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Ottenere un finanziamento è spesso la soluzione necessaria per realizzare la tua idea di business e creare una startup ma non sempre si tratta di un’impresa semplice: i consorzi di garanzia possono essere uno strumento utile a raggiungere questo obbiettivo.

Vediamo allora di conoscerli meglio e di comprenderne funzionamento, vantaggi e svantaggi del loro utilizzo: solo in questo modo infatti ti sarà possibile sapere se rivolgersi a uno dei diversi consorzi di garanzia può essere la soluzione migliore per la tua startup.

Scopriamo quindi insieme:

# Consorzi di garanzia: conosciamoli meglio

I consorzi di garanzia (detti anche CONFIDI) sono nati negli anni 50, per facilitare l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese: la loro attività era quella di costituire degli appositi fondi che offrivano una sorta “rete di protezione” sui finanziamenti concessi dalle banche alle aziende aderenti al consorzio.

Con il passare degli anni l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese è stato sempre più difficoltoso, tanto da portare a un’espansione dell’attività dei consorzi di garanzia, che sono cresciuti per numero e diffusione capillare sul territorio.

Dal lato pratico, essere socio di uno dei consorzi di garanzia vuole dire per una piccola o media impresa (oppure per una startup) avere una “corsia facilitata” nell’accesso al credito da parte delle banche: una situazione che spesso si rivela di vitale importanza, sia che tu voglia costituire una nuova azienda sia che tu sia impegnato a far crescere la tua impresa.

Un esempio pratico ti può aiutare a capire meglio come si svolge l’attività dei consorzi di garanzia: nell’ipotesi in cui la tua startup abbia bisogno di un finanziamento, potrai rivolgerti a un consorzio di garanzia, che valuterà lo stato della tua impresa, le capacità di credito e la possibilità reale di onorare il debito contratto con la banca.

Nel caso queste valutazione abbiano un esito positivo, dovrai diventare socio del consorzio che farà da garante per la tua richiesta di finanziamento presso la banca (che ovviamente dovrà essere convenzionata con il consorzio stesso) per un importo di solito pari al 50% del credito che ti verrà erogato.

# Chi controlla i consorzi di garanzia?

L’attività dei consorzi di garanzia ha conosciuto negli ultimi decenni un’ampia espansione: considerata però la delicata natura dell’attività che queste organizzazioni esercitano, è prevista una vigilanza sul loro operato.

A occuparsi della vigilanza sui consorzi di garanzia è la Banca d’Italia (nell’ambito della sua attività di vigilanza relativa agli intermediari finanziari).

La Banca d’Italia ha il compito di controllare che consorzi di garanzia rispettino tutti gli obblighi che le normative che ne regolano l’attività impongono (per esempio quelli relativi al capitale sociale e sulle attività che i consorzi possono svolgere).

Solo i consorzi di garanzia che rispettano tali obblighi hanno diritto di iscriversi all’albo ufficiale dei CONFIDI e solo i consorzi regolarmente iscritti possono esercitare la loro attività di garanzia.

L’istituzione e l’iscrizione di un albo di questo tipo rappresenta ovviamente una garanzia per le imprese che si rivolgono a un consorzio: per questo ricorda sempre che se decidi di associarti a un consorzio di garanzia accertati prima di tutto che sia regolarmente iscritto all’albo.

# A chi servono i consorzi di garanzia

I consorzi di garanzia normalmente prestano la loro opera alle micro, piccole e medie imprese che operano sul territorio italiano (startup comprese ovviamente): queste aziende sono quelle che hanno visto negli ultimi anni ridursi sempre di più l’accesso al credito da parte delle banche.

E senza finanziamenti spesso non è possibile fare partite una nuova impresa, garantirne la ordinaria gestione e i programmi di sviluppo: come sempre le buone idee solo la base del business, ma senza finanziamenti rischiano di non concretizzarsi mai.

# Come posso trovare il consorzio di garanzia adatto alla mia startup?

Come dicevamo all’inizio dell’articolo, i consorzi di garanzia operanti in Italia sono molti: non tutti però possono essere adatti alla tua startup e alle sue necessità.

L’albo presente sul sito della Banca d’Italia può fornire le prime indicazioni utili (infatti è possibile cercare i consorzi di garanzia anche in base alla zona di operatività della tua startup): inoltre quasi tutti i consorzi di garanzia sono dotati di un sito internet in cui viene spiegata in dettagli la loro attività, le regole di iscrizione, il tipo di imprese cui fanno riferimento e gli istituti di credito con cui sono convenzionati.

Una ricerca attenta ti permetterà di selezionare quello fra i consorzi di garanzia che può essere più utile per i bisogni della tua attività d’impresa.

