Il ceo di una startup è una figura di importanza chiave: dalla sua attività deriva il buon funzionamento della società stessa e il raggiungimento degli obiettivi strategici.
In concreto, il ceo di una startup riceve una serie di deleghe che gli permettono di amministrare la società.
Queste deleghe mettono il ceo nella condizione di prendere le decisioni più importanti che riguardano la startup, gestire le risorse della società e occuparsi di tutte le operazioni inerenti alla startup.
Ovviamente il ceo non esercita tutte le attività di persona, utilizzando il sistema della delega soprattutto per quello che riguarda l’amministrazione ordinaria.
Il ceo di una startup nelle diverse fasi di sviluppo della società
La fase di sviluppo in cui si trova una startup influenza in modo concreto l’attività compiuta dal ceo.
Il motivo è molto semplice: una startup che sia all’inizio del suo cammino non avrà un organico completamente strutturato e quindi non sarà possibile sempre ricorrere al sistema delle deleghe.
In questa situazione il ceo dovrà occuparsi in modo concreto dell’amministrazione della startup, occupandosi anche delle decisioni “quotidiane” nella vita della società.
Nelle fasi di sviluppo più avanzate il ceo di una startup dovrebbe avere a disposizione un organico più ampio e strutturato, che avrà contribuito a creare nelle fasi precedenti di vita della società, scegliendo i collaboratori migliori.
In questa situazione l’attività del ceo cambia, diventando da gestionale a decisionale: il compito del ceo in questa fase è preparare e seguire le strategie imprenditoriali e commerciali per la società, con l’obiettivo del massimo sviluppo.
Il ceo di una startup e la gestione del team
Sicuramente, uno dei punti chiave dell’attività di un ceo di una startup è la capacità di gestire il proprio team.
Considerato il fatto che il ceo delega buona parte delle attività di amministrazione ai suoi collaboratori, deve essere in grado di sceglierli e di rapportarsi con loro nel migliore dei modi.
Questo perchè il team di una società può essere rappresentato come un motore composto da diversi elementi: se ogni elemento funziona al meglio, il motore può girare al massimo, in caso contrario rischia di “grippare”.
Oltre a tutta una serie di competenze tecniche, la gestione del team richiede anche una serie di attitudini caratteriali: un buon ceo non è omniscente, ma è in grado di scegliere le persone migliori e metterle in grado di lavorare al meglio.
La gestione del team è un compito che richiede un’investimento di tempo e di capacità: vuol dire individuare il soggetto più adatto a ricoprire un determinato ruolo e investire risorse nel farlo crescere professionalmente.
Questa crescita professionale non è utile solamente al soggetto coinvolto, ma alla startup nel suo complesso: sono i grandi manager a fare grandi le società.
Ma qual è l’approccio più corretto che un ceo può tenere nella gestione del team? Vediamo quali errori evitare e quali invece i comportamenti più produttivi.
Gestione dei collaboratori: gli errori da evitare
Un ceo di una startup che non è in grado di gestire in modo corretto i suoi collaboratori rischia di creare, a lungo andare, soltanto dei problemi alla società.
Vediamo alcuni dei comportamenti sbagliati che portano a risultati negativi:
- Essere un accentratore: soprattutto nelle fasi di sviluppo più avanzate della startup, il ceo deve concentrarsi sugli obiettivi strategici. Questo vuol dire non accentrare in sè tutte le attività della startup stessa: per quanto professionalmente competente, un ceo non può essere in grado di fare tutto al meglio, ma deve affidarsi a soggetti competenti nei diversi settori di attività.
- Non coinvolgere i collaboratori: i diversi membri del team vanno coinvolti nell’attività della società, non solo in quelle che riguardano il loro specifico campo professionale. Questo è importante per motivare i collaboratori: sentirsi parte di un progetto importante può fare sì che lavorino al meglio e riescano a dedicare tutte le loro forze allo sviluppo del progetto di business.
- Avere un atteggiamento minaccioso: trattare male i propri collaboratori o, peggio ancora, minacciarli, è il metodo più sicuro per farli lavorare nel peggiore dei modi (e farli fuggire alla prima occasione utile). Essere troppo aggressivi non è assolutamente utile per un ceo: per stimolare i collaboratori è importante creare un clima in cui possano lavorare in modo sereno.
