Investire in una startup: probabilmente non hai mai pensato di sfruttare questa possibilità per i tuoi risparmi.
Ma il mondo del risparmio è cambiato molto velocemente negli ultimi decenni: è ormai molto difficile trovare un investimento che coniugi una buona resa con un rischio basso.
Quindi, per ottenere un rendimento dal nostro capitale, devi imparare a percorrere altre strade: e investire in una startup può essere una di queste.
Vediamo quali sono i pro e i contro dell'investimento in una startup e cosa è meglio fare per scegliere l'investimento giusto.
# Investire in una startup è complicato? Meno di quanto pensi
Probabilmente c'è un primo dubbio che ti blocca se pensi a investire in una startup: le difficoltà oggettive e le complicazioni che questo tipo di investimento potrebbe comportare.
In realtà, questo problema è stato superato, grazie anche ai mezzi che offre la rete: per effettuare un investimento in una startup non hai più la necessità di rivolgerci a un intermediario (con i prevedibili costi aggiuntivi), ma puoi procedere in autonomia.
Questo però comporta che tu debba avere le idee chiare su quale tipo di investimento andiamo a effettuare, e che deva raccogliere quante più informazioni prima di decidere.
Cominciamo intanto a capire il perchè investire parte del nostro capitale in una startup può essere la scelta giusta.
# Investire in una startup: il panorama degli investimenti
Partiamo da un dato di fatto: affidare i tuoi investimenti a una banca con la speranza di ottenere un buon rendimento è diventata pura utopia.
Gli investimenti in titoli di stato (BOT e BTP), tanto amati dagli italiani, offrono un rendimento pari a zero oppure di poco superiore.
Per quel che riguarda gli investimenti più "a rischio" (come l'acquisto di azioni o di derivati), le banche offrono poco spazio a prodotti con un buon margine di crescita: e a questo scarso guadagno vanno aggiunte tutte le spese che vengono addebitate.
Per quanto sia importante tutelare il capitale, un investitore è anche alla ricerca di un guadagno, ma attualmente si trova a muoversi in una "selva oscura".
Un sistema poco chiaro nel suo complesso, che non ispira fiducia, che ha troppi vincoli. e non permette di gestire in modo autonomo il proprio capitale di rischio: vista questa situazione, trovare un'alternativa per i nostri investimenti diventa quasi una necessità.
La prima regola del risparmio è quella di non allocare l'intero capitale con un singolo soggetto: quindi puoi riflettere se investire in una startup una parte (anche piccola) del nostro capitale.
In questo caso devi ricordare sempre che andiamo a scegliere un investimento con buoni (o anche ottimi) margini di crescita, ma anche con un elevato rischio: per questo informati sempre con attenzione su dove "metterai" i tuoi soldi.
# Investire in una startup: quale scegliere?
Ecco la prima "domanda da un milione di dollari": su che tipologia di startup andare a investire?
Perchè dobbiamo ricordare che esistono le cosiddette startup innovative, dotate di particolari caratteristiche determinate dalla normativa.
Queste startup hanno come segno distintivo lo sviluppo di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, oltre a essere costituite ex novo da massimo 5 anni e dall'investire nella ricerca tecnologica.
Si tratta ovviamente di startup che hanno un altissimo potenziale di crescita, affiancato da un elevato rischio di fallimento (connaturato in tutte le startup).
Inoltre si tratta di startup che, dal punto di vista dell'investitore, presentano la possibilità di effettuare un investimento a breve - medio termine, perchè queste società hanno successo e crescono in tempi molto rapidi.
Fino al 2018 solo per questo tipo di startup era previsto un sistema di investimento diffuso, l'equity crowdfunding, tutelato nelle procedure dalla Consob e di facile accesso da parte del pubblico.
Dall'inizio di quest'anno anche le startup non innovative (cioè non iscritte nell'apposito registro) e le pmi possono accedere a questo sistema di finanziamento: con questa modifica si sono notevolmente ampliate anche le possibilità di scelta degli investitori.
Infatti, è diventato possibile scegliere fra un investimento a rischio più alto (come può essere quello nelle startup) oppure un investimento che presenta un margine di rischio minore (puntando su pmi che hanno già una posizione sul mercato).
Ma quali sono gli strumenti più affidabili per questo tipo di investimento?
# Investire in una startup: le piattaforma autorizzate
La soluzione più semplice e sicura è quella di affidarsi a un portale controllato dalla Consob: infatti, la vigilanza di un organo terzo istituzionale è importante per garantire la sicurezza e la trasparenza delle procedure messe in atto dagli intermediari.
Basta accedere al registro dei gestori di equity crowdfunding per verificare quali sono le piattaforme autorizzate a questo tipo di raccolta di capitali: scegliere una di questi ci garantirà da truffe e situazioni poco chiare.
# Investire in una startup: cosa fare in concreto?
Abbiamo visto qual è il quadro dell'investimento nelle startup nel nostro paese: ma cosa devi fare in concreto per effettuare questo investimento?
Vediamo quali sono gli step più importanti da seguire:
# Investire in una startup: cosa fare in concreto?
Abbiamo visto come l'investimento in equity crowdfunding offra la possibilità di ottenere un buon rendimento: ma ci sono anche degli incentivi che rendono maggiormente appetibile questo tipo di investimento.
Infatti, dal 2017 la normativa prevede delle particolari agevolazioni fiscali per i soggetti che investono in startup e in PMI innovative: in particolare si tratta della concessione della detrazione IRPEF del 30% delle somme investite.
Ci sono però delle condizioni che vanno necessariamente rispettate per poter usufruire della detrazione: l'importo massimo detraibile è di 1 milione di euro per ogni anno di imposta (pari a un risparmio massimo di 300.000 euro) e l'investimento va mantenuto per un periodo minimo di 3 anni.
# Investire in una startup: storie di successo
Fra le storie più interessanti di investimenti di successo in una startup possiamo ricordare come emblematica quella di SuperPoteri, una app che sfrutta la realtà aumentata per mettere a proprio agio i piccoli pazienti prima delle visite mediche e dentistiche.
La startup creatrice dell'app ha avuto, fra il 2016 e il 2017 una crescita del 67% del fatturato, portando a un incremento di valore per gli investitori che per primi hanno creduto in questo progetto.
Con un investimento minimo (pari a 499 euro) è stato poi possibile aderire alla campagna di equity crowdfunding di SuperPoteri, lanciata all'inizio del 2018.
L'obiettivo della campagna era quello di espandere l'app anche al di fuori del mercato italiano, puntando soprattutto a quello americano: con concrete possibilità di un grande successo e quindi di guadagno per gli investitori.