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Nell’equity crowdfunding campagne possono avere o meno successo: devi sapere quello che succede dopo la chiusura delle stesse.

Infatti, pur essendo una tappa importante nella vita della tua startup, la fine di una campagna di equity crowdfunding rappresenta comunque un nuovo inizio.

Questo perché inizi a sviluppare i progetti previsti nella campagna in caso di successo.

Mentre in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo devi invece correggere il tiro e ricominciare con il processo di fundraising necessario alla crescita della startup.

In ogni caso è utile capire quello che accade quando cala il sipario su una campagna di equity crowdfunding.

E per fare questo può essere utile anche conoscere le storie di alcune startup che “ce l’hanno fatta” e hanno utilizzato con successo questo strumento.

Equity crowdfunding: i risultati di alcune startup che hanno chiuso campagne crowdfunding di successo

# Equity crowdfunding campagne: un “unicum”?

Considerando il crowdfunding cos’è e come funziona devi pensare che si tratta di uno strumento che puoi utilizzare più volte.

È un errore considerare il crowdfunding come un “unicum” nel processo di finanziamento di una startup.

Infatti è possibile ricorrere diverse volte nello sviluppo dell’idea di business a questo strumento per raccogliere fondi e non solo.

Basta pensare al fatto che le principali tipologie di crowdfunding hanno caratteristiche diverse, che permettono di raggiungere obiettivi diversi e di essere utilizzate in momenti diversi.

Ma anche il solo equity crowdfunding può essere utilizzato più volte, per finanziare diversi progetti oppure un progetto solo, ma nelle sue diverse fasi di sviluppo.

In ogni caso, studiare come hanno proseguito la loro attività le startup che hanno chiuso con successo un crowdfunding è importante per capire come questo strumento influenza la vita di una startup.

# Equity crowdfunding campagne: i risultati del 2020

I risultati del 5° rapporto annuale sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano parlano chiaro: nel periodo luglio 2019-giugno 2020 l’equity crowdfunding è cresciuto.

Si parla di  547 campagne, di cui 398  chiuse positivamente, 149 chiuse senza raggiungere l’obiettivo.

Quindi la percentuale di campagna crowdfunding di successo è stata superiore al 70%.

Per quel che riguarda il destino delle società che hanno utilizzato questo strumento:

fra le 149 che non hanno raggiunto l’obiettivo previsto, 2 sono riuscite a raccogliere in altre campagne, scegliendo un diverso portale, 26 sono state poste in liquidazione e 120 sono ancora operanti;
fra le 360 che hanno chiuso con successo il crowdfunding, 30 hanno chiuso altre raccolte vincenti, 9 sono fallite o in liquidazione e le altre hanno registrato un’exit oppure un aumento di capitale con altri strumenti. Non vengono conteggiate quelle con una campagna ancora in corso alla fine del periodo di rilevazione dei dati.

Leggendo questi dati potresti pensare che sapere come aprire un crowdfunding dovrebbe essere garanzia di successo per la tua startup.

E fallire invece porta direttamente al fallimento complessivo della società.

Probabilmente non è sempre così: il crowdfunding è una tappa importante per una startup, ma non sempre determinante sul suo futuro.

# Fallire il crowdfunding vuol dire fallire su tutta la linea?

Sai che ci sono nel crowdfunding vantaggi e svantaggi per una startup: un vantaggio è quello di non essere uno strumento “definitivo”.

Questo vuol dire che non è detto che un insuccesso in questo tipo di finanziamento sia viatico certo di fallimento per una startup.

Molto dipende da come si sviluppa l’attività della startup successivamente alla campagna di crowdfunding: soprattutto se si riescono a rispettare gli obiettivi prefissati nella campagna stessa.

Il successo e l’insuccesso nel crowdfunding vanno analizzati a lungo termine.

Quello che conta in effetti è che la tua startup riesca a realizzare gli obiettivi previsti nel business plan.

La storia insegna che startup che hanno concluso equity crowdfunding di successo non sono comunque riuscite a raggiungere il loro obiettivo finale, come è anche avvenuto il contrario.

Analizzare le storie di alcune campagne crowdfunding di successo può esserti utile a capire come utilizzare al meglio questo strumento.

# DaVinci Healtcare

DaVinci Healtcare è una startup che opera nel campo della telemedicina e che è stata in grado di creare crowdfunding con successo.

Nel 2020 ha infatti lanciato una campagna di equity crowdfunding per sviluppare la piattaforma che permette al paziente di contattare un medico o uno psicologo in video chiamata.

Gli obiettivi minimi e massimi di raccolta erano pari a 50.000 e 200.000 euro: quello massimo è stato raggiunto 25 giorni prima della data di chiusura della campagna.

Le azioni ordinarie prevedevano un investimento di almeno 20.000, mentre l’investimento minimo era fissato a 300 euro.

DaVinci Healtcare ha dimostrato di capire come funziona equity crowdfunding, aprendo l’investimento a una platea ampia di finanziatori.

