Creare una startup è impegnativo, portarla al successo ancora di più: eppure ti sembra di aver seguito tutti i passi necessari a realizzare il tuo progetto.

Ti sei impegnato, non hai trascurato nulla, ma il tuo progetto non sembra lo stesso voler decollare, facendoti perdere tempo e denaro.

In realtà il problema sta proprio qui: “ti sembra”, ma quello che stai facendo non è quello che serve veramente allo sviluppo di una startup di successo.

Quello che devi fare, è focalizzarti sull’utilizzo corretto di tempo e denaro, per non rischiare di vedere i tuoi sforzi completamente vanificati.

Uno dei tratti distintivi dello startupper di successo è proprio questo: la capacità di organizzare e gestire il tempo a disposizione (che è sempre limitato) al meglio, concentrandosi solamente su tutte quelle attività che sono fondamentali nella creazione di una startup.

Questo vuol dire avere la capacità di delegare tutto ciò che non è centrale nello sviluppo del progetto, ovviamente scegliendo con attenzione i propri collaboratori.

Inoltre, uno startupper di successo è anche in grado di gestire al meglio le risorse economiche che ha a disposizione, spostando la sua ottica da quella di costo a quella di investimento.

Vediamo allora insieme quali sono quei motivi che ti stanno bloccando nella tua strada al successo come startupper: conoscerli ti aiuterà a uscire dall’impasse in cui la tua startup potrebbe trovarsi e muoverti più rapidamente verso il successo.

Motivo n.1. Perdi troppo tempo!

Sappiamo già che molte sono le attività necessarie allo sviluppo di una startup: si tratta di molteplici pezzi di un grande puzzle che devono essere accostati in modo da arrivare a un risultato finale completo e soddisfacente.

Ma quello che a volte dimentichiamo è che non tutte le attività hanno lo stesso peso: ve ne sono alcune determinanti e altre che potremmo definire secondarie.

E se uno startupper si concentra più sulle attività secondarie, il rischio di fallimento diventa molto elevato.

Una caratteristica comune a tutte a queste attività secondarie è che possono essere delegate: sono sicuramente importanti a fini dello sviluppo della startup e per un imprenditore è sempre necessario mantenere un controllo generale anche su di esse, ma non richiedono direttamente il suo intervento.

L’importante è scegliere un collaboratore in grado di seguire questo tipo di attività con l’attenzione necessaria e limitarsi a dettare le linee guida e a controllare che tutto funzioni al meglio.

Pensiamo per esempio a tutto quello che concerne la comunicazione e la gestione dei contatti con i clienti (in particolare quelli che ricercano informazioni): questo tipo di attività non può ovviamente essere trascurata, perché una startup ha la necessità di poter interagire con i suoi clienti in modo da adattare le sue strategie alle richieste.

Ma si tratta di un’attività che richiede tempo: soprattutto se la startup ha una presenza attiva sui social network, è molto probabile che ci sia un’interazione quotidiana da gestire.

Il founder non può dedicarsi a questo tipo di attività, perché sottrarrebbe tempo prezioso a tutte quelle che sono centrali per lo sviluppo del progetto: è invece importante delegare queste attività a un collaboratore capace per concentrare le proprie energie su le parti più importanti nello sviluppo di una startup.

E proprio a questo è collegato il secondo motivo di insuccesso come startupper: l’incapacità di creare un team efficiente.

Motivo n.2 – Hai sbagliato formazione!

Il team di una startup può essere paragonato a una squadra di calcio, mentre lo startupper è l’allenatore: sceglie i giocatori, li schiera, decide le strategie e li guida sul campo.

Ma cosa succede se un allenatore compone una squadra di soli difensori? Oppure è privo di un portiere?
La sconfitta è dietro l’angolo e la stessa situazione rischia di ripetersi mentre si forma il team della propria startup.

Per un founder è impossibile possedere tutte le competenze necessarie alla creazione di una startup: per questo diventa necessario scegliere dei collaboratori che abbiano esperienza e voglia di migliorarsi e lavorare a un progetto impegnativo come quello di una startup.

La scelta di un buon team richiede tempo, non solo perché è necessario che siano coperte tutte le professionalità necessarie allo sviluppo del progetto, ma anche perché bisogna tenere conto del carattere e delle attitudini delle diverse persone e riuscire a metterle nella condizione di lavorare al meglio.

Non avere un team diversificato vuol dire lasciare scoperte delle professionalità importanti (e in questo caso sviluppare il progetto diventa molto difficile) e avere la necessità per il founder di continuare a supplire a queste mancanze: questa situazione sottrae tempo e forze alle attività su cui uno startupper deve concentrarsi e rischia comunque di rallentare di molto la creazione della startup (se non di bloccarla del tutto).

Inoltre, l’impegno non finisce con la scelta dei membri del team: per quanto siano dei professionisti con esperienza, è sempre e solo lo startupper ad avere la visione di insieme del progetto nel complesso del suo sviluppo e questo determina la continua necessità di coordinazione e di controllo.

Un team completo e diretto nel modo giusto somiglia molto a un meccanismo complesso: ogni processo del meccanismo è determinante per arrivare al risultato finale.

Motivo n.3 – Hai paura di investire

La creazione di una startup è un processo che comporta tutta una serie di spese e molte di queste, soprattutto nella prima fase di vita di una società, sono effettuate dallo startupper attingendo direttamente dai propri fondi personali.

Il problema del mancato successo come startupper può derivare anche dall’atteggiamento mentale che si ha nei confronti di queste spese.

Se infatti si continua a ragionare come una persona comune, queste spese sono avvertite quasi come uno spreco: i soldi che vengono spesi sono persi e non si rivedranno più.

Per uno startupper, la mentalità deve essere completamente diversa: il denaro speso nella creazione di una startup non è buttato al vento, ma viene investito.

Questo vuol dire che le somme investite nello sviluppo di una startup hanno un obbiettivo bene preciso: quello di sviluppare al meglio il progetto, in modo che l’attività della società che ne deriva sia realmente produttiva e vincente.

La mentalità dello startupper (e dell’imprenditore in generale) vede il denaro speso come un guadagno: ogni singolo euro investito nella propria startup, per completare al meglio il suo sviluppo, è un euro che tornerà indietro moltiplicato in forma di profitto.

Questo ovviamente non sta a significare che si può investire il proprio denaro in modo causale o non attento: il vero startupper ha sempre il pieno controllo sul budget che sta investendo nella sua impresa e sa perfettamente quanto è necessario spendere a seconda del momento di vita di una startup.

E quando è il momento di affrontare un investimento determinante, non si fa spaventare o bloccare dalla paura di perdere quanto speso: sa che la creazione di un’impresa comprende sempre una parte di rischio, ma che investire nel modo corretto può controllare questo rischio e portare a guadagni più elevati nel futuro.

Visto dall’esterno, il comportamento di uno startupper può sembrare strano e quasi folle: perché spendere sempre di più in un’impresa che non può dare la certezza assoluta di successo e di rientrare delle spese stesse?

Perché questa è la vera mentalità imprenditoriale vincente, che permette di arrivare al successo nel mercato attuale.

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