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La tua startup ha bisogno di una spinta in avanti: un finanziamento che le permetta di crescere e svilupparsi.

Hai già vagliato le diverse possibilità a tua disposizione, escludendone alcune perché troppo costose oppure perché non ancora accessibili alla tua società, visto il suo stadio di sviluppo. 

E la strada maestra sembra proprio quella del crowdfunding. 

Troppo spesso si tende a identificare in modo erroneo il crowdfunding, ritenendolo una sorta di “colletta” tramite cui è possibile raccogliere fondi per la realizzazione di un progetto: per quanto una definizione semplicistica possa essere anche questa, dobbiamo invece sempre ricordare che il crowdfunding ha una natura più complessa e articolata, cominciando dal fatto che esistono diverse tipologie di crowdfunding e che nel mercato operano ormai molte piattaforme, alcune altamente specializzate in particolari settori.

Il primo step, per finanziare la tua startup attraverso il crowdfunding, è quello di individuare quale tipologia di crowdfunding è adatta al tuo progetto. 

In seguito dovrai decidere quale piattaforma, fra le diverse attive, è quella con le caratteristiche e il pubblico più adatto per portare al successo la tua idea di business.

# Il crowdfunding è davvero la soluzione migliore?

Prima ancora di partire con la scelta di un crowdfunding rispetto all’altro e di una piattaforma adatta, è necessario però che tu faccia un passo indietro, per essere sicuro che davvero il crowdfunding è la soluzione che fa per te. 

Come abbiamo già visto, il crowdfunding non è una semplice “colletta”, ma un processo molto più complesso, che non si esaurisce nel finanziamento di un progetto.

Una campagna di crowdfunding è un’occasione irripetibile per validare il tuo prodotto o servizio, sfruttando i feedback che riceverai dalla community di sostenitori e finanziatori per correggere eventuali errori e migliorare l’offerta verso il pubblico.

Abbiamo parlato non a caso di community: un crowdfunding infatti ha l’obiettivo, secondario ma non meno importante, di creare una vera e propria comunità di fans che non si limiti a sostenere il singolo progetto, ma che diventi sostenitore del brand della tua startup, creando un bacino di utenza che dovrebbe rimanere fedele al marchio.

Inoltre il crowdfunding dovrebbe essere inserito in una più ampia strategia di finanziamento: una campagna di successo è un ottimo biglietto da visita per ottenere finanziamenti anche attraverso altri canali, come Venture Capital o Business Angel.

Ovviamente una campagna crowdfunding di successo richiede un investimento importante in termini di tempo e impegno: impossibile raggiungere il tuo obiettivo se non hai lavorato bene in fase di progettazione e se non ha preparato e seguito una strategia di comunicazione adatta. 

Non si tratta solo di avere una buona idea e di scrivere qualche slogan: il crowdfunding è basato sul coinvolgimento, sulla capacità di spingere gli utenti a credere nel tuo progetto tanto da “rischiare” il loro denaro, scommettendo su di esso.

# Crowdfunding: quale scegliere?

Fino a questo momento abbiamo parlato di crowdfunding in modo generico, ma è necessario che tu sappia che esistono diverse tipologie di crowdfunding, che sono destinate a progetti molto diversi fra loro. 

Quindi diventa importante individuare, prima di iniziare a lavorare sulla campagna, quale tipo di crowdfunding è adatto al tuo progetto, distinguendo fra:

crowdfunding donation based: si tratta di un sistema per cui i finanziatori diventano dei veri e propri “donatori”, che contribuisce al progetto senza aspettarsi nulla in cambio . Si tratta di una tipologia di crowdfunding adatta al sostegno dei progetti di enti no-profit o di persone fisiche;
crowdfunding reward based: in questo tipo di crowdfunding chi aderisce alla campagna riceve in cambio una ricompensa che spesso ha un valore puramente simbolico (come accade nelle campagne di crowdfunding civico o per iniziative culturali).
In alcuni casi questo tipo di campagna è utilizzato per sostenere progetti che vanno a creare un prototipo di prodotto e, in questo caso, la ricompensa per i finanziatori è data dalla possibilità di ricevere per primi il prodotto realizzato (configurando anche una sorta di pre-vendita, con la creazione di una community intorno al progetto);

