L’idea ti gira nella testa già da un po’ di tempo: il tuo impiego ti sta stretto, non ti offre le soddisfazioni personali e professionali che senti di meritare e pensi che sia venuto il momento di un cambiamento. Il momento giusto di creare una startup.

Le premesse sono quelle buone: per creare una startup partendo dal nulla ci vuole la volontà di fare e di riuscire.

Ma non dimentichiamo di tenere i piedi per terra: in un momento economico come quello che stiamo attraversando, la possibilità di avere un’entrata mensile garantita, per quanto limitata, è molto importante.

  • Allora come possiamo conciliare l’esigenza del cambiamento e della crescita con le necessità di “sopravvivere”?

  • Si tratta di un’impresa impossibile?

Assolutamente no: volere è potere, e possiamo creare una startup partendo da zero anche lavorandoci part-time, purché il nostro impegno, in termini di qualità, sia il massimo.

In questo caso però diventa molto importante il fattore dell’organizzazione: se il tempo a disposizione è poco, dobbiamo farlo fruttare al meglio e per fare questo dobbiamo avere le idee molto chiare sul come creare la nostra startup.

Un buon punto di partenza per creare una startup è creare un piano di azione, una check list che comprenda tutte le operazioni che dovremmo necessariamente eseguire per creare la nostra startup: seguendo questo piano potremmo finalizzare al meglio i nostri sforzi e concentrare la nostra energia, in modo che il risultato finale sia una startup efficiente e produttiva.

Vediamo quali sono gli step principali da seguire nel creare una startup: ricorda che ognuna di queste fasi dovrà essere eseguita al meglio, perché tutte influiscono sul risultato finale, cioè sul successo della tua startup.

# L’idea di business per creare una startup

Ogni startup di successo parte da un’idea vincente: può trattarsi di un prodotto nuovo, oppure di un servizio innovativo, o ancora della soluzione a un problema a cui nessuno non aveva ancora pensato.

Si può andare a inserire in un mercato ampio oppure in un ambito più ristretto: non ci sono limiti prefissati a una buona idea di business.

L’importante è che sia concretamente realizzabile: lascia perdere le “imprese impossibili”, ma concentrati su un’idea, analizzala con attenzione, in modo da capire se possiede effettivamente le caratteristiche per creare una startup che sia in grado di attirare clienti e produrre guadagni.

Molte idee ti potranno sembrare vincenti in un primo momento, ma se analizzate con occhio critico mostreranno limiti, anche grandi, a cui non avevi pensato.

Sfrutta questo step per valutare se è possibile apportare delle correzioni all’idea iniziale, in modo da eliminare eventuali problemi che si potrebbero presentare nelle fasi successive, o se invece si tratta di problemi che sono realmente insuperabili, e che quindi rendono necessario abbandonare l’idea di creare una startup.

Devi effettuare una valutazione spietata e distaccata della tua idea di business: solo se sopravvivrà a questo esame così duro e profondo varrà la pena di impegnarsi e di proseguire con i successivi step. In caso contrario, non fermarti: continua a guardarti attorno, alla ricerca di un’idea di migliore, che prima o poi riuscirai a individuare.

# Non navigare a vista: l’indagine di mercato

Si tratta di uno step strettamente connesso con il precedente: se non conosci il mercato in cui la tua startup mira a inserirsi, le possibilità di successo rischiano di calare sottozero.

Non effettuare un’analisi di mercato prima di creare una startup equivale a partire per un territorio sconosciuto con un vestito da sera: non abbiamo idea in quali condizioni e in quali pericoli ti troverai, con il risultato di essere sicuramente impreparato e destinato a fallire.

Quando hai definito la tua idea di business, devi capire prima di tutto in quale settore del mercato si andrà a inserire e studiarlo in modo approfondito: questo vuol dire conoscere la concorrenza e i prodotti che offre e l’andamento passato del mercato stesso.

Studiando la concorrenza potrai capire se in effetti la tua idea è differente rispetto a quella dei tuoi concorrenti e quindi potrà conquistare dei clienti (magari sottraendoli proprio a loro).

Invece l’andamento passato del mercato ti può servire, se lo confronti con la situazione economica attuale e le previsioni future, a capire se in effetti c’è ancora un margine di crescita, oppure se un certo mercato è in fase di regressione.