Sicuramente ci sono alcuni fattori che hanno influito sul successo della campagna.

In particolare puoi pensare allo sviluppo della telemedicina, settore in grande espansione negli ultimi anni.

E inoltre il fatto di lanciare la campagna nel pieno della pandemia da Covid-19, quando la possibilità di ricorrere a cure mediche o a sostegno psicologico era fortemente limitata dalle disposizioni governative.

Sfruttando questa situazione, DaVinci Healtcare ha dimostrato di aver capito come funziona equity crowdfunding, attirando l’attenzione della platea dei piccoli finanziatori.

# Felik

La startup Felik ha deciso di avviare un equity crowdfunding per sviluppare la piattaforma legata alla sua app.

L’app è dedicata ai venditori retail e ai produttori di beni e servizi di largo consumo per semplificare le campagne di fidelizzazione della clientela.

Il ricorso al crowdfunding è stato deciso dopo aver validato il modello di business e aver definito gli obiettivi di business a medio termine.

La campagna crowdfunding è stata lanciata su Opstart con l’obiettivo minimo di 100.000 euro: ed è stata chiusa in overfunding per 182.000 euro di finanziamenti.

La quota minima di investimento era di 250 euro, alla portata dei piccoli investitori: erano previste solo quote con diritti patrimoniali ma prive di diritti amministrativi.

Gli ottimi risultati nel periodo precedente al crowdfunding, con un 40% di crescita del fatturato in un anno, hanno sicuramente inciso sul successo della campagna.

Dopo aver concluso con successo la campagna di equity crowdfunding Scratch&Screen ha stretto una partnership con Trice.

# Nausdream

La startup Nausdream dimostra come non si può ritenere il crowdfunding finanziamento alternativo e unico per una società.

Infatti questa startup è arrivata all’equity crowdfunding dopo tre diversi round di finanziamento, per un totale di 630.000 euro, con Business Angel e il fondo venture capital Primomiglio.

La campagna è stata lanciata dopo aver validato il modello di business che prevede la personalizzazione dell’offerta di esperienze turistiche, selezionate secondo le richieste del cliente.

La campagna è stata lanciata su 200Crowd, con un obiettivo minimo di 120.000 euro e uno massimo di 350.000.

Ed è andata in overfunding con una raccolta totale di 133.000 euro, per quote societarie minime di 500 euro.

Gli investimenti erano destinati a migliorare l’automazione dei processi produttivi e di vendita e a far crescere il team.

È importante notare come gli investitori abbiano creduto nella validità del progetto nonostante il 2020 sia stato probabilmente il peggiore per il turismo a livello globale.

L’idea vincente è stata quella di inserirsi nel filone del turismo esperienziale, sempre più in crescita, che prevede la creazione di vacanze “su misura”.

Dopo il successo della campagna di crowdfunding Nausdream ha chiuso un accordo di collaborazione con un importante partner internazionale, Silversea.

# Orapesce

Orapesce è una startup innovativa che offre un servizio di consegna a domicilio di pesce fresco.

Il servizio era riservato inizialmente solo ai privati, con l’obiettivo di aprirsi anche al B2B.

L’intuizione di Orapesce è stata quella di ricorrere al crowdfunding non solo per raccogliere fondi, ma anche come strumento di marketing, per far conoscere il brand al pubblico.

La campagna è stata lanciata su MamaCrowd, con un obiettivo minimo di 80.000 euro un uno massimo di 250.000 euro.

La campagna ha avuto un grande successo, tanto da andare in overfunding in tempo brevissimo e da portare l’obiettivo massimo di raccolta a 400.000 euro, cifra totale raggiunta.

Sono state previste due categorie di azioni:

la categoria “A”, per investimenti superiori ai 9.999 euro, dotate di diritti patrimoniali, diritti di voto e diritti di prelazione;
la categoria “B”, per investimenti a partire da 500 euro, con i soli diritti di voto.

Questa scelta è importante per evitare uno dell’equity crowdfunding rischi correlati: quello di faticare nel mantenere il controllo della società.

I fondi raccolti erano destinati alla promozione dell’attività di marketing, alla logistica e alla creazione di una partnership con alcuni soggetti del settore HORECA, per creare punti di distribuzione di Orapesce presso alcuni ristoranti.

Il successo di Orapesce si è esplicato su due diversi fronti: quello del fundraising e quello del marketing e della diffusione del brand nel mercato.

# Conclusioni

Hai visto come l’equity crowdfunding può essere utile a diverse tipologie startup, per raccogliere fondi e far crescere il proprio brand nel mercato.

È anche vero che non sempre un successo nell’equity crowdfunding garantisce un successo del progetto nel suo complesso.

La capacità di sviluppare la startup nelle sue diverse fasi resta sempre determinante.

Sei d’accordo sull’importanza dell’equity crowdfunding per una startup? Aspettiamo la tua risposta in un commento.

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