Dopo aver esaminato i documenti che compongono un bilancio è ovvio che ti sorga una domanda: ora che ho compilato il bilancio che cosa ho concluso? Che me ne faccio di questo bilancio?
Ora puoi finalmente effettuare un’analisi del bilancio e trarre informazioni preziose per la tua startup.
E come va effettuata quest’analisi di bilancio?
Per rispondere a questa domanda è prima di tutto necessaria una premessa: parlare di analisi di bilancio e di indici di bilancio vuol dire addentrarsi in una materia molto vasta e complessa.
In questo articolo spiegheremo soprattutto perché l’analisi di bilancio è importante per la tua startup e come utilizzare gli indici principali per calcolarla.
# L’analisi di bilancio: una fonte di informazioni preziose
È ovvio che per parlare di analisi di bilancio bisogna che tu abbia un bilancio di esercizio della tua startup da cui partire: e proprio il bilancio è in grado di fornirti una serie di informazioni molto significative rispetto alla realtà della tua azienda (nei suoi diversi aspetti).
Per fare questo i due documenti principali del bilancio (Conto Economico e Stato Patrimoniale) devono essere analizzati secondo dei particolari criteri: solo in questo modo infatti, applicando dei particolari principi (i principi di bilancio) a questa analisi, sarai in grado di ottenere di comprendere degli aspetti dell’attività della tua start up che vanno ben oltre a quelli che appaiono formalmente nei documenti.
Puoi immaginare che l’analisi di bilancio sia una sorta di analisi “clinica” a cui sottoponi la tua startup: dai risultati che otterrai dai tuoi esami (che eseguirai utilizzando degli strumenti specifici, gli indici di bilancio) potrai capire lo “stato di salute” della tua impresa.
In particolare l’analisi di bilancio potrai rispondere a 4 domande molto importanti:
- La tua startup è in grado di generare un guadagno? Per rispondere a questa domanda utilizzerai l’indice di redditività.
- La tua startup ha buone possibilità di crescere? Grazie all’analisi di bilancio potrai capire se ci sono possibilità di sviluppo (e quali) nel futuro della tua impresa.
- La tua startup è in grado di fare fronte in modo rapido agli impegni ordinari e straordinari di cassa (come il pagamento degli stipendi, dei fornitori, degli oneri previdenziali)? Per rispondere a questa domanda ti sarà utile l’indice di liquidità.
- Se si verificassero particolari eventi nella vita della tua startup, questa sarebbe in grado di assorbirli (grosse perdite o la necessità di importanti investimenti)? Utilizzando l’analisi di bilancio potrai comprendere se la tua azienda è solida.
# La riclassificazione del bilancio
Per utilizzare efficacemente i criteri di analisi di bilancio è necessario procedere a una riclassificazione del bilancio.
Questa operazione consiste nell’aggregare e raggruppare i molteplici valori del bilancio per interpretare meglio l’andamento dell’impresa.
La riclassificazione dello Stato Patrimoniale può essere effettuata almeno secondo 2 criteri:
- Criterio funzionale: le voci di bilancio sono riclassificate in base al loro collegamento con le aree gestionali dell’impresa, distinguendo tra gli investimenti effettuati quelli relativi all’area caratteristica da quelli propri di altre aree (per esempio vendite, trasformazione, acquisti).
- Criterio finanziario: in base al quale le attività e le passività vengono riclassificate secondo la durata del loro ciclo di realizzo, vale a dire sulla base della loro trasformabilità in denaro.
Per la riclassificazione del Conto Economico si utilizzano 3 criteri:
- Criterio funzionale: secondo tale criterio le voci del conto economico vengono aggregate secondo la posizione da esse assunte nell’ambito della gestione aziendale, in particolare in relazione ai principali processi in cui normalmente si riconosce l’organizzazione dell’impresa.
- Criterio del valore aggiunto: questo schema di riclassificazione si propone di evidenziare la ricchezza effettivamente prodotta e distribuita dall’impresa ai vari conferenti di fattori produttivi (lavoro, impresa, capitale e Stato).