# Rivolgersi a un consorzio di garanzia: quali sono i vantaggi (e gli svantaggi) di questa scelta?

Fatte tutte queste premesse e compreso come funzionano i consorzi di garanzia è venuto il momento di capire se realmente per la tua startup può essere un vantaggio diventare soci di un’organizzazione di questo tipo.

I vantaggi di aderire a un consorzio di garanzia

  • aderendo a un consorzio di garanzia la tua startup avrà un accesso facilitato al credito (sempre rivolgendosi alle banche convenzionate con il consorzio);
  • i tassi di interesse di credito che potrai ottenere sono più bassi rispetto a quelli normalmente praticati dalle banche (e spesso in questo caso il costo del denaro ti risulterà più economico di quello di un comune fido concesso dalla banca);
  • spesso i consorzi di garanzia offrono ai loro associati un servizio di consulenza mirato a scegliere le migliori fonti di finanziamento in linea con le esigenze e il fabbisogno finanziario dell’impresa: un valore aggiunto che potrebbe però esserti molto utile nel momento in cui la tua startup abbia bisogno di fondi.

Gli svantaggi di aderire a un consorzio di garanzia

  • aderire a un consorzio di garanzia ha ovviamente dei costi: questo perché il consorzio nella sua attività affronta una serie di spese, cui l’associato ha l’obbligo di contribuire

Gli oneri possono variare da consorzio a consorzio, ma fra i costi sempre presenti ci saranno:

  • una quota associativa;
  • un quota per il fondo gestioni (Il fondo gestioni è un fondo destinato alla funzionalità gestionale del consorzio);
  • una quota destinata al fondo rischi (il fondo rischi è un fondo che il consorzio costituisce presso ogni banca convenzionata per garantire le operazioni di credito effettuate dalla banca; tale fondo non è nella disponibilità del consorzio e la quota versata da ogni singolo associato viene normalmente restituita quando quest’ultimo abbandona il consorzio).

Si tratta di una serie di spese che può variare da consorzio a consorzio: per questo è sempre meglio che tu riesca ad acquisire quante più informazioni possibili in questo senso, in modo da poter scegliere l’offerta anche economicamente migliore.

Normalmente un consorzio ha una convenzione con diversi istituti di credito, ma non con tutti. Questo vuol dire che non potrai operare con una banca diversa da quelle convenzionate alle stesse condizioni previste dal consorzio di garanzia.

# I documenti richiesti per associarsi a un consorzio di garanzia

Anche in questo ambito i documenti richiesti possono variare a seconda del consorzio di garanzia che hai scelto. Ma sicuramente ti verranno richiesti i seguenti documenti:

  • Codice Fiscale – Documento di identità titolare;
  • Codice fiscale – Documento di identità soci;
  • Visura al Registro delle Imprese (CCIAA);
  • Fotocopia dell’Unico dell’anno precedente all’iscrizione;
  • Fotocopia dell’Unico dell’anno precedente dei soci di società e garanti; ( snc/sas/s.r.l.)
  • Fotocopia Bilanci ultimi 2 esercizi;
  • Situazione Patrimoniale e C/Economico aggiornato a data recente
  • Relazione descrittiva del progetto aziendale;
  • Situazione familiare di tutti i soci e garanti (numero componenti nucleo familiare e numero percettori di reddito)
  • Regime patrimoniale (comunione/separazione dei beni) nel caso di soci/garanti coniugati;
  • Copia ultima contabile di pagamento rata mutui e/o finanziamenti in corso;
  • Estratto conto corrente bancario ultimo trimestre con calcolo delle competenze.
  • Per le SOCIETA’ (snc–sas -srl-spa) integrare con l’Atto Costitutivo/Statuto (in fotocopia).

Considera che produrre tutti questi documenti ha un costo e che spesso, alla presentazione degli stessi, i consorzi di garanzia ti chiederanno una somma (che si aggira intorno al centinaio di euro) per la gestione dell’istruttoria.

Aderire a un consorzio di garanzia può rivelarsi utile per la tua startup, a condizione di conoscere bene quali possibilità offre e quali costi dovrai sostenere: solo con questa analisi potrai valutare quale decisione è quella giusta per la tua impresa.

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    6 replies to "Consorzi di garanzia: cosa sono ed a cosa servono"

    • […] diversa soluzione è quella di rivolgersi ai Confidi (cioè ai consorzi di garanzia collettiva dei fidi): queste associazioni, che sono dislocate sul tutto il territorio nazionale, […]

    • Dino

      Ottimo articolo,di facile intuizione e molto utile,le faccio i miei complimenti…

    • Eliseo

      E se non paghi la banca pagheranno loro?

      • Raffaele

        Si. Li paghi per questo.

    • maria

      io ho ottenuto un fondo di garanzia dell’80% ma la banca mi ha chiesto una garanzia del 100%. A cosa servono questi fondi se poi la banca non li accetta? Se avessi tutti i soldi non chiederei

      • Cinzia

        Giustissimo concordo a pieno

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