Il ceo è l’amministratore delegato di una startup, colui a cui il consiglio di amministrazione delega alcuni poteri decisionali e amministrativi, e che gode del cosidetto “potere della firma”, ossia di rappresentare l’interesse del consiglio, a nome del quale parla e agisce (da EconomyUp.It).
Fondamentalmente si tratta di un soggetto a cui i soci della startup (attraverso l’assemblea dei soci) delegano parte dei proprio poteri.
Una figura molto rilevante quindi nell’ambito dell’organico di una startup: scegliere la persona giusta può essere determinante per il successo.
Il ceo di una startup: onori e oneri
Abbiamo detto che il ceo di una startup ricopre quindi un ruolo chiave nella startup, visto che, con le sue azioni, può determinare il successo dell’impresa
Nel concreto in una startup, il ceo si occupa principalmente di programmare e applicare le strategie di crescita dell’azienda: quindi la sua attività è direttiva, dato che il ceo si concentra come obiettivo primario sullo sviluppo della startup.
Per quelle che sono le attività “ordinarie” della startup, il ceo non se ne occupa direttamente, ma delega tutta una serie di collaboratori, che fanno riferimento a lui: in questo caso entra in gioco una competenza molto importante per un ceo, quella di saper delegare.
Il motivo è ovvio: soprattutto nelle società di maggiori dimensioni, diventa praticamente impossibile svolgere tutte le attività necessarie al buon andamento della società stessa e quindi diventa importante sapere come delegare in modo corretto.
Il ceo di una startup in fase di early stage
Finora abbiamo visto il ruolo di un ceo di una startup già sviluppata e con un organico completo.
Diversa può essere la funzione del ceo di una startup in una fase di early stage, cioè la fase iniziale di investimento nella vita di un’impresa.
In questo caso spesso una startup ha un team ridotto, quindi il ceo dovrà occuparsi anche della gestione quotidiana della società, curando tutti i dettagli per trasformare un progetto in un successo.
Ma per capire meglio l’importanza di un ceo di una startup, è importante vedere nel dettaglio quali sono le diverse attività che sono comprese nelal gestione della società.
1. Il reclutamento dei dipendenti
Non sempre il ceo di una startup si occupa direttamente del reclutamento dei dipendenti: riguardo a questa funzione, molto dipende dalla dimensione della società.
Scegliere dipendenti e collaboratori è compito delicato, che deve portare alla creazione di una squadra di professionisti in grado di lavorare al meglio, senza lasciare ruoli scoperti.
Nel caso di una startup in fase di early stage, può capitare che il ceo ricopra anche il ruolo di selezionatore.
Nel caso invece di startup in una fase più avanzata di sviluppo, il ceo delega questo compito a uno dei manager da lui scelti, il responsabile delle risorse umane.
In entrambi i casi, per svolgere questa funzione è necessario valutare tutta una serie di fattori: sicuramente la professionalità e le competenze dei soggetti coinvolti, che devono essere in grado di svolgere i compiti che vengono loro affidati.
Ma questo può non bastare: anche l’aspetto umano deve essere oggetto di valutazione.
Infatti, scegliere un dipendente con meno competenze ma più deciso a crescere e a migliorare, può rivelarsi vincente rispetto alla scelta di un professionista già affermato, ma con poco entusiamo e flessibilità.
Allo stesso tempo, i collaboratori devono essere scelti e messi in grado di lavorare la meglio, con la creazione di un ambiente di lavoro stimolante e positivo.
2. Convincere gli investitori a salire a bordo
Una startup ha bisogno di investitori in diverse fasi del suo sviluppo e della sua vita: riuscire a individuarli e convincerli a investire è un altro compito del ceo di una startup.
Questo comprende un’attività di ricerca degli investitori, sfruttando tutti i possibili canali compreso il network rappresentato dalle conoscenze personali dirette, e la capacità di convincere i soggetti così individuati della bontà del progetto di business.
Gli investitori, in particolare quelli professionali. sono molto attenti ai numeri e alla fiducia che una startup può ispirare.
