Oggi ho il piacere di intervistare Alessandro Tozzo di Brain Control, una startup che vuole aiutare le persone che problemi motori.
Ciao Alessandro, benvenuto su Startup Vincente
Ciao Dante, felice di essere qui con te oggi.
Alessandro, di cosa si occupa Brain Control?
BrainControl lavora nel settore ICT, in particolare si occupa di sviluppo di software che, sfruttando l’intelligenza artificiale e il machine learning, creino soluzioni in grado di aiutare le persone, in particolare tutti coloro che hanno difficoltà motorie o comunicative, ma non solo.
In BrainControl attualmente tu che ruoli occupi?
Attualmente ho un contratto di consulenza strategica con loro e rivesto il ruolo di Temporary Managing Director
Alessandro Tozzo
Temporary Managing Director
Aiutare le persone che hanno gravi disabilità motorie
Invece andiamo un pò alle origini, com'è nata l'idea di Brain Control?
L’idea nasce con lo scopo di poter risolvere un problema importante: ridare la possibilità di comunicare a chi non ha più mezzi per farlo.
Ci sono malattie neurodegenerative come la SLA o alcuni tipi di distrofie che, pur lasciando quasi intatto il livello cognitivo, ti paralizzano completamente, lasciando la persona prigioniera del proprio corpo immobile, e la stessa sorte capita a chi ha subito un trauma cerebrale a causa di incidenti e si ritrova tetraplegico.
Immaginati come può essere straziante vedere o anche solo sentire i tuoi cari che ti parlano e non poter dare un minimo cenno di risposta.
Questo è il motivo principale che ha spinto a suo tempo la creazione di BrainControl BCI (Brain Computer Interface) ed è tuttora il nostro credo principale: sviluppare tecnologia che possa essere utile.
Alessandro, ci puoi fare un esempio concreto di utilizzo di Brain Control?
Sono tre le soluzioni attualmente presenti sul mercato.
La versione BCI, tramite un caschetto facilmente posizionabile sulla testa del paziente, interpreta e classifica le onde cerebrali del movimento immaginato, grazie al nostro software basato sulla IA, dopo aver intercettato l’attività elettrica sulla corteccia cerebrale.
Ovviamente il paziente impara ad utilizzare questo strumento grazie all’assistenza e al training fornito dal nostro team di specialisti (logopedisti) e a utilizzare il movimento immaginato per selezionare la risposta voluta sul dispositivo, tornando così a comunicare con i propri cari.
Ad esempio si potranno avere risposte a domande quali: “Come stai?”, “Hai freddo/caldo?”, “Mi riconosci?”.
Risposte di poche lettere che cambiano però la vita e ridanno dignità e autostima alla persona malata.
Esistono poi anche la versione Sensory, pensata per i pazienti che hanno ancora dei movimenti residui (palpebra, zigomo, etc.) e la versione Avatar, che permette a persone con disabilità motorie di visitare musei o esposizioni, pilotando un robot e vivendo una esperienza totalmente immersiva come se fossero realmente in presenza.
Perfetto e complimenti. Nel processo di creazione di Brain Control, quali sono gli step che avete seguito o che state seguendo tutt’oggi?
L’ultimo anno è stato un anno di trasformazione per l’azienda, ci siamo fermati a riflettere su cosa era stato fatto, su cosa era andato bene e su cosa si doveva migliorare.
Abbiamo dato uno sguardo alla strada fatta e soprattutto pensato a dove vogliamo arrivare, passando anche per una attenta riflessione su chi siamo realmente.
Un investimento di tempo assolutamente remunerativo che ci ha consentito di strutturare al meglio l’organizzazione, definire un piano strategico quinquennale e avere piani d’azione concreti che ci stanno consentendo di procedere speditamente verso i nostri obiettivi sia dal punto di vista di Ricerca e Sviluppo che dal punto di vista commerciale, senza tralasciare tutta la parte amministrativa-finanziaria e regolatoria che è meno attraente delle altre due, ma è fondamentale per il successo dell’azienda.
Quali sono i ruoli coperti dalle altre persone che compongono il vostro team?
Attualmente siamo divisi in Ricerca e Sviluppo, dove ci sono degli ingegneri informatici e dei data scientist/ricercatori che perfezionano le soluzioni già disponibili e sviluppano la nuova generazione di software che presto sarà sul mercato.
Abbiamo poi una divisione commerciale che include vendite, marketing e soprattutto il team dei preziosissimi BrainControl Specialist e abbiamo poi il settore Amministrazione, Finanza e Regolatorio.
