Creare un qualcosa partendo da zero è una sensazione molto difficile da spiegare, ma allo stesso tempo unica e che bisogna assolutamente provare: e quando quel qualcosa è una startup, le emozioni e le sensazioni derivanti dall’aver creato qualcosa di importante e produttivo partendo da zero sono in grado di dare una soddisfazione (sia professionale che personale) di livello altissimo.
Si tratta di raggiungere un traguardo importante affrontando una vera e propria gara a ostacoli, sviluppare un’idea, costruire dal punto di vista pratico un’impresa e scontrarsi contro problemi diversi, superandoli contando solo sull’aiuto delle proprie forze.
Non ho detto che si tratta di un’impresa facile, ma sono i traguardi difficili a dare le maggiori soddisfazioni.
Partire da zero? Una possibilità e mille possibilità
Potremmo pensare che trovarsi a creare una startup partendo da zero (o meglio, partendo da un’idea di business) sia davvero troppo difficile: sono molteplici le attività da iniziare, tutte più o meno complesse, e può sembrare difficile capire anche da dove è meglio cominciare.
La chiave è di considerare questa situazione non come un handicap, quanto come una (anzi più di una) possibilità: partire da zero vuol dire avere campo libero, non essere costretti a seguire una strada predeterminata.
Partendo da zero siamo liberi di scegliere fra diverse soluzioni, cercando quella che riteniamo ottimale per creare la nostra startup.
Se ci trovassimo, per esempio, a continuare un progetto iniziato da un’altra persona, saremmo probabilmente “obbligati” a seguire le impostazione che questo soggetto ha dato alla startup nella fase iniziale: ricominciare da zero potrebbe essere poco produttivo economicamente e potrebbe fare perdere molto tempo.
Ma ci troveremmo imbrigliati in uno schema che potremmo non sentire come nostro: probabilmente noi avremmo scelto delle soluzioni diverse, e questa scelta è in grado di influenzare tutto il successivo sviluppo di una startup.
Per questo partire dalle basi è importante: quello che facciamo nella primissima fase di creazione non è un’insieme di operazioni a sé stanti, ma va a influenzare tutto il procedimento che segue (in positivo oppure in negativo).
L’impostazione che diamo al processo di creazione della nostra startup la seguirà per tutte le fasi della sua vita.
E partire da zero vuol dire anche mettersi alla prova fin dall’inizio, testare le proprie capacità organizzative, una capacità che ci sarà utile in tutte le fasi di vita di una startup: è un banco di prova importante, in cui diventa possibile anche concedersi qualche errore e imprecisione.
Infatti partendo da zero avremmo sempre la possibilità di “ricominciare” e (soprattutto nelle primissime fasi) fare una sorta di “tabula rasa”, ricominciando un progetto di startup dalle basi, e approfittando degli eventuali errori commessi per crearci un primo bagaglio di esperienze che si rivelerà importantissimo.
Ricordiamoci quindi che partire da zero non è un limite, bensì una grandissima possibilità
Partire da zero? Quali rischi si corrono?
Quello che abbiamo visto sopra non vuol dire però che partire da zero sia una strada in discesa: ci sono dei problemi e dei rischi che si corrono nel partire da zero nella creazione di una nuova startup.
Vediamoli insieme, in modo da conoscerli e capire come affrontarli e risolverli.
Prima di tutto partire da zero vuol dire essere in grado di organizzarsi: dobbiamo decidere la strada da seguire, porci degli obbiettivi a breve, medio e lungo termine, monitorare i progressi che stiamo facendo nel raggiungimento degli obiettivi stessi e, se necessario, effettuare degli aggiustamenti di strategia.
Non si tratta di un’impresa facile: molto spesso, quando la nostra startup è costituta solo dalla nostra idea di business, il problema è capire da che parte iniziare.
Le attività che dobbiamo mettere in atto sono tante, e un primo ostacolo può essere proprio lo scegliere da dove iniziare.
Se partiamo con il piede sbagliato e ci concentriamo per esempio sullo sviluppo pratico della nostra idea, trascurando tutti gli aspetti fiscali e burocratici legati alla creazione di una startup, rischieremmo di trovarci con un progetto pronto a partire dal punto di vista tecnico, ma fermo perché non sono stati fatti tutti i passaggi necessari alla creazione di una società.
Viceversa concentrandosi più sull’aspetto “burocratico”, si rischia di ritrovarsi con una “scatola vuota”: una startup che sarebbe pronta a iniziare la sua attività, ma che non è in grado di farlo perché manca lo sviluppo tecnico necessario.
Oppure (ed è una situazione che si può verificare) potremmo non riuscire mai a partire, disperdendo le nostre energie (e finanze) in tanti piccoli passi che non portano però da nessuna parte: sono molti i casi di startup di cui è rimasta soltanto l’idea.
Il “trucco” vincente è quello di organizzarsi, fin nei minimi dettagli: prima di tutto raccogliere tutte le informazioni che ci servono per i diversi processi di creazione di una startup, conoscere la normativa fiscale (e i possibili incentivi), il mercato in cui la nostra startup si inserirà (tramite apposite ricerche) e le possibilità di finanziamenti.