Per questo il ceo di una startup deve essere preparato al massimo sul progetto da presentare, in grado di convincere e coinvolgere le persone e di costruire un solido rapporto di fiducia, per ottenere da loro i finanziamenti necessari alla startup.
3. Vendere la vision della startup
Un ceo di una startup deve essere in grado non solo di proporre un prodotto o dei numeri, ma deve riuscire a vendere la vision della startup stessa.
La vision è uno dei capisaldi di una startup di successo: racconta infatti dove la startup vuole arrivare nel futuro.
In concreto, la vision rappresenta lo scenario immaginato dalla startup per il futuro: questo scenario si basa su valori, ideali e aspirazioni che dal fondatore vengono trasmessi alla startup.
Nella vision sono compresi diversi elementi:
- L’organizzazione della startup;
- il mercato su cui operare;
- il prodotto o servizio che la startup;
- le strategie che verranno adottate per arrivare al successo;
- gli obiettivi da raggiungere e il tempo necessario;
Per essere realmente efficace la vision deve essere esplicata in modo chiaro e condivisa con tutti i membri del team della startup.
Oltre a guidare il team durante lo sviluppo del progetto, la vision serve a spiegare ai soggetti terzi (investitori, fornitori, clienti) l’offerta e gli obiettivi della startup.
Una vision deve essere chiara e importante, ma anche ben definita e strategica, perchè le strategie e le scelte della startup dovranno sempre essere confrontate con la vision della stessa, per capire se possono essere utili ed efficaci.
Riuscire a vendere la vision vuol dire riuscire a fare capire quali dove si vuole arrivare e quanto la startup può crescere nel futuro, sviluppando credibilità e ottenendo fiducia.
4. Vendere una storia avvincente per i clienti
Nel ceo di una startup deve albergare almeno un po’ l’anima del commerciale: questo perchè deve essere in grado di proporre un prodotto o servizio andando oltre le classiche strategie commerciali.
Se un ceo è entrato nello spirito della startup che amministra, facilmente si renderà conto che deve vendere qualcosa di più ai clienti: una storia che li colpisca e che li attiri.
Un prodotto che funziona non basta più, almeno nell’ambito dell’economia globalizzata: il cliente si deve appassionare al prodotto che acquista, deve sentirsi parte di una comunità, di qualcosa di grande e importante.
E il ceo deve essere in grado di soddisfare questa richiesta, comprendendo e anticipando i desideri del pubblico, ed essendo capace di creare una storia a supporto del prodotto.
5. Avere capacità di negoziazione
Un ceo di una startup deve essere anche un negoziatore: deve cioè essere in grado di mediare nei rapporti fra la startup stessa e gli altri soggetti.
Si tratta di una capacità che deriva dall’esperienza e dalle doti personali: un buon negoziatore deve avere sempre chiari gli obiettivi da raggiungere, sapere quali sono i limiti che non può superare e avere ottime doti di ascolto.
Solo in questo modo è in grado di rapportarsi in modo corretto con l’altra parte, cercando di venire incontro alle esigenze di tutti e indviduando l’accordo migliore.
Un ceo dovrà utilizzare questa capacità con diversi soggetti (investitori, fornitori, dipendenti, collaboratori esterni) e in ogni diverso caso si dovrà adattare alle diverse situazioni.
6. Gestire le obiezioni
L’amministrazione di una startup non è rose e fiori: spesso è necessario scontrarsi con soggetti che hanno opinioni e posizioni diverse all’interno della stessa società.
Un altro compito del ceo di una startup è quello di gestire tutti questi contrasti nel modo migliore: per risolverli dovrà mettere in campo abilità di comando e allo stesso capacità di mediazione, in modo da arrivare rapidamente alla soluzione migliore.
Perchè anche il fattore tempo è determinante nell’attività di una startup: i contrasti portano problemi, perdite di tempo e quindi di denaro.
L’abilità del ceo è proprio quella di evitarli per quanto possibili e risolverli al meglio e senza perdite di tempo.
7. Burocrazia e burocrazia
Un ceo di una startup deve misurarsi anche con la burocrazia nella gestione dell’attività: un avversario non facile per una società.
