Effettuare una checklist sull’idea di business è un’operazione che ci permette di capire se abbiamo fatto tutto quello che è necessario per realizzare un progetto: e anche nel creare una startup una checklist può rivelarsi uno strumento importante.
Ovviamente l’efficacia di questo procedimento dipende da quali punti andremo a includere nella nostra particolare lista: vediamo quali sono le domande della checklist ideale a cui dovremo rispondere per creare una startup che sia destinata al successo.
1. Per quale problema la tua startup è la soluzione?
Sappiamo già che il nucleo di un’idea di business alla base di una startup di successo è la soluzione a un problema: può trattarsi di un prodotto innovativo, oppure di un servizio che nessuno ha ancora proposto e che è richiesto da una certa tipologia di consumatori.
In ogni caso una startup di successo deve offrire un business che dia una risposta a un’esigenza del mercato.
Ed è importante individuare in modo chiaro questa esigenza, per fornire con il proprio business una soluzione che sia efficace, diversa dalle altre e completa in ogni suo aspetto.
Senza conoscere l’esigenza di base cui intendi dare risposta con la tua startup, il rischio è quello di offrire una soluzione parziale, oppure inadatta alle richieste e quindi creare un business non in grado di avere successo.
2. Il servizio (o prodotto) offerto dalla tua startup come funziona?
Quanto è importante comprendere quale “domanda” è alla base del business della nostra startup, altrettanto importante è comprendere in che modo è strutturata la “risposta” che stiamo offrendo: dobbiamo essere i maggiori esperti del servizio offerto dalla nostra startup.
Conoscere tutti gli aspetti del servizio offerto dalla nostra startup ci permette di individuarne e valorizzarne i pregi e allo stesso tempo di intervenire prontamente in caso vi siano dei difetti che possono essere corretti.
Non è possibile e non è professionale, non conoscere perfettamente il prodotto che si offre al cliente: conoscere quello il servizio offerto dalla nostra startup è determinante perché questo servizio sia davvero la soluzione al problema posto dal mercato.
3. Chi gioca nella tua squadra?
Avere un team che sia in grado di coprire le diverse professionalità necessarie a creare una startup è una delle basi del successo della startup stessa: per questo la ricerca e la selezione dei diversi membri del team è un processo che richiede tempo ma soprattutto una particolare attenzione.
Ma dobbiamo ricordare che un buon team è fatto da professionisti, ma che si tratta sempre di persone: questo vuol dire che diventa importante non conoscere solo l’aspetto professionale, ma anche quello caratteriale, per mettere in condizione i diversi membri del team di lavorare al meglio delle loro possibilità.
Come l’allenatore di una squadra di calcio, uno startupper deve essere in grado di coordinare al meglio i professionisti del suo team: conoscendone pregi e difetti è possibile armonizzarli fra loro, in modo che il progetto a cui lavorino sia seguito al meglio.
4. Chi sono i founder?
Abbiamo visto che è importante conoscere i membri del team della nostra startup, ma non dobbiamo mai dimenticarci dei founder.
In alcuni casi (ormai molto rari) lo startupper coincide con l’unico founder: ma per creare una startup di successo è necessario ricorrere a più talenti che si completino tra loro.
La strategia migliore è probabilmente quella di pensare alla startup come un matrimonio e al o ai co-founder, come il proprio partner: una startup è un progetto destinato a durare nel tempo e quindi diventa importante scegliere i diversi founder non solo per le loro capacità professionali, ma anche e soprattutto per le capacità di condividere le stesse motivazioni, le stesse aspirazioni e la stessa ispirazione nel progetto di startup.
Considerando che i founder saranno la base da cui partire per risolvere tutti i problemi e gli intoppi che inevitabilmente si presenteranno durante la vita di una startup, diventa evidente l’importanza di conoscerli a fondo.
5. Su quale mercato opera la tua startup?
Conoscere il mercato su cui la nostra startup andrà a operare è un altro punto la cui importanza non può essere trascurata: non farlo sarebbe come fare un tuffo da un trampolino molto alto con una benda sugli occhi.
Per quanto il servizio offerto dalla nostra startup sia innovativo e di alta qualità, se non conosciamo le dimensioni del mercato, le reali possibilità di crescita e le richieste della clientela rischiamo di fare comunque un buco nell’acqua.
L’analisi di mercato è lo strumento principe per capire quali strategie (di produzione, commerciali e di marketing) è necessario approntare perché la nostra startup sia in grado di inserirsi e guadagnarsi uno spazio nel mercato di riferimento.