Per fare un esempio concreto, il mercato dei beni di fascia alta (di lusso) potrebbe essere destinato a contrarsi in caso di crisi economica.

Ma come è possibile svolgere questo tipo di indagini di mercato senza investire grandi somme di denaro?

Sfruttare la rete è la soluzione migliore in questo caso: infatti in Internet sono disponibili analisi di mercato già svolte da istituzioni pubbliche oppure dalle Università, da cui è possibile attingere dati importanti.

Anche i social network possono rivelarsi uno strumento utile in questo caso: puoi per esempio utilizzarli per proporre un questionario a persone che lavorano in un determinato settore, che è quello di interesse per la tua startup.

Inoltre puoi utilizzare alcune risorse online, come Google Trend, che ti permettono di reperire informazioni sulla ricerca delle keyword legate al mercato e al business di tuo interesse, per capire quali sono le tendenze più attuali.

Si tratta di tutta una serie di informazioni che dovrai poi “mettere insieme” ed elaborare, per capire se la tua idea di business sta partendo verso un “paradiso” o verso un “inferno”, in cui è meglio non addentrarsi.

# Il Business Model: cosa offri ai tuoi clienti?

Un documento che è importante redigere con cura è il Business Model: si tratta di un documento che pone al centro dell’attenzione il potenziale cliente della tua startup.

Nel Business Model dovrai mettere in evidenza quali sono le esigenze dei clienti e in che modo la tua startup può organizzarsi per soddisfare queste esigenze, in modo che sia il cliente stesso a riconoscere il valore del prodotto o del servizio offerto, soprattutto rispetto alla concorrenza, e sia disposto a pagare per ottenerlo.

In questo documento vanno sicuramente indicati:

  • il target dei clienti;
  • i modi e sistemi per far arrivare ai clienti la conoscenza del prodotto o servizio offerto dalla startup;
  • la Value Proposition, cioè il valore aggiunto che la startup offre rispetto ai concorrenti e che serve ad attirare i clienti;
  • il network di partner che si ritengono necessari per sviluppare il progetto di business;
  • le fonti da cui si otterrà reddito con la realizzazione di questo progetto.

Semplificando, se con il Business Plan cerchiamo di ottenere soldi da potenziali finanziatori, il Business Model mostra come otterremo i soldi dai futuri clienti.

# Il Business Plan: il biglietto da visita per creare una startup

La tua startup avrà molto probabilmente bisogno di fondi per iniziare e ampliare la sua attività e per farlo dovrai trovare degli investitori: e per convincere gli investitori che prestare denaro alla tua startup è una buona idea, quello che ti servirà è un business plan.

Il business plan può essere ritenuto il biglietto da visita della tua startup: si tratta di un documento dove vengono descritte le strategie di impresa della tua startup e i modi con cui intendi metterle in pratica.
Cioè quello che farà la tua startup, come lo farà e quali risultati si aspetta di ottenere con queste attività.

Di solito un business plan efficace copre un periodo temporale di 3/5 anni nel futuro e deve contenere un set di elementi che possiamo considerare minimi:

  • la società e le sue caratteristiche;
  • i prodotti o servizi offerti;
  • le analisi di mercato;
  • le strategie di marketing che si intendono mettere in atto;
  • la composizione del team;
  • i fondi necessari alla realizzazione del progetto.

Dovrai porre la massima attenzione nello stendere il business plan, facendo risaltare i punti di forza del tuo progetto, senza però “nascondere” quelli che potrebbero essere gli eventuali problemi e criticità.

Qui di seguito potrai trovare uno schema di business plan proposto da UBS, che essendo stato creato da una banca, è stato stilato nell’ottica di ottenere dei finanziamenti; si tratta di una banca svizzera, ma ti potrà essere utile per impostare lo stesso documento in caso di richiesta a un istituto di credito nazionale (con le ovvie correzioni):

Ti potranno essere utili anche il sito BPlans, che presenta diversi esempi di business plan per diverse tipologie di business e e la guida dell’AIFI (Associazione Italiana Private Equity e Venture Capital) sulla corretta redazione di un business plan

# Creare il team: ti servono i migliori

Una startup vincente ha bisogno di un buon team: in primo luogo è molto difficile che il singolo startupper abbia tutte le competenze (tecniche, amministrative, di marketing e commerciali) che sono alla base del buon funzionamento di un progetto di business.

