È venuto il momento di far nascere o crescere la tua startup: ma per fare questo sono necessari dei fondi, che in parte potresti avere a disposizione come tuo patrimonio personale oppure, nel caso di una startup già avviata, come somme accantonate dalla società.

Il problema è che, nella maggior parte dei casi, le somme a disposizione della tua startup non sono sufficienti a realizzare i progetti di crescita ed espansione.

Nascere, crescere ed espandersi per una startup vuol dire infatti effettuare degli investimenti, che possono essere in beni strumentali (per esempio i macchinari necessari alla produzione), oppure in immobili (che servono come sede per l’attività della tua startup) o ancora in beni immateriali ma determinanti per l’attività di impresa della tua startup (possiamo pensare a una formazione specifica oppure all’acquisizione di brevetti o software).

È importante sapere come ottenere questi fondi (salvo il caso la tua startup non abbia accumulato un capitale tale da poter coprire gli investimenti necessari), ma, prima di tutto, è necessario capire quale somma è davvero necessaria alla tua startup. Infatti, avere chiaro qual è la somma precisa che serve ti è necessario per due importanti motivi:

  • capire quale rata mensile la tua startup è in grado di “sopportare” senza che si creino problemi di liquidità;
  • capire quale tipologia di finanziamento può essere la più adatta (finanziatori privati, finanza agevolata, banche).

Adesso ti mostrerò i 3 passaggi importanti per calcolare, ottenere e poter richiedere il finanziamento di cui ha bisogno la tua startup per espandere la sua attività e crescere nel mercato: partiamo dal primo step, quello cioè di capire di quale importo è il finanziamento che dovrai richiedere.

# STEP 1 – Stabilire la necessità finanziaria della tua startup

Prima di richiedere un finanziamento è necessario che tu sappia di quale somma hai realmente bisogno: per fare questo è necessario stilare un piano finanziario che ti aiuti a individuare questa somma in modo corretto.

Questo piano finanziario dovrà comprendere: il costo dei beni strumentali necessari all’ampliamento dell’attività, il costo di gestione che deriverà da questa espansione e la liquidità che dovrai comunque mantenere per garantirti di poter far fronte senza problemi a delle spese impreviste.

Facciamo un esempio pratico: da alcuni anni hai creato una startup ed hai deciso però di ampliare la tua attività, offrendo alla tua clientela una nuova versione del tuo prodotto.

Per fare questo avrai la necessità di acquistare tutta una serie di attrezzature: questi sono i beni strumentali, che avranno un costo per esempio di 150.000 euro

Inoltre dovrai assumere un dipendente che copra l’aumento della produzione e acquistare tutta una serie di materie prime che servono per il nuovo prodotto. Ci sarà un ovvio aumento dell’elettricità, e sarà utile una campagna pubblicitaria per fare conoscere ai clienti questa novità (spese di marketing): questi sono i costi di gestione, che diciamo per semplicità, dovrebbero ammontare a circa 60.000 euro annui.

Riassumiamo questi dati in una tabella:

Costo beni strumentali € 150.000
Costo di esercizio annuo € 60.000
Liquidità € 10.000
Fabbisogno Finanziario € 220.000

La somma di cui la tua startup ha bisogno per espandersi è di 220.000 euro: questo è l’importo del finanziamento che dovresti chiedere.

La possibilità dell’autofinanziamento

Abbiamo individuato in 220.000 euro la somma di cui la tua startup avrebbe bisogno per espandersi e far crescere la sua attività: ma è necessario chiedere un finanziamento per l’intera somma? In realtà, se la tua startup possiede delle somme accantonate negli esercizi precedenti oppure se puoi effettuare dei versamenti in conto capitale (che vanno cioè a incrementare il capitale della tua startup), puoi diminuire l’importo del finanziamento da richiedere.

Si tratta di una decisione delicata: devi valutare fino a che punto la tua startup può indebitarsi verso terzi e fino a quanto è invece possibile procedere agli investimenti utilizzando capitale proprio.

Cercare un equilibrio fra queste due fonti di finanziamento (evitando cioè un eccessivo indebitamento per la tua startup) potrebbe essere la soluzione migliore.

# STEP 2 – Quale rata può permettersi la tua startup?

Ora che hai calcolato l’importo che è necessario alla tua startup per espandere la sua attività, è necessario considerare un altro fattore: quale cifra può permettersi di pagare ogni mese la tua società (come rata di restituzione di un finanziamento) senza rischiare di “andare in rosso”?