Conoscere il mercato equivale a conoscere il territorio su cui la nostra startup andrà a combattere la sua “guerra”: si tratta di un vantaggio a cui non è possibile rinunciare, se vogliamo uscire vincitori.
6. Chi sono i tuoi avversari?
Se il mercato è il campo di battaglia, i competitors sono gli avversari che la nostra startup deve affrontare: e conoscere il nemico è il primo passo per batterlo.
Dobbiamo conoscere a fondo i nostri rivali, studiando le loro offerte, le strategie commerciali e di marketing: da questa analisi potremmo trarre un duplice beneficio.
Da una parte, individuando i punti di forza potremmo ispirarci a loro per affrontare alcune problematiche e situazioni, sfruttando la loro esperienza per evitare di commettere errori.
Dall’altra parte, potremmo individuare anche i punti deboli della loro offerta: per esempio, se vi sono delle carenze nel servizio offerto dalla concorrenza, potremmo sfruttarle per migliorare il servizio offerto dalla nostra startup, andando a coprire proprio quelle carenze con la nostra attività.
7. Hai creato il tuo business model?
Abbiamo parlato spesso di business plan, ma la stessa importanza per la nostra startup riveste il business model: secondo la definizione più diffusa (di Alexander Osterwalder) il business model definisce “il modo in cui una startup crea, fornisce e acquista valore”.
Con business model intendiamo tutta una serie di fattori che sono necessari a progettare l’organizzazione della nostra startup e il prodotto o servizio che essa offre, in modo da costruire e fornire un valore massimo alla nostra clientela: in sostanza, con un business model decidiamo cosa fare, come farlo e per quali clienti la nostra startup vuol creare un valore.
Il business model è una delle basi necessarie per creare una startup: senza averlo definito in modo corretto, non è possibile procedere con tutto il procedimento successivo.
8. Qual è la tua usp?
Il fine di una startup è il guadagno che deriva dalla vendita di un prodotto o servizio: ma per riuscire a vendere la nostra startup deve avere un usp (Unique Selling Proposition).
La usp, o proposta di vendita unica, rappresenta quella caratteristica che distingue il prodotto offerto dalla nostra startup rispetto a quello offerto dalla concorrenza e che spinge i clienti ad acquistarlo: deve prevedere uno specifico vantaggio che deriva al cliente dall’acquisto del prodotto, deve essere differente dalle proposte della concorrenza e deve essere in grado di attirare nuovi clienti.
Una buona USP è alla base di ogni strategia di marketing e del successo complessivo: perché dobbiamo ricordarci sempre che è inutile avere il miglior prodotto sul mercato se nessuno lo acquista.
9. Conosci la situazione economica della tua startup?
Creare una startup non è solamente una questione di innovazione, produzione e marketing: la startup è sempre un’impresa e come tale deve fare i conti con tutta una serie di necessità economiche.
Per questo è necessario conoscere a fondo tutti gli strumenti legati al bilancio della nostra startup: solo in questo modo possiamo capire se la nostra attività sta dimostrando effettivamente una buona resa economica, oppure se è necessario intervenire su qualche particolare aspetto per riportare la gestione della startup sulla via più corretta.
I dati economici offrono uno specchio della situazione complessiva della nostra startup e utilizzando appositi strumenti di analisi è possibile anche effettuare delle previsioni sulle evoluzioni future del nostro business.
10. La tua startup può arrivare al BEP?
Ovviamente il fine di una startup è quello di produrre utili, cioè di raggiungere il BEP (break even point): questa sigla indica il punto di pareggio, e rappresenta quel momento in cui la nostra startup avrà un fatturato tale da poter coprire tutti i costi (tecnici e organizzativi) dell’azienda.
Una startup nelle prime fasi di vita non sarà in grado di raggiungere il BEP, perché i costi saranno comunque superiori al fatturato: questo vuol dire che saranno necessari dei finanziamenti per sostenere sia i costi iniziali che quelli legati alla gestione della startup.
Se la tua startup rimane priva di fondi prima di raggiungere il BEP, il rischio è quello di una vera e propria paralisi dell’attività, della necessità di richiedere dei finanziamenti aggiuntivi a costi proibitivi e in definitiva del fallimento del progetto: per questo dobbiamo essere sicuri dei fondi disponibili, disporre di una scorta sufficiente che ci permetta di arrivare al punto in cui, superato il pareggio di bilancio, la nostra startup comincerà e produrre guadagni.
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