebbero qualsiasi lettore, quindi mi fermo qui.
Quindi nell’ambito dei vari progetti su cui è impegnata Morpheos troviamo Momo, cos’è esattamente?
Momo è uno smart robot domestico con l’obiettivo di semplificare la vita dell’utente all’interno delle mura domestiche.
Abbiamo ideato un design in grado di adattarsi, in primis, all’arredo delle nostre case, senza “disturbare” la nostra intimità.
Attivato, il nostro sistema di Intelligenza Artificiale e i numerosi sensori a corredo, trasforma e gestisce l’ambiente di casa esattamente come lo desideriamo, senza sforzo, senza pensieri.
Volevamo creare un robot che non richiedesse all’utente finale di imparare una tecnologia per usare … un’innovazione.
Siamo figli di film e telefilm di fantascienza in cui i personaggi compiono azioni complesse parlando ad un’entità composta da bit, Momo è il naturale effetto.
Com’è nata l’idea di Momo?
Ricordo come fosse ieri, eravamo seduti in un locale intenti a scherzare sul mondo informatico quando ad un certo punto Edoardo ha iniziato a parlare di una sua “vision” riguardo alcuni argomenti relativi al mondo IT e SmartHome.
Siamo ingegneri, il passo dall’idea alla costruzione del progetto e la decisione di “provarci” è stato naturale
Esiste oggi qualche cosa di simile sul mercato o lavorate in un segmento senza concorrenti?
Il mondo in cui ci muoviamo è estremamente variegato e in fermento.
Abbiamo molti competitor anche se credo (con un pizzico di presunzione) che abbiamo ancora qualcosa di diverso che ci differenzia dalla massa
Nell’implementazione di questo progetto, quali sono gli step che avete seguito?
Gli step sono quelli classici che vanno dall’idea allo studio di fattibilità, alla prototipizzazione.
La prima vera innovazione di Morpheos risiede però nel metodo di lavoro che attuiamo per adattarci al contesto fortemente dinamico: non c’è un ordine prefissato e rigido, pianifichiamo e ripianifichiamo le sub-attività e le priorità con cadenza quasi settimanale.
Occorre dire che stiamo facendo molto “tesoro” delle rispettive esperienze pregresse e che tale metodo può essere adottato solo se, alla base, tutto il team ha una chiara idea del dove vuole arrivare o si rischia di perdersi.
Parliamo ora invece del team che lavora in Morpheos, da quante persone è composto?
Tra collaboratori, dipendenti e soci lavorano al progetto circa 20 persone, molte delle quali amici di lunga data e questo per noi è fondamentale perché ci permette di parlarci schiettamente senza inutili convenzioni sociali.
Come e dove avete trovato le varie persone che oggi compongono il team?
Abbiamo cercato, tra gli amici e conoscenti, persone in possesso di quel “quid” in grado di arricchire il nostro punto di vista di nuove sfumature
Sulla base della tua esperienza, esiste un profilo che non può mancare nel team di una startup a prescindere dal settore in cui opera?
Sicuramente, ma non parlerei di un profilo quanto più di forma mentis.
Una startup deve essere attenta alle novità, concentrata sul problema e dinamica in modo da trovarsi sempre pronta a modificare i propri piani qualora sia necessario.
Come siete riusciti a finanziare questo progetto?
Con tanto sudore e notti insonni, soprattutto da parte di Edoardo, abbiamo presentato domanda per il bando di finanziamento Smart&Start (promosso da Invitalia).
Siamo stati fra i vincitori, potendo così iniziare la fase progettuale e pre-industriale e poi è arrivata la partnership con Digital Magics.
Nel prossimo futuro lanceremo una campagna crowdfunding.
Quando potrà entrare nelle nostre case Momo?
Prima di quanto possiate pensare!
Contiamo di uscire sul mercato entro il 2017!
Concludiamo con una domanda che spesso rivolgiamo ai founder di startup, quali sono le 3 metriche che uno startupper dovrebbe tenere sotto controllo?
Sui vari social è ovviamente indispensabile una fanbase importante: non è possibile comunicare se non c’è nessuno che ti ascolta!
L’ascolto però non viene dai numeri e dai likes ma dalle relazioni, perché no, anche virtuali, che si riesce a creare, unite a quelle con i fornitori, i finanziatori, gli altri startuppers.
Attualmente la metrica principale su cui ci muoviamo è una sola: il tempo.
Occorre concedersi quello giusto per pianificare, organizzare, programmare con la testa senza cedere al panico del “tempo innovativo”: occorre fare in fretta, ma fare per bene.
Ok, grazie Luca per quest’intervista ed in bocca al lupo per i vostri progetti futuri che continueremo a seguire con attenzione
Grazie a te e a Startup Vincente!
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1 Response to "Momo il robot che promette di semplificare le nostre vite"
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