In secondo luogo molti investitori, soprattutto quelli non istituzionali come Business Angel e Venture Capital, non vedono di buon’occhio una startup composta da un solo elemento, ma preferiscono che vi sia un team al lavoro.

E questo team dovrebbe essere composto da professionisti in grado di equilibrare l’esperienza con la flessibilità e l’entusiasmo, che sono indispensabili per poter crescere e ampliare le proprie competenze.

Oltre ovviamente alla capacità di dare il meglio nel lavoro di squadra: il “battitore libero” può essere dotato di grande talento, ma non serve a far funzionare la squadra.

Per trovare il team adatto alla tua startup puoi utilizzare i canali tradizionali (le società che forniscono personale oppure la tua cerchia di conoscenze) e puoi sfruttare alcune risorse che internet mette a disposizione, come i portali per la ricerca di freelance: questi portali permettono di entrare in contatto con professionisti in campi molto diversi, valutando se la loro esperienza e le loro competenze sono quelle giuste per la tua startup.

# Finanziare il tuo progetto: i soldi servono, sempre

Senza fondi la tua startup non può nascere e svilupparsi: è venuto il momento di capire come è possibile finanziare il tuo progetto. Si tratta di una fase molto delicata, in cui il rischio di arenarsi è molto elevato.

I sistemi di finanziamento per una startup possono essere diversi e possono essere utilizzati nelle diverse fasi di vita di un’impresa: per il momento vedremo quelli più utili nel momento della creazione di una startup.

  • autofinanziamento: si tratta di utilizzare i capitali personali dell’imprenditore per creare la startup. Non comporta la restituzione delle somme utilizzate, ma il rischio è quello di perdere il proprio capitale personale se l’impresa fallisce;
  • finanziamento bancario: un sistema classico di finanziamento. La banca fornisce i fondi, che la startup deve restituire durante un determinato periodo di tempo, pagando un tasso di interesse. Le difficoltà principali sono quelle di ottenere un finanziamento, soprattutto in assenza di garanzie personali o reali, e quello di pagare tassi di interesse troppo alti;
  • finanzia agevolata: si tratta tutti quei finanziamenti che diversi enti pubblici mettono a disposizione delle startup. Sono una delle soluzioni di finanziamento migliori, perché il costo del finanziamento stesso è molto più basso rispetto ai tassi di mercato e in alcuni casi è a tasso zero;
  • crowdfunding: si tratta di una forma di finanziamento diffuso attraverso la rete, che sfrutta la possibilità di ottenere piccole somme da molti finanziatori. Il limite più evidente di questo tipo di finanziamento è che non si possono ottenere grandi somme ed è necessaria un’attenta campagna di marketing per attirare quanti più sostenitori possibili.

Scegli con attenzione il sistema di finanziamento per la tua startup: prima di tutto devi avere chiaro quale somma è necessari per lo sviluppo del tuo progetto, e un buon Business Plan serve anche a questo, poi se la tua startup sarà in grado di restituire le somme finanziate, compresi gli interessi, con le sue sole forze, per evitare di cadere della trappola del rifinanziamento (fare debiti per pagare debiti), che potrebbe portare al fallimento della tua società.

# L’importanza del marketing: fatti conoscere

Anche il miglior prodotto del mondo rimane invenduto se i clienti non lo conoscono: un’efficace campagna di marketing è necessaria al successo della tua startup.

Può sembrare di investire denaro senza avere niente in cambio: in realtà il marketing, se fatto nel modo corretto, è in grado di portare risultati nel breve e nel medio periodo, portando nuovi clienti e fidelizzando quelli già acquisiti.

Non pensare che i clienti correranno a cercarti: sarai tu a doverli trovare, con campagne di marketing mirate e “aggressive”, per ritagliare alla tua startup un angolo di mercato a discapito anche della concorrenza più agguerrita.

# Pronti, partenza, via: il lancio (e l’eventuale rilancio)

Se hai “spuntato” tutte le voci della checklist viste fin qui sei arrivato al momento del lancio sul mercato della tua startup: ricorda che tutto deve essere perfetto. Il prodotto deve essere tecnicamente funzionante, i fondi necessari al funzionamento della startup disponibili e il pubblico deve essere pronto a conoscere la tua startup.