- Essere privi di umilità: un ceo deve avere fra le sue caratteristiche anche quella dell’umiltà. Pensare di essere il migliore e trattare tutti i collaboratori come incapaci, è una delle strade principali che porta al fallimento nella gestione di un team.
- Non avere bisogno di nessuno: il ceo ha bisogno di un team efficace e motivato per potersi dedicare a quello che è il suo compito principale, cioè la direzione della startup. Il pensare di poter fare tutto è un gravissimo errore per un ceo: non ci sono le capacità e soprattutto non c’è il tempo di gestire tutte le attività e delegare alle persone giuste è una necessità.
Gestione dei collaboratori: l’atteggiamento giusto
Il ceo deve porsi nei confronti del suo team come un capitano e anche come un motivatore: questo vuol dire essere sempre in grado di controllare l’operato dei collaboratori ed eventualmente di correggere gli errori ed essere in grado di stimolare le persone a dare il meglio, assumendosi le proprie responsabilità e impegnandosi a fondo.
- Fissare degli obiettivi che siano raggiungibili: inutile pretendere l’impossibile, sia da sè stessi che dagli altri. Il ceo di una startup deve avere ben chiari quali sono gli obiettivi che è possibile raggiungere in ogni settore e in quanto tempo è possibile realizzarli. Fissare degli obiettivi impossibili non serve a stimolare i collaboratori, ma solo a frustrarli.
- Affidare dei compiti realizzabili: “ad impossibilia nemo tenetur”, cioè nessuno è tenuto a fare cose impossibili. Il ceo di una startup deve affidare ai collaboratori compiti che siano in grado di svolgere al meglio. Inutile affidare un obiettivo da raggiungere a un soggetto che non ne ha la capacità o le competenze: si otterrebbe soltanto un pessimo (o nullo) risultato.
- Controllare ma non stressare: in ogni momento il ceo deve monitorare l’attività dei suoi collaboratori, in modo da valutare se stanno svolgendo i compiti assegnati e raggiungendo gli obiettivi previsti. Ma questo non vuol dire stare “col fiato sul collo” ai membri del team: la maggior parte delle persone non ama lavorare sotto pressione e sotto un controllo troppo stretto, perchè aumenta in modo esponenziale la paura di sbagliare. Un ceo deve invece esercitare un controllo discreto, intervendo solamente quando i suoi collaboratori devono affrontare problemi complessi: in questo caso la scelta migliore è quella di aiutare le persone a superare gli ostacoli, collaborando con loro e mettendo a disposizione le risorse necessarie.
- Premiare: un collaboratore che raggiunge i suoi obiettivi e ottiene dei buoni risultati va premiato. Pur essendo vero che si tratta del compito per cui è stato assunto, il fatto di sottolineare con un premio le capacità delle persone ha un potente effetto a livello di motivazione: chi vede che il suo lavoro viene apprezzato, sarà spinto a fare sempre meglio.
- Sapere dire no: un ceo di una startup deve mettere i suoi collaboratori nelle migliori condizioni per svolgere il loro lavoro. Ma questo non vuol dire rispondere “sì” a ogni richiesta. Le richieste vanno valutate in modo attento e accolte quando siano giuste e necessarie per il miglior risultato della società. In caso contrario, la soluzione migliore è quella di un “no”, motivato in maniera chiara: in questo modo si può mantenere un clima di collaborazione, senza che l’autorità dei ceo sia messa in discussione.
- Concentrarsi sul proprio lavoro: se è vero che il ceo di una startup deve svolgere un’attività di controllo sui collaboratori, è anche vero che ha un compito preciso, che non va mai perso di vista. Se in una startup in fase di early stage il ceo dovrà dedicare molta più attenzione alla gestione quotidiana della società, nelle fasi successive il suo compito si farà molto più definito. Un ceo dovrà diventare il “condottiero” della startup, scegliere e mettere in atto le strategie migliori per la crescita della società, diventare il volto stesso della società. Per potersi concentrare su un compito così importante, i suoi collaboratori dovranno garantirgli la miglior amministrazione della società stessa.
Abbiamo quindi visto come la figura del ceo sia centrale nello sviluppo e gestione di una startup: scegliere la giusta persona per questo ruolo è determinante per portare al successo un progetto di business.
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