Si tratta di un calcolo della massima importanza: infatti se sovrastimi le capacità della tua startup di disporre ogni mese di una certa somma da destinare alla restituzione del debito, rischi di trovarti costretto a ricorrere ad altre forme di finanziamento (come lo scoperto di conto corrente) per coprire i debiti, ingenerandone nello stesso tempo degli altri.

Questa spirale potrebbe portare in breve tempo la tua startup in uno stato di crisi finanziaria (non avresti cioè più il denaro per pagare le spese correnti), che potrebbe essere il preludio del fallimento.

Per determinare qual è l’importo massimo che la tua startup può permettersi di pagare mensilmente devi partire dal cash flow (o flusso di cassa): questo dato serve a individuare la liquidità che la tua startup è in grado di produrre nello svolgimento della sua attività di impresa.

Ovviamente, considerando un finanziamento che preveda il pagamento di una rata mensile, il flusso di cassa che dovrai considerare è quello mensile.

Per calcolare il cash flow dovrai partire dall’esame dei dei documenti del bilancio: prima di tutto dovrai individuare l’utile operativo, da cui andranno sottratte le tasse e gli accantonamenti e sommati gli ammortamenti effettuati durante il periodo valutato. In questo modo avrai ottenuto il Flusso Primario.

Da questo dovrai sottrarre le somme spese per gli investimenti e sommare quelle ottenute da eventuali disinvestimenti effettuati dalla tua startup: con questo calcolo otterrai il flusso di cassa operativo, attraverso cui potrai calcolare la rata massima che la tua startup potrà pagare. Vediamo di riassumere questi dati in una tabella.

Utile operativo€ 100.000
Ammortamenti€ 15.000
Tasse€ 20.000
Accantonamenti€ 5.000
Flusso Primario€ 90.000
Investimenti€ 10.000
Disinvestimenti€ 5.000
Flusso di cassa€ 85.000

Calcolando il flusso di cassa avrai chiaro quale somma la tua startup ha a disposizione durante un determinato periodo di tempo: se consideriamo un flusso di cassa di 85.000 euro annui, possiamo stimare un flusso di cassa mensile di 7.000 euro.

Partendo da questo data potrai calcolare quale rata massima la tua startup è in grado di pagare senza avere problemi.

È ovvio che non potrai impegnare l’intero flusso di cassa per il pagamento di un finanziamento, ma potrai destinarne solo una parte: per rimanere sempre in una situazione di relativa tranquillità, la tua startup potrebbe valutare di poter pagare una rata mensile che risulti al massimo una percentuale corrispondente al 35-40% del flusso di cassa (partendo dall’esempio del flusso di cassa mensile di 7.000 euro, la tua startup potrebbe permettersi di pagare una rata massima di 2.800 euro.

Se pagando una rata di questo importo potrai trovare un finanziamento che soddisfi le necessità della tua startup, è tutto a posto: ma se questo non accade?

Se, per ottenere la cifra di cui hai bisogno ti trovassi a pagare una rata mensile anche di molto più alta del limite di sicurezza dato dal tuo cash flow, che soluzioni alternative puoi trovare? È il momento di valutare un diverso tipo di finanziamento.

La finanza agevolata e gli investitori privati

 Nel caso in cui la tua startup non sia in grado di far fronte in sicurezza alle rate richieste per il finanziamento della somma necessaria a espandere l’attività di impresa, non è ancora il momento di darsi per vinti: infatti esistono delle soluzioni alternative al classico finanziamento bancario.

Gli strumenti di finanza agevolata

 La prima operazione che puoi effettuare è quella di controllare se sono presenti dei bandi di finanza agevolata che ti consentano di ottenere la somma di cui hai bisogno a tassi molto inferiori rispetto a quelli del mercato (in alcuni casi persino a tasso zero) o, ancora meglio, se vi sono dei bandi che prevedono dei contributi a fondo perduto.

Se la tua startup o il tuo programma di espansione di attività presentano le caratteristiche richieste nel bando, potresti ottenere la somma che ti serve riuscendo a pagare anche una somma inferiore alla rata massima che avevi calcolato (oppure non pagando nulla).

In questi link potrai trovare le informazioni e le news in materia di finanza agevolata per le imprese, sia a livello europeo che nazionale:

http://europa.eu/policies-activities/funding-grants/index_it.htm

http://www.invitalia.it/

http://www.camcom.gov.it/

Gli investitori privati: i Business Angel

 I Business Angel sono gruppi di investitori privati che finanziano le startup, soprattutto nella fase della creazione e della prima espansione. Normalmente questi gruppi di investitori sono costituiti da soggetti con esperienza nel mercato del lavoro (ex manager o imprenditori) che sono quindi in grado di valutare (grazie alla loro esperienza) se un’idea di business è destinata ad avere successo.