In questa fase diventa molto utile sfruttare le risorse che la rete ci mette a disposizione: sia per farsi conoscere, sfruttando tutti i canali a disposizione, social network compresi e ottimizzando al massimo il sito web della tua startup, in modo da attirare utenti e trasformarli in clienti.

Inoltre il momento del lancio e quello immediatamente successivo sono importanti per raccogliere i primi feedback dagli early users (in pratica i tuoi primi clienti): se ci sono dei problemi segnalati dagli utenti, è il caso di intervenire in modo tempestivo, perché correggere gli errori in questa fase è molto più semplice che intervenire nelle fasi successive, quando potrebbe diventare molto più difficile oppure costoso.

Quella del lancio è una fase frenetica: dovrai tenere sotto controllo diverse variabili e potrai valutare se tutto il lavoro di preparazione svolto è stato corretto oppure se ci sono stati degli errori, che si evidenziano in questo preciso momento.

La tempestività di intervento è molto importante, per cui non perdere mai di vista la tua startup e soprattutto le reazioni dei tuoi clienti.

# This is the end

L’avventura di una startup è destinata a finire: ovviamente quello che uno startupper spera è una conclusione positiva, cioè che la sua startup abbia successo e venga acquisita, in modo da potere monetizzare finalmente tutti gli sforzi compiuti per crearla.

L’altra conclusione possibile è quella del fallimento: una startup è una “scommessa ad alto rischio”, quindi la possibilità di fallire è sempre presente, anche se si è lavorato con tutto l’impegno possibile.

In questo caso, non bisogna abbattersi e ritenere il fallimento della startup come un fallimento personale, ma come un’esperienza formativa, in grado di aiutarci a non ripetere due volte gli stessi errori.

In ogni caso, qualunque sia l’esito di questa avventura, lo startupper è pronto a cominciarne un’altra, questa volta con l’aiuto dell’esperienza maturata sul campo.

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    9 replies to "Check list per creare una startup"

    • Roberto

      Esiste un modo per valutare se un’idea e’ finanziabile gia’ in partenza senza perdere tempo?

      • Francesco

        Dipende a che punto è la tua idea.
        Se è soltanto un’idea difficilmente sarà finanziabile. Meglio se cerchi di realizzare una buona execution.

    • Gianni

      Buongiorno, ho apprezzato molto il vostro articolo e lo sto usando come guida con i vari punti da sviluppare. Non riesco però a capire la differenza tra il business model ed il business plan non è la stessa cosa?

      • Dante Fenice

        Secondo Alexander Osterwalder il business model descrive la logica con la quale un’organizzazione crea, distribuisce e cattura valore. Per crearlo un utile strumento è il canvas.

        Invece il business plan è un documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche di un progetto imprenditoriale (business idea). Viene utilizzato sia per la pianificazione che per la gestione aziendale e diciamo anche che va molto più in profondità sulle tematiche della startup.

        In sostanza si tratta di due documenti diversi che hanno finalità differenti.

        Il consiglio che posso darti è quello di creare prima il business model e poi il business plan e poi di rivederli costantemente e non lasciarli chiusi in un cassetto perchè magari ti accorgi di alcune rettifiche da fare.

        Infine il business model canvas permette allo startupper di avere velocemente in un unico foglio gli aspetti salienti della tua startup.

        • Roberto

          Grazie per il chiarimento. In realtà anch’io avevo le idee confuse. Ma qualcuno elabora il business model oppure è più una moda del momento di cui nessuno si preoccupa?

          • Dante Fenice

            Ciao Roberto, ti confermo che tutte le startup “serie” preparano anche il business model oltre al business plan.

    • […] Sei sicuro di aver fatto il tuo lavoro al meglio: hai seguito con attenzione tutto il percorso consigliato per creare una startup, senza saltare nemmeno uno step e mettendoci tutto l’impegno richiesto. […]

    • 3°C

      Salve, vedo che il sito è abbastanza attendibile, avrei un quesito da porre, mi servirebbe sapere se per lo startup per il business idea, si deve avere qualcuno d’ausilio, per capire meglio il concetto di business plan, grazie in anticipo.

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