Dobbiamo stilare un piano e attenerci (per quanto possibile, perché gli imprevisti sono sempre in agguato) attenerci a esso: sarà la nostra guida ed eviteremo il rischio di perderci e di farci spaventare nella creazione della nostra startup.
Chi rema contro? Liberarsi degli influssi negativi
Quando parleremo a qualcuno della nostra idea di creare una startup o del progetto che stiamo portando avanti, potremmo ricevere degli incoraggiamenti e degli apprezzamenti. Oppure (e questo è molto probabile) troveremo un gran numero di persone pronte a scommettere sul nostro fallimento.
Spunteranno come funghi in autunno gli esempi di imprese fallite, denaro perso e debiti da pagare.
Molti citeranno la crisi economica come peggior nemico di un aspirante imprenditore (invitandoci a “lasciar perdere in attesa di tempi migliori”), altri ci faranno notare che non abbiamo esperienza come imprenditori, che non saremo in grado di creare un startup e che, se anche ce la facessimo, saremmo destinati in partenza al fallimento, e che è meglio se ci dedichiamo all’impresa (impossibile) di trovare un posto a tempo indeterminato.
Se ci lasciamo influenzare da queste “energie” negative rischieremo veramente di restare al palo: la paura potrebbe farci rinunciare al nostro progetto (buttando via tempo e l’occasione di dare una svolta alla nostra vita professionale).
Attenzione: se dalle esperienze negative (anche fatte da altre persone) è possibile imparare qualcosa di utile (per esempio, a evitare determinati errori) allora dobbiamo farne tesoro: ma quando le critiche sono mosse da persone che non si sono mai misurate con la realtà di una startup (e di un’impresa in generale) e sembrano fatte solo per il piacere di “gufare” allora limitiamoci a ignorarle.
E pensiamo a quale soddisfazione possiamo ottenere dal “vincere” con il nostro impegno contro chi non ha creduto in noi: un valore aggiunto del successo della nostra startup, che non è possibile quantificare a livello monetario, ma che a livello personale può valere davvero molto per dimostrare a tutte le altre persone le nostre effettive capacità.
Prima regola: non affezionarsi troppo
Sappiamo che il concetto di startup ha un inizio e ha soprattutto una fine: che, nel caso della creazione di una startup di successo, solitamente si concretizza con la vendita della stessa da parte dello startupper, che vede così concretizzati e monetizzati i suoi sforzi lavorativi.
Questo vuol dire che, prima o poi, dovremmo staccarci dalla nostra “creatura”.
Può sembrare un’impresa difficile: dopo aver lottato per creare un’impresa partendo da zero, e avere avuto il successo che ci meritiamo, perché dobbiamo lasciare andare la nostra creazione?
Non è possibile continuare nella sua gestione (e si spera nel suo successo)?
Sicuramente è possibile, ma dobbiamo sempre tenere presente che nel momento in cui creiamo una startup la nostra meta deve essere quella di portarla al successo e poi concretizzare in un guadagno (in tempi non troppo lunghi) tutto il nostro lavoro: e l’unico modo per ottenere questo risultato è vendere la nostra startup al miglior offerente.
Non effettuare questo distacco potrebbe comportare dei rischi: consideriamo infatti che una startup, nel momento in cui completa il suo processo di crescita, può essere facilmente venduta (quindi è possibile monetizzare il suo valore).
Più il processo procede (e quindi non ci troviamo più di fronte a una startup, ma a un’impresa comune), più diventa difficile monetizzare il guadagno (trovare un acquirente, vendere a un buon prezzo) e più la gestione dell’impresa stessa può farsi complicata: se il processo di crescita continua la nostra startup può trasformarsi in una grande società, che diventa difficile gestire da soli.
Diventano necessari soci, manager e la burocrazia da affrontare si fa più complicata, oltre a dover affrontare le complesse dinamiche del mercato nel lungo periodo.
Diciamo che la nostra creatura potrebbe sfuggirci di mano e in un certo senso “intrappolarci” dentro di lei: a quel punto uscire dalla ormai ex startup potrebbe diventare più difficile e soprattutto meno remunerativo.
Dunque è importante non affezionarsi troppo alla nostra creatura: prima o poi dovremmo lasciarla andare (quando il suo processo di crescita sarà completato) ed è meglio essere pronti a fare questo passo “a cuor leggero”: nuove avventure ci aspettano.
Fatta una startup? È il momento di crearne un’altra
Quando abbiamo terminato la nostra avventura con una startup (e comunque essa sia terminata, con un grande successo oppure con un fallimento) la mossa successiva non è quella di fermarsi: dobbiamo guardarci intorno, alla ricerca di una nuova idea di business, che ci permetta di creare una nuova startup.
E questa volta non partiremo da zero: avremmo alle spalle tutta l’esperienza maturata con la nostra prima startup, sapremmo già come impostare il nostro percorso e soprattutto quali errori evitare. Inoltre avremmo potremmo lavorare con entusiasmo a un nuovo progetto (ricordiamoci che la novità stimola la nostra capacità di creare e di vincere le sfide).
Sappiamo che il mondo delle startup è un mondo in continuo divenire, che offre sempre diverse sfide e diverse opportunità di successo: dobbiamo essere pronti a muoverci e a sfruttare queste opportunità al momento giusto, facendo tesoro dell’esperienza accumulata.
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