social lending: si tratta di un sistema di crowdfunding basato sui prestiti tra privati. Da una parte vi sono i soggetti alla ricerca di un finanziamento (che spesso non riescono a ottenere tramite i canali tradizionali) e dall’altro i finanziatori, disposti a prestare delle cifre, solitamente di importo contenuto, in cambio del pagamento di un interesse;
equity crowdfunding: questa tipologia di crowdfunding è quella più sfruttata dalle startup che hanno la necessità di aumentare il capitale e lo fanno grazie alla collaborazione di una community di sostenitori che si trasformano in azionisti della società stessa. Infatti, in questo tipo di campagna, il finanziatore riceve, in cambio del suo investimento, una quota della startup, diventando azionista della stessa a tutti gli effetti.

A questo punto, conoscendo la fase di vita in cui si trova la tua startup e le sue necessità, potrai orientarti nello scegliere lo strumento più adatto: nel caso la società sia nella fase iniziale e abbia bisogno di fondi per creare il prototipo o la prima versione di un prodotto o servizio, una campagna crowdfunding reward based può essere la scelta più indicata. 

Se invece la tua startup ha già una solida organizzazione societaria ed è alla ricerca di fondi per fare crescere il suo business, sicuramente meglio puntare su una campagna di equity crowdfunding.

# Scegliere la piattaforma più adatta

Come a ogni tipologia di progetto corrisponde una diversa tipologia di crowdfunding, a ogni tipologia di crowdfunding corrispondono delle piattaforme specializzate. 

Scegliere la piattaforma più adatta è importante soprattutto per due ordini di motivi:

organizzativi: una piattaforma che ospita progetti di equity non ha la struttura e i procedimenti adatti per campagne di crowdfunding no-profit, e viceversa.
Scegliere la piattaforma adatta vuol dire anche risparmiare tempo e lavoro nella preparazione e nella gestione della campagna;

di pubblico: ogni investitore cerca i progetti che più sono affini al suo sentire. Quindi, se ha una cifra contenuta su cui fare conto e non ha interesse a diventare azionista di una società, punterà su una piattaforma di lending, mentre se ha ambizioni di investimento più propense al rischio (e al maggior potenziale guadagno) terrà sempre sotto controllo le proposte di una piattaforma di equity.  

# Vediamo quindi le piattaforme italiane più adatte alle diverse tipologie di crowdfunding:

crowdfunding donation based: GoFoundMe (che ospita anche diversi crowdfunding civici), Rete del Dono (che lavora soprattutto si progetti sociali), 1 Caffè (che ogni settimana presenta un diverso progetto legato alla solidarietà);
crowdfunding reward based: Produzione dal Basso (prima piattaforma di crowdfunding reward italiana, creata nel 2004), Eppela (che permette di raccogliere fondi con le modalità di raccolta “tutto o niente” oppure “prendi tutto”, riservato ai progetti di natura sociale);
social lending: BorsadelCredito (la piattaforma di lending storica, che ha già erogato finanziamenti per milioni di euro e che vanta una procedura molto rapida e semplice per accedere ai finanziamenti), Crowdestate (basata principalmente su progetti immobiliari) ed Ener2Crowd (specializzata in progetti imprenditoriale nel mondo delle energie rinnovabili);
equity crowdfunding based: MamaCrowd (piattaforma che permette di investire in startup e PMI innovative, oltreché in società e OICR), Opstart e BackToWork (piattaforme che prevedono investimenti in PMI e startup innovative).

Ovviamente ogni piattaforma ha una sua struttura e richiede particolari procedure per l’accesso: è molto importante conoscere al meglio lo strumento che si utilizza in tutti i suoi particolari, in modo da sfruttarlo al meglio.

# Campagna di crowdfunding: lavorare da solo oppure in team?

Partiamo da un dato di fatto: studiare, progettare e realizzare una campagna di crowdfunding ha un costo, in termini di tempo, in termini di lavoro e in termini di budget. 

Inoltre, per raggiungere l’obiettivo desiderato, sia quello primario di raccolta fondi, sia quello secondario di creare una community a sostegno della startup, è necessario un lavoro accurato nel campo del marketing, della comunicazione, della gestione dei social media, degli strumenti e dei linguaggi di internet. 

Quindi, se non sei un esperto in questi campi, diventa utile affidarsi a professionisti del settore.