- Criterio del margine di contribuzione: questo criterio divide i costi sostenuti nell’esercizio in base alla loro natura (e destinazione) in variabili e fissi.
I criteri di riclassificazione del bilancio sono uno strumento tecnicamente complesso: per questo motivo ti suggerisco di dare un’occhiata a queste risorse se vuoi approfondire la tua conoscenza sull’analisi del bilancio:
# Gli indici di bilancio: gli strumenti “diagnostici” per la salute della tua startup
Gli indici o quozienti (chiamati anche ratio in inglese) di bilancio rappresentano un indispensabile “kit” dell’analisi di bilancio: infatti sono in grado di sintetizzare e quantificare dei fenomeni legati alla vita dell’azienda che sono molto complessi.
Questi indici sono basati su un preciso presupposto tecnico: esistono delle relazioni tra alcune voci dello stato patrimoniale o del conto economico (cioè i documenti che compongono il bilancio) i cui valori non possono discostarsi da determinate soglie senza compromettere il buon andamento della gestione di un’impresa.
I più importanti fra gli indici di bilancio per la gestione della tua start up sono l’indice di redditività e quello di liquidità: li approfondiremo per capire come calcolarli e qual è la loro importanza.
# Indice di redditività.
Più che di un singolo indice di redditività, bisogna parlare di “indici”: questi indici di redditività servono per misurare le performance dei risultati della tua gestione imprenditoriale.
È molto importante conoscere questi indici e capire come vengono calcolati, perché alcuni dei soggetti con cui la tua start up deve rapportarsi durante la sua attività (soprattutto le banche) li esaminano con una grandissima attenzione.
Gli indici di redditività più importanti possono essere considerati:
- Redditività del capitale investito nell’impresa (ROI)
- Redditività del capitale proprio dell’imprenditore (ROE), cioè il capitale che ha investito nella tua impresa
- Redditività delle vendite (ROS)
Il ROI
Il ROI (Return on Investment) in italiano (Ritorno degli Investimenti) indica la redditività del capitale investito in un’azienda (cioè la somma di quello che hai investito direttamente nella tua impresa più tutto quel capitale che proviene da fonti esterne, come per esempio dai prestiti delle banche).
Il capitale investito nella tua start up è dato dalla somma di 2 voci del bilancio: il capitale circolante netto (cioè l’ammontare delle risorse che compongono e finanziano l’attività operativa della tua azienda e che trovi nello Stato Patrimoniale, come differenza fra l’attivo corrente e il passivo corrente) e l’attivo immobilizzato (che è dato dall’insieme di investimenti di medio – lunga durata, come impianti e macchinari e investimenti finanziari vincolati all’attività dell’azienda e trovi nello Stato Patrimoniale).
Con questo indice puoi capire quanto rendono i soldi che sono investiti nell’impresa.
Il ROI viene calcolato attraverso un operazione nella quale vengono inseriti reddito operativo (cioè il risultato economico, la differenza fra valori e costi della produzione) al numeratore ed il capitale investito netto (che si trova nello stato patrimoniale e indica la somma di immobilizzazioni e capitale circolante netto: la prima voce coincide con il totale delle immobilizzazioni in bilancio mentre la seconda deriva dalla somma di attivo corrente e passivo corrente, funzionali all’attività operativa di impresa) al denominatore, si dividono fra loro ed infine si moltiplica per 100: in questo modo si ottiene la percentuale di redditività del capitale investito.
Il ROE
Il ROE (Return On Equity), ti serve per capire quanto rendono i soldi che hai investito personalmente nella tua start up (le somme che in bilancio sono indicate come capitale sociale, versamenti in conto capitale).
Quali informazioni ci da il ROE?
In pratica quanto rende il nostro capitale investito come rischio di impresa: perché la tua start up abbia un ROE soddisfacente questo indice deve essere pari come minimo al rendimento dei titoli di stato.
A questa percentuale va sommata un’altra percentuale che può variare a seconda del campo in cui opera la tua start up, dal 3% fino anche al 20%.