Ovviamente, essendo ancora molto piccoli, diverse persone hanno un doppio o triplo ruolo, ma la struttura e i piani di cui parlavo prima ci consentono di lavorare in modo efficace ed efficiente.
Invece parlando di soldi, come siete riusciti a finanziarvi fino ad ora e come pensate di finanziare i vostri progetti di crescita?
BrainControl ha avuto una prima accelerazione nel 2018, quando una VentureCapital di Milano, RedSeed, ha deciso di investire nella società, consentendo ovviamente di focalizzare le attività sullo sviluppo di BrainControl.
Inoltre nel 2020 ci siamo aggiudicati il bando Horizon 2020 dell’Unione Europea, vincendo un finanziamento a fondo perduto e avendo la disponibilità per un investimento in conto capitale per il futuro dietro l’ingresso di nuovi finanziatori.
Attualmente stiamo cercando nuovi finanziatori che vogliano entrare e supportarci in questa avventura, forti del fatto che il loro investimento sarà “matchato” dall’EU.
Quali sono le principali difficoltà per chi vuole avviare oggi una startup in Italia?
Qual è il consiglio di possiamo dare?
Prima di tutto si deve avere un’idea vincente e, soprattutto, concretizzabile: questa è la base per creare un Business Plan credibile ed attrattivo.
Poi ovviamente lo scalino più alto da superare è trovare l’investitore che crede in questa idea ed è disposto a finanziarla, un’impresa non facile ma l’importante è essere preparati e non demordere
Esistono delle risorse sia online che offline che ti senti di consigliare a chi sta per creare una startup digitale oggi in Italia ?
La digitalizzazione è un processo in atto e che, soprattutto grazie al recovery plan, si rinforzerà nei prossimi mesi.
E’ un argomento di cui si parla quotidianamente e che darà sicuramente tante opportunità a nuove start-up.
Ci sono tante possibilità e tante associazioni, basti pensare alla Fondazione EneaTech, che si focalizza proprio sull’accelerazione dei processi di innovazione a livello nazionale finanziando i progetti più promettenti.
H2020 ovviamente è un’altra opportunità molto interessante e poi ci sono bandi che grandi aziende pubblicano.
Quali sono le competenze necessarie che un founder deve possedere per poter pensare di gettarsi nella mischia e creare una propria startup ?
L’idea vincente è solo un primo, pur importante, passo.
Essere visionario penso sia insito in un founder, ma la principale caratteristica che deve avere è la capacità di circondarsi di persone che lo possano aiutare nei settori in cui, non essendo tuttologi, le competenze mancano: spesso i fondatori/inventori sono dei ricercatori e non hanno esperienza di mercato o finanziaria o regolatoria.
Quindi sono due le “competenze” necessarie: avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e avere l’abilità di selezionare le giuste competenze con collaboratori che si appassionino dell’idea e della sfida.
Parlando di persone, esistono dei profili all’interno del team che non possono mancare in una startup digitale?
Ovviamente la parte di ingegneria informatica penso sia fondamentale!
Secondo te qual è invece il segreto di una startup di successo? Cosa fa veramente la differenza?
Ho già in parte svelato i miei pensieri in proposito, ma te li ripeto volentieri: idea vincente e concreta (creare una soluzione nuova ma che abbia poi un mercato di applicazione), team, spirito - soprattutto nella fase iniziale dove si è in pochi, lo spirito di squadra è fondamentale per amplificare l’entusiasmo e attutire i colpi che ogni tanto si prendono -, sapere comunicare agli investitori, al mercato, alle persone, far capire cosa proponiamo, perché e cosa è importante per loro.
Se tu domani mattina avessi una nuova idea su cui costruirci su una startup, quali sono le 3 cose che faresti subito?
1. Preparerei un “pitch” che spieghi chiaramente la mia idea, aiutandomi anche a renderla chiara a me stesso
2. Contatterei persone fidate e stimate per condividere e avere i loro feedback iniziali
3. Definirei una lista di potenziali investitori e mi darei da fare!
Ok Alessandro, grazie per le tue risposte. Ancora complimenti per la vostra bellissima iniziativa e spero di risentirti più avanti con un aggiornamento roseo sul vostro viaggio
Grazie a te Dante per la chiacchierata e molto volentieri ci possiamo sentire più avanti, raccontandoti delle nuove soluzioni che nel frattempo lanceremo sul mercato.
Approfondimenti
- BrainControl (Sito Web)
- Alessandro Tozzo (Linkedin)
Se ti piace l'intervista, lascia un commento e condividila