A seconda del tempo e delle risorse a tua disposizione, dovresti considerare di assumere alcune specifiche figure professionali:

campaign manager: si tratta di una figura che si occupa di coordinare e gestire tutti i diversi aspetti della campagna, esercitando una funzione di controllo in tutte le fasi della stessa (dalla preparazione alla chiusura).
Si tratta di un ruolo chiave, che potresti ricoprire tu, come startupper, sempre che la dimensione della startup te lo consenta;

esperto in marketing digitale e comunicazione: si tratta di una figura determinante per programmare nel modo corretto le varie attività relative alla campagna di crowdfunding, curando in particolare i contenuti che andranno diffusi fra i diversi canali, la ricerca di eventuali influencers della rete che possano essere “arruolati” come evangelist della campagna e la comunicazione con la community durante la campagna. Inoltre si occupa della programmazione di tutti gli eventi offline che possono essere utili per promuovere la campagna;
esperto in realizzazione di contenuti grafici: la grafica e le immagini utilizzate durante una campagna di crowdfunding hanno un peso determinante per colpire l’attenzione del pubblico e quindi determinare il successo della campagna stessa;
social media manager: si tratta di una figura che può rivelarsi molto utile, soprattutto se già abituato a lavorare nell’ambito di una campagna di crowdfunding. Infatti la comunicazione svolta attraverso i social durante lo svolgimento della campagna ha una grande importanza e permette di “misurare” la temperatura della community, capendo se le persone sono coinvolte, stanno contribuendo a far conoscere l’obiettivo della campagna oppure se hanno perso interesse. In questo caso è possibile provvedere a un aggiustamento di rotta, che permetta di recuperare l’attenzione e il coinvolgimento del pubblico.

Un team che si dedichi nel modo più professionale alla progettazione, allo sviluppo e a seguire la campagna durante il suo svolgimento e che ne curi anche il delicato aspetto della chiusura, aumenta di molto le possibilità di successo.

# Quando conviene affidarsi al crowdfunding?

Non bisogna commettere l’errore di ritenere che il crowdfunding possa rappresentare una sorta di “via miracolosa” al finanziamento delle startup: si tratta di uno strumento, anzi di più strumenti che hanno caratteristiche diverse tra loro e che vanno utilizzati in situazioni diverse. 

Per quel che riguarda per esempio il crowdfunding reward based, devi sempre considerare che si tratta di campagne di raccolta fondi di dimensioni limitate, perché non è prevista una ricompensa in azioni (che attira di solito un maggior numero di investitori): però questo tipo di crowdfunding offre una possibilità unica, cioè quella di far testare, direttamente dal pubblico, il prodotto o il servizio offerto dalla tua startup. 

In questo modo diventa possibile ricevere un feedback in tempi rapidi (e quindi intervenire per correggere eventuali problemi) e organizzare una sorta di pre-vendita del prodotto, in  modo da capire la sua reale appetibilità da parte del mercato.

Se invece sei alla ricerca di un finanziamento che non riesci a ottenere per altre vie, la soluzione può essere quella del lending crowdfunding: ovviamente è necessario ripagare gli interessi agli investitori, ma in cambio del denaro ricevuto non è necessario consegnare nessuna ricompensa e nemmeno cedere quote della società.

L’equity crowdfunding è sicuramente lo strumento che offre le maggiori possibilità per una startup che abbia già una struttura societaria costituita e che disponga di un’idea di business già validata, il cui obiettivo diventa quello di espandersi e di crescere sul mercato. 

Questa tipologia di crowdfunding permette infatti di raccogliere delle somme anche molto importanti oltre a trasformarsi, in caso di campagna di successo, in un ottimo biglietto da visita da utilizzare nei confronti di altre tipologie di investitori (come per esempio i Venture Capital o Business Angel). 

Di contro però, affidarsi all’equity crowdfunding vuol dire mettere in conto di rinunciare a parte della proprietà (e quindi dei potenziali guadagni) che possono nascere dal successo della startup. 

Quindi, la scelta di affidarsi a questo strumento  va ponderata con la massima attenzione, considerando tutti gli aspetti e tutte le conseguenze.

Ora tocca a te: cosa pensi della possibilità di finanziare la tua startup tramite una campagna di crowdfunding? 


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