Nel caso il Business Angel valuti positivamente il tuo progetto di espansione (che dovrai presentare tramite un business plan che sia realmente molto accurato ed esamini tutti i vari aspetti della tua impresa) può decidere di finanziare la tua startup: ma non con un classico prestito di una somma di denaro, bensì una partecipazione nella tua startup.

Il Business Angel verserà il capitale necessario a finanziare il tuo progetto di business, ottenendo in cambio una quota della tua startup: l’aumento di valore della tua società rappresenta l’investimento compiuto dal Business Angel (che renderà liquido questo investimento rivendendo le quote della tua società nel momento in cui si saranno apprezzate).

Venture Capital

 Un principio simile è alla base del finanziamento offerto da un Venture Capital: una partecipazione alla startup (in questo caso parliamo di cifre anche elevate, a differenza dei Business Angel e di startup che hanno già una loro solida posizione sul mercato) da cui ci si aspetta in cambio una crescita molto rapida dei profitti, in modo da poter capitalizzare la partecipazione in un tempo relativamente breve (normalmente sia Business Angel che Venture Capital considerano un orizzonte massimo quello di 5-7 anni per uscire da una startup).

Ovviamente entrambi i tipi di investitori privati non si limiteranno a fornire il capitale alla tua startup: saranno in grado (soprattutto i Business Angel) di offrirti una collaborazione importante per quel che riguarda la gestione e la crescita della tua società ed eserciteranno, allo stesso tempo, una sorta di “controllo” sulla tua gestione, per tutelare il loro investimento.

Banche o investitori privati?

 Se il cash flow della tua azienda non ti permette di sobbarcarti delle rate troppo alte, la scelta di rivolgerti a investitori privati diventa quasi obbligatoria: in cambio sarai però costretto a “cedere” una parte della tua startup (e del potere decisionale sull’attività di impresa) al tuo finanziatore.

Invece il classico finanziamento bancario non comporta alcuna ingerenza nelle scelte di gestione della tua startup: alla banca interessa solamente che tu restituisca i soldi avuti in prestito, ma le decisioni relative alla tua startup dipendono solamente da te.

Considerato questo aspetto, se il tuo cash flow te lo permette, probabilmente quello di rivolgersi alla banca potrebbe essere la soluzione più conveniente, perché ti permette di mantenere il completo controllo sulla tua startup.

# STEP 3 – Hai restituito il finanziamento e cosa ci ha guadagnato la tua startup?

Un finanziamento ha ovviamente un termine di restituzione, termine che è già determinato al momento della stipula del contratto: questo vuol dire che nel momento in cui deciderai di firmare il contratto di finanziamento per la tua startup saprai già quale somma e per quanto tempo dovrai pagare.

Ma al termine di questi pagamenti, quali benefici avrà ottenuto la tua startup?

Riprendiamo l’esempio che abbiamo utilizzato all’inizio dell’articolo, cioè l’ampliamento di attività della tua startup con la produzione di scarpe: gli investimenti che la startup ha effettuato (e per cui ha richiesto, ottenuto e ripagato un finanziamento) l’hanno dotata di alcuni beni strumentali che sono stati acquisti nel patrimonio della startup.

Ma soprattutto questo investimento ha portato a un aumento del giro di affari: infatti prima i clienti della tua startup compravano solo l’abbigliamento per la corsa, mentre adesso acquistano anche le scarpe. In questo modo, anche mantenendo lo stesso numero di clienti, il giro di affari è aumentato.

Inoltre questa scelta ha portato nuovi clienti alla tua startup, clienti che erano alla ricerca di scarpe con le caratteristiche tecniche di quelle che la tua startup produce: questo, in termini matematici, vuol dire un maggiore incasso, da cui deriva un maggiore guadagno.

E questo maggiore incasso ha iniziato a prodursi qualche tempo dopo aver effettuato l’investimento dell’investimento (possiamo stimare un tempo di circa 12 mesi).

Questo vuol dire che già durante il periodo in cui la tua startup pagherà le rate per restituire il finanziamento, l’investimento fatto contribuirà (con l’aumento degli incassi) al pagamento delle rate stesse: in un certo senso, per essere effettivamente produttivo un investimento dovrebbe “ripagare” il suo finanziamento.

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