In primo luogo un ceo deve essere in grado di districarsi nella “giungla” delle norme vigenti, indicando la soluzione migliore, nei diversi campi dell’attività societaria.
Ma il ceo ha anche un compito ulteriore: quello di evitare che la burocrazia crei nuovi ostacoli alla startup, con comportamenti o decisioni che possano danneggiare l’attività.
Si può fare un esempio concreto con la richiesta di autorizzazione per svolgere un determinato tipo di attività: nel rispetto dei requisiti previsti dalla legge, il ceo deve fare in modo che non ci siano ulteriori ostacoli da parte delle pubbliche amministrazioni.
Per fare questo, oltre a sfruttare gli strumenti previsti dalla legge stessa, il ceo dovrebbe mettere in campo tutte le sue capacità di mediazione e negoziazione, in modo da ottenere un risultato che sia soddisfacente per tutte le parti.
8. Creare visibilità
Uno dei compiti di un ceo di una startup è proprio quello di creare un’immagine, un brand: probabilmente non lo fa direttamente, ma deve occuparsi di organizzare tutto il lavoro necessario a ottenere un buon risultato in termini di visibilità e fiducia.
Quindi deve essere sempre attento all’immagine della startup: in un mercato come quello attuale, dove l’immagine ha un peso enorme, l’attività di monitoraggio continuo di un brand o di una società è molto importante.
Molto spesso, inoltre, il ceo diventa una sorta di rappresentante della società: da questo deriva la necessità di rispecchiare, nei comportamenti pubblici e non solo, lo spirito e l’immagine della startup amministrata.
9. Curare i rapporti con i clienti
Conquistare una fetta di mercato non basta a garantire il successo di una startup: è necessario anche fidelizzare i clienti acquisiti, offrendo la migliore assistenza.
Compito del ceo di una startup è quello di organizzare il miglior servizio clienti, che deve essere in grado di rispondere in modo rapido ed efficace alle richieste.
Anche questo aspetto è molto rilevante ai fini di creare un brand che ispiri fiducia e che sia quindi in grado di attirare sempre una nuova clientela.
10. Costruire relazioni durature
Il successo di una startup e di una società in generale è determinato anche dalle relazioni che si vengono a creare con i vari soggetti con cui la società stessa è in rapporto.
Compito del ceo di una startup è quello di creare una rete di relazioni, un network, che comprenda tutti i soggetti che possono interagire con la startup durante il suo sviluppo e la sua attività.
Pensiamo per esempio ai finanziatori professionali, come Venture Capital e Business Angel, importanti ai fini dello sviluppo e dell’espansione di una startup: una solida base di relazioni con questi soggetti permette non solo di accedere a un credito, ma anche di sfruttare tutta una serie di conoscenze tali da poter rendere più forte la posizione sul mercato e la crescita complessiva di una società.
Qui entrano in gioco le capacità personali di un ceo, che deve agire sempre per espandere e rendere più forte il network delle conoscenza della statup che rappresenta.
11. Convincere i fornitori
I rapporti con i fornitori sono un altro aspetto dell’attività di un ceo di una startup: e si tratta di un compito delicato, perchè, senza una collaborazione con questi soggetti, la società deve affrontare grandi difficoltà.
L’abilità del ceo non sta solo nell’aspetto commerciale, che si concretizza nello spuntare il prezzo migliore, in modo da massimizzare il guadagno, ma anche in altre fasi, più delicate.
Pensiamo al caso, abbastanza comune, in cui una startup abbia una crisi di liquidità e si si trovi quindi in difficoltà nel pagare i fornitori: il rischio è che questi smettano di fornire le merci, con la conseguenza di un blocco dell’attività della società.
Compito del ceo è convincere i fornitori ad avere fiducia e a continuare i rapporti con la startup, garantendo in questo modo la possibilità di continuare l’attività e quindi di pagare i fornitori stessi.
Anche in questo caso il ceo deve essere in grado di conquistare la fiducia della controparte, nonostante i numeri e la situazione non sia delle migliori.
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