lecicogne

Trovare una babysitter che sia affidabile, referenziata, in regola a livello contributivo: un sogno per un genitore impegnato nel lavoro.

Il metodo più utilizzato negli anni passati era quello di affidarsi al passaparola, seguendo i consigli di altri genitori: metodo che può funzionare solo in alcuni casi.

In sostanza, un problema a cui Le Cicogne, startup innovativa fondata nel 2103, ha dato una soluzione.

E lo ha fatto creando un marketplace dove la domanda e l’offerta per i servizi di baby sitting si incontrano in modo rapido e sicuro.

# Cos'è Le Cicogne

Le Cicogne è una piattaforma che si rivolge sia al lato domanda che al lato offerta relativamente al settore delle babysitter.

Per quel che riguarda il lato offerta, il sito offre a chi esercita l'attività di babysitter la possibilità di iscriversi gratuitamente.

Per iscriversi al sito bisogna avere compiuto 18 anni ed è necessario inserire, oltre ai propri dati, tutta una serie di informazioni relative alla proprie competenze.

Il profilo viene valutato e se approvato è possibile visualizzare le offerte per il servizio di babysitter, ovviamente diviso secondo le diverse aree geografiche.

Per quel che riguarda il lato domanda, il sito offre la possibilità di ricerca di babysitter.

Anche in questo caso l’iscrizione è gratuita e dopo aver inserito i propri dati si può procedere a inserire un annuncio di ricerca.

All’annuncio seguiranno le candidature spontanee delle babysitter che si propongono per il lavoro, fra cui sarà possibile scegliere la candidata che meglio risponde alla proprie necessità.

Il compenso per il lavoro viene stabilito liberamente fra le parti, mentre il portale si occupa della gestione del sistema di pagamento (automatizzato, non prevede l’utilizzo di contanti) e della regolarizzazione amministrativa del contratto.

Inoltre Le Cicogne offre anche la possibilità di organizzare dei party, i Baby Party, che prevedono diverse tipologie di attività a seconda dell’età dei bambini.

Un altro servizio è quello offerto alle aziende, a cui vengono proposti particolari servizi che rientrano nell’ambito dei benefits previsti per i dipendenti.

# Come nasce

La nascita de Le Cicogne deriva dall’esperienza lavorativa della Founder, Monica Archibugi, che lavorava proprio come babysitter.

Un lavoro iniziato al liceo e portato avanti durante il periodo degli studi universitari, che le ha permesso di rendersi conto che la ricerca della babysitter era per molte famiglie un problema. 

Trovare la persona adatta in modo semplice e rapido non era assolutamente semplice.

D’altra parte, anche per le babysitter non era facile trovare il modo di proporre i loro servizi e di gestire i contratti in modo che fossero regolari.

Dopo una prima rete basata sulle conoscenze personali, Monica Archibugi ha avuto l’idea di sfruttare i social network, in particolare Facebook, per creare un gruppo dove domanda e offerta si potessero incontrare in modo semplice e veloce.

Da qui l’idea di creare un servizio vero e proprio, basato su un portale dedicato.

# I founder

La founder de Le Cicogne è Monica Archibugi: quando ha iniziato a lavorare al progetto che si è concretizzato con la creazione di una startup non aveva, per sua stessa ammissione, nessuna esperienza e nessuna preparazione specifica nel mondo dell’imprenditoria online.

Proprio questa inesperienza ha portato ad alcuni errori nelle fasi iniziali dello sviluppo del progetto: in particolare quello relativo al dominio internet.

Non avendo svolto le necessarie ricerche la founder si è resa conto che i domini con suffisso .it e .com erano già stati acquistati.

La laurea in Gestione delle Imprese, ma soprattutto la possibilità di partecipare ai corsi interuniversitari di InnovAction Lab ha permesso alla founder di conoscere il mondo delle startup e quindi di concretizzare in modo produttivo la sua idea di business.