Se il ROE è uguale o minore al rendimento dei titoli di stato, non puoi considerarlo soddisfacente: infatti se investissi nei titoli di stato avresti un uguale rendimento ma non correresti nessun rischio connesso all’attività di impresa. In pratica il ROE ti serve per capire quanto rende il di rischio, cioè quel capitale che perdi se la tua start up va male.
Si calcola mettendo al numeratore l’utile netto dell’esercizio (che si trova nel conto economco) e al denominatore il patrimonio netto dei soci o dell’imprenditore (che si trova nello stato patrimoniale ed è composto dal capitale sociale, utili anni precedenti e riserve).
DIFFERENZE FRA ROI E ROE
A tutti gli effetti il ROI è la redditività del capitale (complessivo) investito nella tua impresa e dalla sua analisi puoi valutare la performance della tua start up rispetto a quella di altre aziende.
Invece il ROE può essere definito definito come la “rendita dell’azionista”: rappresenta l’utile netto per ciascun euro. L’analisi del ROE è importante perché è l’indice cui gli investitori guardano dovendo scegliere tra diverse opportunità di investimento.
Per esempio, se la tua start up ha un ROE del 3%, mentre il rendimento ad esempio dei titoli di stato è 4% (e ricorda che i titoli di stato sono “risk free”), allora l’investitore acquisterà i titoli di stato invece che le azioni della società.
Il ROS
Il ROS (Return on Sales) misura la redditività media delle vendite è ed un indicatore che ti può essere molto utile per confrontarlo con altre imprese che operano nel tuo stesso settore.
Il Ros si ottiene dividendo il reddito operativo e le vendite dell’esercizio e ti mostra quanto guadagna la tua start up (prima del pagamento delle imposte).
Confrontare l’indice ROS della tua start up con quello delle aziende dello stesso settore ti permette di comprendere se i tuoi guadagni sono in linea con quelli del mercato, o se invece nell’azienda ci sono dei problemi che ti impediscono di arrivare al guadagno che potenzialmente la tua impresa potrebbe avere.
# Gli indici di liquidità
Anche gli indici di liquidità sono dei rapporti tra varie grandezze del bilancio: il loro scopo è
di verificare se la tua start up ha una soddisfacente situazione di liquidità.
Ma quando un’impresa si considera liquida? Quando e se è in grado di fronteggiare gli impegni che derivano dalla gestione dell’attività: per esempio pagamento di fornitori, di salari e stipendi, di tasse, rimborso rate di prestiti.
Per considerare la tua start up liquida non basta che sia in grado di pagare i debiti alle scadenze convenute, ma è necessario anche che questo avvenga in modo economicamente conveniente.
Se per esempio, la tua start up per pagare i debiti si deve vendere dei titoli che possiede e li vende a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato (perché ha la necessità di denaro liquido) non può essere considerata un’azienda liquida (anche se i debiti sono stati pagati scadenze convenute).
Che la tua start up abbia una sufficiente è molto importante: serve a evitare che si possano manifestare crisi di liquidità, situazioni che spesso sono alla base di un dissesto dell’azienda stessa.
Gli indici di liquidità ti servono a capire le condizioni di liquidità della tua impresa: in particolare due sono gli indici che si utilizzano per le analisi di bilancio:
- il current ratio: ti serve per valutare il grado di solvibilità di breve periodo dell’impresa: cioè se nel breve termine la tua star up può fare fronte agli impegni finanziari. È dato dal rapporto tra le attività correnti (liquidità immediate + liquidità differite + magazzini) e le passività correnti: un buon current ratio superiore all’unità e preferibilmente uguale a due (o più).
- Il quick ratio (o acid test ratio): ti serve per determinare la capacità della tua start up di far fronte ai propri debiti nell’immediato. È calcolato come il rapporto fra totale di cassa, crediti a breve, titoli liquidabili immediatamente e totale delle passività correnti: il suo valore non dovrebbe scendere al di sotto di 1.
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1 Response to "L’ analisi di bilancio scopri a cosa serve e come farla"
[…] Il ROI (Return Of Investiment) serve a rappresentare quanto rende il capitale che è stato investito nella nostra startup: per calcolarlo è necessario prima trovare a quanto ammonta il capitale investito, sommando due elementi che si trovano nel bilancio […]