Proprio in occasione del corso di InnovAction Lab Monica Archibugi ha conosciuto quella che sarebbe diventata la sua co founder, Giulia Gazzelloni, che aveva una formazione in Scienze Politiche e della Comunicazione.

Giulia Gazzelloni, che è rimasta nel progetto per oltre quattro anni, ricoprendo il ruolo di COO, è stata importante per orientare la comunicazione e il marketing della startup, oltreché nel necessario ampliamento del team.

La partecipazione a InnovAction Lab sancisce il "salto di qualità": dal progetto Monica Archibugi e i suoi collaboratori danno vita a una startup: Le Cicogne nasce ufficialmente nel 2013.

Lo step successivo, necessario per la crescita della società, è stata la decisione di partecipare alla selezione nel progetto di accelerazione di LUISS ENLABS.

Le Cicogne è stata scelta per il processo di incubazione gestito dalla LUISS ENLABS.

Il periodo di incubazione ha permesso alla startup di acquisire capitale e di posizionare online il sito web: in questo modo un numero sempre più elevato di utenti ha potuto iniziare a utilizzare il servizio, che nel giro di pochi anni è riuscito a coprire diverse città in tutta Italia.

Gli step seguenti nella storia de Le Cicogne sono quelli della partecipazione al bando Filas “Spin Off” e all’ampliamento del team.

Un maggior numero di persone all’opera ha permesso anche l’implementazione del sito web e la creazione di un'app dedicata: scelta che ha portato a un ulteriore aumento degli utenti e alla crescita della rete di babysitter nelle varie città italiane.

Il 2019 è l’anno chiave per il progetto de Le Cicogne: proprio durante quest’anno Orienta acquisisce il brand e la startup, che completa con un’exit di successo il suo percorso di crescita. 

La founder Monica Archibugi passa al ruolo di Innovation Manager per Orienta.

Attualmente Le Cicogne continua la sua attività, offrendo a famiglie, imprese e baby sitter i servizi più avanzati per trovare la soluzione ai loro problemi nel settore del babysitting.

# Il modello di business

Il modello di business de Le Cicogne è stato oggetto di diverse modifiche durante il processo di crescita della startup.

Questo perché, pur validato nelle fasi iniziali di sviluppo, il modello di business primario ha mostrato dei problemi durante l’applicazione concreta, non risultando il migliore possibile.

In seguito all’esperienza e ai feedback ricevuti dagli utenti, sia dal lato domanda che dal lato offerta, è stato possibile modificare il modello di business, fino a renderlo efficiente e profittevole al massimo.

All’inizio il modello di business prevedeva che a pagare l’abbonamento per usufruire del servizio fossero solo le babysitter.

In seguito il pagamento del servizio è stato esteso anche ai genitori.

Ma questo non portava a un ritorno dell’investimento soddisfacente.

Infatti gli utenti rinnovavano l’iscrizione per un periodo di tempo molto limitato e i corrispettivi non erano sufficienti a coprire i costi di marketing e comunicazione necessari per estendere la rete dei clienti.

Per questo motivo il modello di business è stato completamente modificato con l’inserimento del sistema check in e check out.

Tramite questa applicazione le babysitter potevano “timbrare” una sorta di cartellino elettronico all’inizio e alla fine del lavoro e i genitori potevano pagare attraverso una carta di credito.

Con una maggiorazione prevista sul compenso della babysitter diventava possibile coprire i costi. 

Il sistema non ha però funzionato come sperato nel momento in cui è stato applicato: infatti gli utenti notavano gli aumenti di costi e preferivano scavalcare il sistema, accordandosi direttamente con le babysitter.

Questo ha portato all’inserimento di tutta una serie di servizi collaterali che permettono di ottenere un profitto: in particolare la possibilità di stipulare un’assicurazione su casa e bambino valida nel periodo compreso fra il check in e il check out (in questo modo invogliando i clienti a utilizzare il sistema fornito dalla piattaforma).

È stato poi inserita la possibilità di affidare al portale la regolarizzazione del rapporto di lavoro, con costi contenuti, e la possibilità di organizzare party per i bambini.

È stata anche prevista la possibilità di collaborare con realtà aziendali, in modo da fornire i servizi di babysitting ai dipendenti delle aziende stesse.

Queste continue modifiche del business model, nate dalla necessità di migliorare e rendere ancora più profittevole il business, hanno portato a un modello funzionale e in  grado di produrre profitti.

# Il fundraising

Il processo di fundraising de Le Cipolle si è distinto in diverse fasi: i fondi per far crescere l’attività sono stati ottenuti con strumenti diversi e quindi con approcci diversi.

Il primo step nel processo di finanziamento è stato durante il periodo di incubazione, nel 2013, che ha portato a ottenere da LVenture Group, che gestisce l’incubatore LUISS ENLABS, un seed di 50.000 euro.

In questo caso la trattativa con i Venture Capital si è rivelata lunga e impegnativa: la presentazione del business plan e la dimostrazione di aver già validato un modello di business apprezzato dagli utenti ha portato a raggiungere l’obiettivo.

Il secondo step ha visto la partecipazione della startup al bando regionale Filas Spin Off, sempre nel 2013.

La presentazione di un business plan convincente, accompagnata dalla presenza di un team e da interessati previsioni per la crescita futura ha portato a un finanziamento pari a 80.000 euro.

Il passo successivo è stato nel 2014 quello che ha portato a rivolgersi al crowdfunding, in particolare al sistema di crowdfunding reward su Eppela.

La raccolta aveva come obiettivo il raggiungimento di donazioni per 3.000 euro, somma necessaria allo sviluppo dell’app per device mobili.

In cambio sono stati offerti dei riconoscimenti simbolici e la possibilità di provare il servizio offerto dal sito.

La campagna si è conclusa con pieno successo e con essa un nuovo tassello dello sviluppo di Le Cicogne è andato al suo posto, riuscendo a raggiungere un pubblico ancora più ampio.

Per far conoscere il progetto di business Le Cicogne si è affidata ai social media e al classico passaparola, ritenuto uno degli strumenti più efficaci e meno onerosi a livello di marketing. 

Determinante è stato anche l’incontro con Riccardo Luna, esperto di comunicazione e di startup, che ha pubblicizzato la campagna sui profili social e ha permesso di chiudere con successo nell’ultimo giorno utile.

Sempre il 2014 è stato l’anno di un secondo finanziamento da parte di un gruppo di investitori fra cui LVenture, il Business Angel Alessandro Errico e alcuni investitori provenienti dalla piattaforma SiamoSoci.

Questa piattaforma nasce per mettere in contatto potenziali investitori con le startup, che presentano il loro progetto attraverso documentazione e pitch.

Il 2016 è l’anno del terzo round di investimento, questa volta per 355.000 euro, a cui hanno aderito Bertoldi Holding, Club Acceleratori, Club Italia Investimenti, PiCampus, e i business angel tramite il sito SiamoSoci.com, oltre a LVenture, che fin dall’inizio ha sostenuto il progetto della startup.

Il capitale raccolto ha permesso  di estendere il servizio di Le Cicogne a ulteriori 40 città, che si sono andate ad aggiungere alle 80 in cui il servizio era già attivo.

# Cosa possiamo imparare

Lo sviluppo del progetto di business de Le Cicogne può essere molto interessante per uno startupper.

In particolare sono 3 gli insegnamenti importanti che si possono trarre da questa storia:

si può avere successo anche senza esperienza o preparazione specifica: l’importante è continuare a studiare e formarsi in tutte quei settori che sono importanti per il business;
il business model può essere modificato: un business model, per quanto buono sia, può sempre essere migliorato. Non bisogna avere paura del cambiamento, soprattutto se va a risolvere delle problematiche o a colmare delle lacune;
l’importante è rispondere a una necessità concreta: le founder del Le Cicogne sono partite da un problema concreto (“come trovare una babysitter?”) dando una risposta semplice e allo stesso tempo efficace.
Proprio in questo sta la chiave del successo del progetto di business: la capacità di risolvere un problema.

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